LA STORIA DI… Leonardo

LA STORIA DI LEONARDO è raccontata da Enza Bufacchi, direttrice CNA Rieti

Il grillo nel logo, simbolo del panificio omonimo, uno dei più antichi della città e a raccontare la storia Leonardo, giovane appassionato del suo mestiere, erede di terza generazione di un’azienda storica.

“La mia storia”, racconta, “comincia quando io non ero ancora nato”. Furono, infatti, il nonno Videlfranco e la nonna Italia ad aprire il forno nel lontano 1977, nello stesso luogo dove è ancora oggi, solo che allora “intorno non c’era niente”. “È stata sempre un’attività familiare, nella quale hanno lavorato i fratelli di nonno e poi i figli Lorenzo e Marcello, il padre di Leonardo. Dopo la morte del nonno furono la nonna e i figli a mandare avanti l’attività, fino a quando Marcello scelse di fare il pilota e il suo posto fu preso dalla moglie Marina.

È a questo punto che comincia la storia di Leonardo bambino che passava le giornate nel forno: “mangiavo”, racconta, “leggevo i fumetti, ogni tanto, nonostante i divieti, portavo dentro il pallone”, una passione che rimarrà tale nel tempo, come quella del forno: “avrei potuto fare altro nella vita, ma il forno è stato per me la casa e la famiglia”.

Un po’ ci prova a fare altro: nel 2012 consegue la maturità al liceo scientifico e poi frequenta a L’Aquila, per due anni, la facoltà di ingegneria, nel 2014 la scelta, prima aiutando un po’ nelle vendite e dopo pochi mesi a fare il pane con Fabrizio, il fornaio suo primo maestro: “le prime notti mi addormentavo sui sacchi della farina o sulla sedia mentre tagliavo le patate”.

“Difficile è stato anche imparare, perchè i vecchi fornai non usavano la bilancia”, racconta ancora, “ma i secchi per misurare l’acqua e i pugni per il sale e lo zucchero”. Più facile con i fornai più giovani come Herman, un ragazzo di origini cilene, che ha lavorato con lui per sette anni e dal quale ha imparato molto.

Intanto nel 2006 era accaduto un tragico evento, la morte del padre, e a sostenere la famiglia e l’azienda sono arrivati allora la zia Mimma e lo zio Luigi, che è in pensione, ma che è sempre pronto a dare una mano per risolvere qualsiasi problema. Due figure per le quali Leonardo ha grande gratitudine e che considera altri “due genitori”.

Intanto il lavoro è molto cambiato, non si producono più grandi quantità di pane tradizionale, tanto che il nonno aveva dovuto raddoppiare il forno per cuocerlo, ma pani prodotti con farine che tengono conto della diffusione di allergie, intolleranze e delle diete che richiedono un minor apporto calorico: per esempio, “con la farina di lupini è possibile produrre un pane poco calorico dal sapore quasi impercettibilmente diverso da quello tradizionale”.

Leonardo è molto soddisfatto del suo lavoro e spera di essere anche di esempio per altri giovani che di questa attività percepiscono solo il sacrificio, mentre “garantisco”, dice, “che è un lavoro bello”, così bello che ha iniziato anche a far vivere il forno “di notte, facendo le pizzette per i giovani che vivono la vita notturna”. I vicini non hanno apprezzato l’idea, ma lui vuole andare avanti convincendo gli avventori della notte a fare meno rumore e a disturbare meno.

Nell’azienda lavorano anche Pasquina, con loro da più di venti anni e, dallo scorso agosto, Sabbir, un ragazzo bengalese che Leonardo giudica “uno dei migliori collaboratori per impegno e professionalità”. Una grande squadra per produrre pani di ogni tipo e forma ma anche eccellenti dolci. Per tutte e tutti un plauso, per Leonardo anche una grande ammirazione!

GRILLO BREAD SOC. COOP
Via Antonino Calcagnadoro, 42 – Rieti
Tel. 340 824 8664
Fb Forno Grillo
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