CAVALLI: LASCIO IL PD PER CONSIDERAZIONI E VALUTAZIONI POLITICHE

Giorgio Cavalli
In questi giorni e dopo una lunga, sofferta riflessione, ho deciso di aderire all’Italia dei Valori.

Tengo immediatamente a precisare che la mia fuoruscita dal Partito Democratico e, conseguentemente, dal Gruppo PD al Consiglio comunale di Rieti non scaturisce da problematiche o difficoltà incontrate nel mio agire politico quotidiano all’interno di quel partito, ma da considerazioni e valutazioni squisitamente politiche.

A tutti è noto il percorso da me intrapreso in questi anni e soprattutto quale sia la mia visione della politica e delle dinamiche sociali, economiche e culturali che agiscono all’interno della nostra società. Sono un acerrimo sostenitore del primato della politica e della funzione che questa deve assolvere anche e soprattutto in tema di orientamenti economici.
Sono un deciso difensore dei valori ispiratori la nostra Carta costituzionale con la quale i padri della nostra Repubblica, nata dalla Resistenza, ci hanno lasciato traccia del percorso che si sarebbe dovuto seguire per addivenire a quello che doveva negli anni e con l’emancipazione progressiva della gente diventare un paese modello di libertà (quelle vere, le libertà dai bisogni) e di democrazia.

Sono un convinto assertore della centralità del mondo del lavoro, dell’uguaglianza di tutti i cittadini sia davanti alla legge che in termini di opportunità, della supremazia dello Stato e del ruolo che questo deve svolgere in tema di politica economica e sociale.

Questi sono i “Valori”. I valori ai quali oggi aderisco e che non possono assolutamente prescindere dal concetto di legalità. Legalità dunque che deve essere anche e soprattutto un fatto culturale e di coscienza, una adesione ai principi ispiratori di ogni norma che costituisce il nostro ordinamento giuridico, a partire proprio dalla legge fondamentale dello Stato.

Il mio disagio all’interno del PD, dunque,  risiede proprio in questo: non ho più trovato in quel partito un punto di vista chiaro, deciso, trainante riguardo a questioni fondamentali quali il ruolo dello Stato, a chi spetta il primato tra politica ed economia, quale deve essere la funzione democratica di un partito, inteso come collettività che si riconosca in una “parte”, chi sono gli alleati e chi gli avversari, quali sono gli strumenti più idonei per “combattere” e battere gli avversari.
Ho intravisto, con tutti i limiti che può avere un’organizzazione in fase di costruzione, tutto ciò nell’Italia dei Valori.

Lasciando il PD non lascio avversari o concorrenti, ma lascio alleati con i quali spero che, insieme a tutte le altre forze del centro sinistra, si possa intraprendere una battaglia politica che scardini una volta e per sempre un sistema degenerato che diventa sempre più speculare al pensiero ed al modus agendi del leader del PDL e con i quali progettare il futuro governo della città di Rieti.