Al di là dei commenti a caldo espressi in occasione del varo della “nuova” giunta, crediamo che il comunicato stampa licenziato dai gruppi consiliari di maggioranza, Api e Rete dei Cittadini, coerenti alla linea politica portata avanti sino ad ora, ben sintetizzi le divisioni che covano ancora più forti di prima all’interno della coalizione di governo della città..
Il Sindaco pur di salvare la sua poltrona e quella dei suoi Assessori ha dapprima fatto credere ai cittadini di dimettersi, poi ha azzerato la giunta, non prima di aver ricordato a tutti che avrebbe potuto rinominare gli stessi (almeno questa di promessa l’ha puntualmente mantenuta), infine con un tocco di pennello ha dipinto la nuova squadra con la nomina del nono assessore, rimodulando deleghe e compiti, senza evidentemente riuscire ad imprimere l’agognata svolta chiesta a gran voce dalla città, dopo le farneticanti ed inconsistenti promesse elettorali.
Ma è evidente a tutti il fallimento politico del primo cittadino: se la minaccia di dimissioni voleva essere un segnale di forza nei confronti delle forze politiche di maggioranza, ribadendo il principio secondo il quale la legge gli permette di avere l’ultima parola sulla squadra di governo, gli è stato da più di qualcuno fatto notare che in tal caso il primo ad andare casa sarebbe stato lui stesso, ed è per questo motivo che, ravveduto sulla via di Damasco, ha dovuto ricredersi innestando la retromarcia.
Se, invece, avesse realmente voluto sostituire gli assessori tecnici, i suoi più fidati consiglieri gli hanno fatto immediatamente notare che ciò avrebbe significato l’implicito riconoscimento del fallimento delle scelte fatte all’inizio della consiliatura.
Se, infine, l’obiettivo fosse stato quello di indebolire il partito di maggioranza relativa, il PD, creando una frattura tra le due anime con la annunciata nomina di Elena Leonardi, ha dovuto anche in questo caso issare bandiera bianca e soggiacere, come un agnellino impaurito, alle richieste provenienti dalla segretaria provinciale cittadina che reclamava insieme al gruppo consiliare un maggiore peso politico in giunta, concedendo una delega pesante, come quella ai lavori pubblici, in favore della riconfermata assessore Pariboni.
Chissà cosa penseranno ora i consiglieri di Mettici del Tuo e di Sel, che si vedranno costretti, volenti o nolenti, a votare in consiglio comunale l’approvazione della variante urbanistica che permetterà la realizzazione dell’istituto alberghiero e dell’ultimo tratto della Rieti-Torano.
Dovranno evidentemente raccontare ai cittadini una storia diversa da quella promessa in campagna elettorale e in questi quattordici mesi di governo. E dovranno anche giustificare per quale ragione, a fronte di tagli in assistenza e servizi a favore dei meno abbienti, dei licenziamenti dei lavoratori precari, della diminuzione delle ore di lavoro agli assistenti sociali e alle operatrici della Coop.Quadrifoglio, si sia permesso, dopo lo sperpero di denaro pubblico per far posto a quattro nuovi dirigenti esterni attraverso procedure illegittime, l’ingresso di un nuovo assessore, dello stesso partito del Sindaco, che costa alla collettività qualcosa come 3 mila euro lordi al mese.
O forse l’ex segretario della CGIL convincerà i suoi colleghi di giunta ad applicare il contratto di solidarietà, riducendo un pò a tutti così da percepire la sua di indennità, viste le magre casse comunali?
E’ quanto dichiarano i consiglieri comunali Andrea Sebastiani della Lista Civica Rieti che Sviluppa, Antonio Perelli e Giuseppe Diana del PDL e David Festuccia della Lista Civica Città Nuove.