D'ANTONIO: POMIGLIANO, PRECEDENTE PERICOLOSO ANCHE PER IL NOSTRO TERRITORIO

Luigi D'Antonio FIOM CGIL Rieti

La Fiom di Rieti ritiene sia utile portare all’attenzione dei lavoratori reatini quello che sta accadendo nella vertenza che vede coinvolto lo stabilimento Fiat di Pomigliano.

Siamo difronte ad un vero e proprio ricatto nei confronti dei lavoratori da parte della Fiat che chiede la rinuncia di diritti fondamentali e sanciti dalla Costituzione, come il diritto allo sciopero, in cambio del mantenimento del posto di lavoro.  Si chiedono inoltre deroghe al Contratto  Nazionale, come il superamento della pausa mensa per i turnisti ed un nuovo sistema di lavoro che aumenta i ritmi ed il peso della catena di montaggio.

Purtroppo il messaggio che sta passando tra l’opinione pubblica è che la Fiat vuole investire in Italia e se non lo farà la colpa sarà della Fiom che non riesce a capire i cambiamenti, rimanendo legata a posizioni radicali e non adeguate al momento.

La Fiom invita tutti i lavoratori a leggersi attentamente quello che sta proponendo la Fiat per Pomigliano e poi potranno rendersi conto da soli di cosa si tratta.
Quando si dice di proposta di accordo, possiamo dire tranquillamente che non è così, la Fiat non ha ascoltato per niente le proposte  che ha fatto la Fiom e che permettevano di fare la stessa produzione di auto che lei chiedeva, la Fiat ha scritto lei l’accordo e ha detto prendere o lasciare.
Non può passare sicuramente il messaggio che per investire in Italia i lavoratori debbano rinunciare ai loro diritti e al loro salario, basando la competizione al ribasso e non sulla qualità, l’innovazione e la ricerca.

Si prendono sempre a riferimento paesi con meno diritti, in questo caso la Polonia e non altri come la Francia e la Germania dove la produzione delle auto è abbastanza importante.
Eppure  pensavamo fosse venuto  meno per gli industriali il famoso alibi che gli investimenti in Italia non sarebbero possibili per l’alto costo del lavoro, visto che siamo al 23^ posto tra i paesi dell’Ocse e questo non sono dati della Fiom.

Si enfatizza tanto il fatto che la Fiat vuole fare l’investimento a Pomigliano, non si dice però che la stessa sta chiudendo uno stabilimento in Sicilia, Termini Imerese, mandando a casa 2200 lavoratori facendo perdere in quel territorio l’unica speranza di futuro industriale.
Adesso saranno chiamati ad esprimersi i lavoratori con un referendum. La Fiom ritiene questo referendum illegittimo poiché  mette in discussione diritti indisponibile ed inoltre mette difronte i lavoratori alla scelta, lavorare oppure no, in poche parole come dicevamo prima, un ricatto.

La Fiom non capisce come mai le altre OOSS chiamino i lavoratori in questo caso ad esprimersi con il referendum, mentre sul rinnovo del Contratto Nazionale, dove anche li c’è stato un accordo separato, ai lavoratori non è stata data la possibilità di esprimersi imponendo loro l’accordo.
Oppure le altre OOSS pensano che il referendum si debba fare solo quando lo chiedono le aziende, in questo caso la Fiat e non quando lo chiedono i lavoratori!
Se passa la proposta della Fiat per Pomigliano, nulla sarà come prima nei rapporti tra lavoratori e aziende, si andrà ad una competizione tra territori e purtroppo la competizione sarà al ribasso, sui diritti e sul salario ed il nostro territorio, già martoriato da una profonda crisi, non sarà immune da tutto ciò.

Pensate che saremmo più in grado in futuro a Rieti, se questo principio passa per la Fiat, dire di no a diminuzioni di diritti e regole se un imprenditore reatino ce lo chiedesse per non chiudere?
La Fiom pensa che sarà molto difficile.