PAGGI: UN BILANCIO CONSUNTIVO "COLABRODO"

Ivano Paggi, consigliere comune di Rieti
Il Bilancio Consuntivo 2010, presentato in Consiglio Comunale dalla Maggioranza che governa il Comune di Rieti, ha puntualmente evidenziato tutte le criticità ed i limiti che si desumevano sin dall’approvazione del Bilancio Preventivo.

La situazione di allarme, afferma il consigliere comunale Paggi, è stata ben rappresentata anche dai revisori dei conti, i quali hanno confermato una seria difficoltà dell’Ente a contenere la spesa corrente. Un Bilancio che continua, quindi, a non considerare prioritario il quadro patrimoniale costituito dagli immobili, che rappresentano l’unica vera fonte di finanziamento dell’Ente stesso.

In particolare appare particolarmente grave che il Comune di Rieti non conosca neanche, mancando da sempre un inventario perlomeno realistico, l’esatta quantità di beni immobili di sua proprietà ed il relativo valore economico. Il tutto viene poi peggiorato se si considera che la conseguenza del fallimento delle dismissioni patrimoniali è il ricorso sfrenato ai mutui, che costano, di solo ammortamento, cinque milioni l’anno. Non ci sono poi più argini per quanto riguarda la spesa corrente annuale.

Esempi eclatanti sono: spese legali (569.000 euro), spese di rappresentanza (290.000 euro), borse lavoro (580.000 euro), contributi per canoni, affitti, etc. (605.000 euro). Occorrerebbe, invece, una dieta ben più drastica, e un più rigoroso controllo, per contenere un esborso che rischia, seriamente, di compromettere le casse comunali, nonostante i tanti allarmi lanciati dall’opposizione e non solo (vedasi relazione dei revisori dei conti). L’elemento che maggiormente inquieta da sempre, ma che adesso sembra essere esploso senza più alcun limite o contenimento, è la situazione derivante dalla mancata riscossione dei residui attivi comprensiva dei recuperi derivanti dalla lotta alla evasione fiscale per un totale di 34,6 ml circa.

Il Consuntivo 2010 – continua Paggi – fa registrare al riguardo, da parte del comune, questa forte mancanza di riscossione dei residui attivi (34,6 milioni circa) cosi suddiviso: Ici 9 milioni circa; Tarsu 11,1 milioni circa, multe e ruoli 5,6 milioni circa; Piano di Zona 167 – 8,9 milioni di euro circa. Appare evidente che occorre istituire immediatamente una task force, presso l’Ufficio Tributi, per concentrarsi sui residui e stanare davvero quella sacca di evasori che non permette all’Ente Comune di avere la disponibilità di liquidità finanziaria e, quindi, saldare tutti i fornitori che, nonostante la regolare effettuazione dei servizi richiesti, non ricevono da tempo immemore il pagamento dovuto, al momento ammontante ad una cifra complessiva vicinissima ad 8 milioni di euro. Un Bilancio Consuntivo “colabrodo”, da non condividere nella sua strategia e, ovviamente, nella sua sostanza.