LA STORIA DI… Rita

LA STORIA DI… RITA è narrata dalla direttrice della CNA Rieti, Enza Bufacchi.

“Stewardeship del territorio” la definisce un visitatore della sua “Rieti sotterranea”, il progetto che Rita ha ideato, perseguito con tutte le sue forze e, infine, realizzato. Ma per capire come sia arrivata a concepirlo bisogna cominciare dall’inizio della storia.

“Da sempre ho avuto il pallino dei viaggi, diciamo che sono nata con le valigie in mano”, esordisce Rita e ancor prima del primo viaggio, tante Pen Friends in giro per il mondo che intanto quel mondo, ancora a lei sconosciuto, glielo raccontavano nelle lettere dall’Egitto, piuttosto che dal Togo.

A 15 anni un cugino l’accompagna a conoscerne una, si chiama Nergiz Karayel, è turca e dunque la meta del primo viaggio è la Turchia: due settimane per conoscere il Paese e le sue città più famose, Ankara e Istanbul.

Mentre sogna dove andare, Rita studia, ma sempre attenta a cogliere le occasioni che possono portarla a conoscere altri luoghi. Così mentre frequenta l’ISEF, siamo nel 1993, vince una borsa di studio per andare ad insegnare in un college inglese: è anche l’occasione per capire che viaggiare, oltre che una passione, può diventare un lavoro.

E mentre continua ad insegnare nei college entra in contatto prima con Alpitur e poi con Turisanda, uno dei più grandi Tour Operator, e comincia a fare l’accompagnatrice turistica e a girare davvero il mondo, prima sui battelli sul Nilo in Egitto e poi alle rovine di Copan in Honduras, nella Terra del Fuoco in Argentina e poi, ancora, India, Nepal, Messico e chissà quante altre mete!

Forse per stanchezza, forse, chissà, prima di sposarsi e di smettere di girovagare per il mondo, le destinazioni diventano i più vicini Paesi europei, viaggi lunghi quattromila, cinquemila chilometri, Francia, Austria, Germania…

Rientrata a Rieti, Rita è un po’ un’anima inquieta, aiuta sua madre che ha aperto un negozio, ma subito comincia a studiare come portare turisti a Rieti.

Insomma se lei non può più andare nel mondo, ci sarà pure un modo di portare i turisti a Rieti? È questo in fondo il suo pensiero nemmeno tanto inconscio!

Studiava e trovava sempre riferimenti alle “grotte di Rieti”, la locuzione che designava gli archi del viadotto di via Roma. Così comincia a incuriosirsi, ad appassionarsi alla Rieti sotterranea e a chiedere insistentemente alle famiglie Vecchiarelli e Napoleoni di aprire i loro locali ai turisti, fino a quando, cedendo alla sua perseveranza, le “danno le chiavi”.

Nel 1995 grazie a Angela Rosati, presidente delle dimore storiche italiane, organizza una prima visita, pulisce i posti abbandonati da secoli, accende un po’ di candele ed è un “successo strepitoso”!

La sua intuizione è dunque giusta e da quel momento dedica “tutte le energie fisiche ed economiche a questo viadotto che oggi è la maggiore attrazione di Rieti”.

Nel 2009 decide che uno di questi sotterranei deve essere suo: lo individua in Via Pellicceria, “Io lo sognavo questo posto”, e alla fine Marco Cavoli, un vecchio fabbro che ne era proprietario, cede alle sue lusinghe e glielo vende. “Ogni giorno non vedevo l’ora di rivederlo”, dice ancora con emozione!

Le dicevano che “era matta” e, invece, in pochi anni, “lottando con determinazione”, “come una tigre”, ha dato vita alla sua Rieti Sotterranea, la sua creatura, “un percorso archeologico di circa quattromila metri quadri che si snoda sotto i palazzi nobili di via Roma, attraverso un viadotto costruito dai Romani nel III secolo a.C.”.

Dal 1998, quando è stato aperto il primo tratto, ad oggi, visitato da circa ottantamila persone, venute in tutte le stagioni da tutto il mondo, ammirate e grate per le scoperte che lei con entusiasmo mostra loro.
“Un progetto che potrebbe essere ampliato”, perché tante sono ancora le meraviglie che si celano sotto strade e abitazioni.

È “orgogliosa” Rita, “tanto tempo, tante energie ma ripagati da una soddisfazione incredibile” e ne ha ben donde, un solo cruccio: “Avrei voluto maggiore consenso intorno a me e questo avrebbe facilitato il compito e accelerato la sua realizzazione”. Ma tant’è!

In fondo la diffidenza è il destino che sempre accompagna i visionari e le visionarie, come lei è stata ed è ancora!

Rieti da scoprire di Rita Giovannelli
Via Pellicceria, 5, 02100 Rieti
0746 296949 – 347 727 9591
www.rietidascoprire.it
FB Rieti da Scoprire

#lastoriadicnarieti
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