Polizia arresta camerunense e nigeriano per spaccio. Il primo venne arrestato nell’operazione “Angelo Nero”

Nei giorni scorsi personale della Polizia di Stato, durante la normale attività di repressione dei reati specifici in materia di sostanze stupefacenti, ha arrestato nella flagranza di reato un camerunense di anni 32 ed un nigeriano di anni 25, quest’ultimo residente in Sabina, entrambi disoccupati, per i reati di detenzione ai fini di spaccio di eroina e marijuana. Il cittadino nigeriano è stato tratto in arresto anche per il reato di resistenza a P.U..

L’attività di PG era iniziata alcuni giorni prima, quando il personale della Squadra Mobile aveva notato il camerunense, già arrestato nell’ambito dell’indagine denominata “Angelo Nero” del 2020 e condannato in primo grado a tre anni di reclusione, mentre si appartava con alcuni tossicodipendenti reatini.

Convinti che il soggetto non avesse mai interrotto l’illecita attività, nei giorni a seguire, lo stesso veniva sottoposto a perquisizione personale e domiciliare presso l’appartamento occupato dallo stesso, ubicato nei pressi della locale Questura. Nell’occorso è stato identificato anche un suo complice il quale, alla vista degli operanti, ha tentato di darsi precipitosamente alla fuga opponendo anche una forte resistenza.

La successiva perquisizione domiciliare dell’appartamento consentiva di rinvenire oltre 20 grammi di eroina, parte della quale già suddivisa in dosi pronte da essere spacciate, altri grammi di marijuana, denaro contante, presunto provento dell’illecita attività, strumenti idonei al confezionamento e pesatura di dosi nonché altro materiale ritenuto di interesse investigativo. Al termine dell’attività i due soggetti sono stati tratti in arresto e, come disposto dal PM di turno, accompagnati presso le rispettive residenze in regime degli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.

Si comunica, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato, che in considerazione dell’attuale fase di indagini preliminari è da presumersi innocente fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza.