Una storia di devozione e ammirazione per un uomo che ha cambiato la vita di tante persone e la storia della Chiesa Cattolica, san Pio (alias Francesco Forgione). Il 23 settembre 2024 si è celebrata la ricorrenza della morte del frate di Pietrelcina, perito ad 81 anni nel 1968 e autore di tanti miracoli e “figlio dell’obbedienza”, come egli stesso si definì. Il 20 settembre 1918 ricevette le stimmate e proprio il sangue che colava dalle mani di padre Pio venne terso da un fazzoletto bianco, quello della madre e della sorella di padre Franco, frate cappuccino per molti anni a Rieti, ospite del Santuario di Colle San Mauro che tra l’altro ricevette a soli 11 anni, proprio dal padre Pio, la visione di una sua futura ascesa a frate.
Molto devoti di colui che poi divenne Santo, per anni i tre conservarono la reliquia con il sangue di padre Pio fino ai giorni nostri quando padre Franco, attualmente ospite a Monterotondo e destinatario di quel fazzoletto intriso di sangue ad opera di una donazione da parte della sorella, ha deciso di condividere con la comunità quel prezioso oggetto, dividendolo in due parti, tenendone una per sé e donando a sua volta la seconda metà alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Quattro Strade. Di questo lembo sono state ricavate due parti, una è stata ospitata nel reliquiario del nuovo altare della chiesa, inaugurato due mesi fa con la benedizione del vescovo di Rieti, monsignor Vito Piccinonna, una seconda, invece, è stata esposta al pubblico (nella foto) lunedi 23 settembre, anniversario della morte di san Pio. Tra misticismo e fede dopo 106 anni quel sangue miracoloso è giunto a noi, immersi nella piena modernità. Sangue sgorgato da quelle stimmate segno della presenza in terra di Dio e della sua crocifissione, che nel caso di san Pio si rimarginarono nel momento in cui si spense, segno delle loro fine parallela alla fine del ministero sacerdotale.