ASSESSORE COSTINI: STU SONO CONNUBIO PUBBLICO-PRIVATO PER SVILUPPO PARTECIPATO

Ass. Felice Costini

"È un connubio con l’iniziativa privata, dove la parte pubblica detiene la ‘regia’ delle finalità e delle scelte, garantendo all’investitore un introito e alla comunità un’utilità sociale e di sviluppo nella trasparenza e nella partecipazione".

Così l’assessore all’Urbanistica, Felice Costini, ha presentato, in un incontro organizzato dall’assessorato nella sala consiliare del Comune di Rieti, il convegno dedicato alle Stu, le Società di trasformazione urbana e initolato "Strumenti e tecniche di partenariato pubblico-privato tra federalismo e sussidiarietà".
Presente anche il dirigente del IV settore Manuela Rinaldi, e come relatori: Carlo Pacella e Federica Di Blasi dell’University of Malta, Federico Cordella dell’università Federico II di Napoli e Matteo Alfinito del Campus Pescina.

Le Stu sono società per azioni miste, costituite tra Comuni e privati, finalizzate a realizzare interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti, anche attraverso un’attività di acquisizione delle aree da trasformare e di progettazione, realizzazione, gestione degli eventuali servizi. Tale strumento può intervenire, inoltre, nella riqualificazione urbana, nel riuso dell’esistente e nella trasformazione integrata.

“Il territorio – aggiunge Costini – diventa artefice delle proprie scelte con le Stu. In questo senso, non condivido il metodo che alcuni utilizzano, come, ad esempio, per la proposta di realizzazione del ‘Villaggio della mente’ nella Piana reatina. Così il territorio, aldilà delle condivisione o meno dell’idea, subisce comunque il progetto e con argomentazioni che puntano allo ‘stomaco’ più che alla ragione: si guarda solo alla contingenza. Un politico deve analizzare con oculatezza le scelte incisive sulla terra che amministra e valutarne l’impatto".

“Le società di trasformazione urbana – conclude – rientrano nella logica della partecipazione e il Comune mantiene le scelte e le finalità. Occorre, sotto questo punto di vista, un cambiamento culturale da parte delle amministrazioni, ma anche della imprenditoria. Rivendico, inoltre, la volontà politica di guardare allo sviluppo della città secondo un concetto che vede il cittadino al centro dell’idea progettuale e ne sono testimonianza le tantissime manifestazioni di interesse per le opportunità legate alla legge regionale 21, il progetto dell’Urban center e la somministrazioni di questionari ai reatini sulla loro concezione di città”.