PROGETTO CLINICA, SIMEONI: SERVE UN PIANO INDUSTRIALE SERIO

Matteo Simeoni

“E’ necessario rimarcare che allo stato attuale si tratta semplicemente di un’idea rappresentata da una relazione molto articolata con numeri altisonanti e dalle dimensioni altrettanto significative, ma in una fase embrionale che deve ancora partorire un business plan dettagliato”.

Così Matteo Simeoni, presidente dell’associazione “Emilio Maraini” in riferimento ai risultati dell’incontro di ieri tra l’assessore all’Urbanistica del Comune di Rieti, Felice Costini e l’imprenditore Domenico Carlino per discutere del progetto denominato ‘Villaggio della mente e del cervello’.

“Serve, infatti, mettere nero su bianco le attività che si vogliono realizzare, la capacità occupazionale necessaria e soprattutto la tenuta economico-finanziaria, in modo da chiarire la sostenibilità e la fattibilità di tale progetto”.

“La posizione ferma tenuta da Costini – aggiunge Simeoni -, sull’idea di sviluppo della Piana reatina da parte dell’amministrazione comunale, rappresenta una volontà di crescita territoriale differente da quanto prefigurato dalla società Odi srl. Le richieste precise e puntuali da parte dell’assessore all’Urbanistica, proprio riguardo il piano industriale e la conoscenza dei soggetti finanziatori, al fine di ottenere inequivocabili garanzie per un cosi impegnativo progetto, rappresentano la base su cui partire per arrivare a un giudizio serio su quanto proposto. D’altra parte, pur essendo una piccola provincia abbiamo già conosciuto idee progettuali che si sono poi rivelate un nulla di fatto (ad esempio Ritel) o, peggio ancora, operazioni tese a ottenere obiettivi diversi da quelli enunciati”. 

“Non si capisce, quindi, come a fronte di richieste atte ad approfondire tale progetto – conclude il presidente dell’associazione ‘Emilio Maraini’ – venga dichiarato a un quotidiano che l’amministrazione comunale, attraverso l’assessorato all’Urbanistica, abbia tenuto o voglia tenere un atteggiamento ostativo nei confronti di un’idea di sviluppo e non si ritenga, invece, che proprio tale richiesta di maggiori garanzie testimoni la volontà di comprendere se la posizione di salvaguardia e rivalutazione della Piana reatina possa convivere o meno con tale idea progettuale”.