Impianto Biomasse Piani Poggio Fidoni, il TAR dà ragione alla Beta Bioenergy che chiede risarcimento al Comune

Torniamo a parlare dell’impianto a biomasse con cippato di legno che sarebbe dovuto sorgere a Piani di Poggio Fidoni. Sull’argomento Rietinvetrina ha intervistato il rappresentante legale della Beta Bioenergy, Riccardo Seri:

“Nel 2017 presentammo la P.A.S. (Procedura Abilitativa Semplificata) per la realizzazione di un impianto a biomassa legnosa, di potenza pari a 196 Kw, nel Comune di Rieti in località Piani di Poggio Fidoni, in zona urbanisticamente compatibile secondo la normativa vigente e non sottoposta a vincoli ambientali.

Il Comune – prosegue Seri – ricevuta la giusta documentazione di cui sopra, non ha esercitato il potere di inibire l’attività, ed anzi ha autorizzato con separato titolo anche la realizzazione di quattro serre attigue, per l’ottimizzazione della funzionalità dell’impianto mediante l’utilizzo del vapore prodotto del processo di gassificazione, dove ospitare attività di agricoltura sociale come previsto dall’intervento di “Energia Circolare” ipotizzato.

A seguire si venne a creare un Comitato contrario all’iniziativa e tramite legale da loro incaricato è stato promosso un ricorso accidentale per la supposta mancanza dei requisiti della P.A.S. in conseguenza del quale il Comune cambiò, per noi inspiegabilmente, avviso ed ha annullò gli effetti della P.A.S. costringendoci a ricorrere presso il T.A.R. a tutela dei nostri interessi, intraprendendo un percorso forzato costellato di ulteriori spese e perniciose perdite di tempo.

Il T.A.R. accogliendo tutte le nostre ragioni, ma non poteva essere altrimenti, ha emesso nel dicembre 2020 la sentenza di annullamento dell’ atto di revoca del Comune e rigettato i ricorsi presentati.

Purtroppo – continua Riccardo Seri – l’incertezza dei tempi necessari a far valere i nostri diritti, che risultavano già palesemente leciti anche a seguito della prima fase di approfondimento del Dirigente Tecnico all’epoca in carica di cui anche il TAR ha poi dato atto, hanno impedito il regolare procedere dei lavori e degli ulteriori investimenti per mettere in atto definitivamente l’iniziativa. Questo anche e soprattutto perché nel frattempo il “cippato di legno”, PREVISTO COME MATRICE DI ALIMENTAZIONE DELL’IMPIANTO, E’ USCITO DALL’ELENCO DELL’INCENTIVAZIONE ECONOMICA PREVISTA DALLO STATO RENDENDO L’INIZIATIVA IMPRENDITORIALE E RELATIVO CONSISTENTE INVESTIMENTO ECONOMICO NON PIU’ ATTUABILE.

Il nostro – prosegue Seri – non è il primo caso del genere dove, miopi interessi locali e la tentazione di cavalcare qualche sparuto comitato politicamente contaminato, determinano il naufragare di progetti di questa tipologia con grave danno economico per gli attori e conseguente carenza di sviluppo socio/economico del territorio. Quanto sopra, nonostante sia ormai riconosciuto a livello planetario l’assoluta emergenza di convertire, nel minor tempo possibile, la produzione di energia verso quella derivante da fonti rinnovabili anche e soprattutto attraverso questi piccoli impianti non a caso soggetti a Procedure Abilitative “Semplificate”.

Ovviamente per quanto descritto non essendoci più i requisiti minimi imprenditoriali, la prassi ci ha portato ad intraprendere un ulteriore cammino in sede civile per il riconoscimento del danno emergente e del lucro cessante. Abbiamo quindi dato mandato ai nostri legali di studiare azioni volte al raggiungimento dello scopo suddetto” conclude Riccardo Seri, legale rappresentante della Beta Bioenergy.

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