Alla scoperta dell’Abbazia di Farfa

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Sorge avvolta nel mistero e nella bellezza, testimone di una storia lunga e travagliata: diventò infatti la più potente abbazia del Centro Italia e uno dei maggiori poli culturali dell’Europa medievale, rinascendo più volte dalle proprie ceneri.

Stiamo parlando dell’imponente Abbazia di Santa Maria di Farfa, un gioiello architettonico immerso nella rigogliosa campagna di Fara in Sabina ai piedi del monte Acuziano: circondata da una mistica atmosfera, questa famosa abbazia – dichiarata monumento nazionale nel 1928 per la bellezza architettonica e artistica – è uno stupendo e incantevole convento di Benedettini, che fu fondato nel lontano V secolo. Uno dei particolari che colpisce immediatamente, osservando questo edificio religioso, è la quantità di stili raffiguranti i diversi periodi storici legati alla sua realizzazione.

L’origine dell’abbazia è ancora incerta, anche se alcuni scavi archeologici guidati dal professore britannico David Whitehouse (direttore della British School a Roma dal 1974 al 1984) hanno appurato l’esistenza di un complesso del periodo romano sotto l’attuale monastero: le origini sono legate alla figura di San Lorenzo Siro, evangelizzatore della Sabina, arrivato nel V secolo dalla lontana Siria scegliendo il tempio abbandonato della dea Vacuna (un’antichissima dea sabina venerata come patrona del riposo dopo i lavori della campagna) per iniziare a vivere con alcuni monaci, suoi compagni di viaggio, una vita eremitica. Così facendo pose le basi del complesso destinato a divenire uno dei più importanti del Medioevo Europeo e badia imperiale per volere di Carlo Magno (periodo di grande splendore dall’VIII secolo al XI secolo), che alternò periodi di potenza a momenti di decadenza e di rinascita, dando natali spirituali a numerosi santi e beati. Per quanto riguarda l’etimologia del nome, invece, bisogna fare riferimento al Farfa – un affluente del Tevere – che, appunto, ha dato il nome al piccolo borgo adiacente a questa grande e importante abbazia.

Dal punto di vista architettonico, di carolingio restano diversi elementi: il campanile e la testata destra del transetto impreziosita da eleganti lesene, un ricco portale romanico aperto nella facciata a salienti (attribuito ad Anselmo da Perugia e sormontato da una lunetta con l’immagine quattrocentesca della Vergine adorante il Bambino) che introduce nella chiesa intitolata a Maria, integralmente ricostruita nel 1492 dagli Orsini (lo stemma dei quali brilla al centro del soffitto a cassettoni azzurro e oro). L’impianto è invece di tipo basilicale a tre navate separate da arcate a tutto sesto e colonne doriche e ioniche. Attraversando un chiostrino longobardo si accede poi alla Biblioteca che ancora oggi vanta preziosissimi manoscritti e codici e rimanda al passato glorioso del suo fiorente scriptorium (che fu in grado di creare una sua propria scrittura minuscola, chiamata “Romanesca Farfense”).

Inoltre, questo luogo fuori dal tempo – avvolto nel silenzio e nella quiete – ha accolto durante gli anni migliaia di visitatori e personaggi illustri: ad esempio, tante sono state le visite di re, imperatori e papi fino a quella di Giovanni Paolo II il 19 marzo 1993. Attualmente, invece, il borgo adiacente all’abbazia accoglie con frequenza manifestazioni e iniziative di vario tipo: dal 30 aprile al 1° maggio 2024 ospiterà infatti la 22esima edizione della Fiera di Farfa. Si tratta di un evento dedicato ai “Prodotti locali, intrattenimento e storia dell’antico borgo medievale”: le aziende agroalimentari e i produttori locali di olio e alimenti biologici della Provincia di Rieti e della Regione Lazio saranno infatti i protagonisti indiscussi della manifestazione. Un vero e proprio viaggio nella cultura, in cui i visitatori avranno l’occasione di scoprire e approfondire la storia del borgo di Farfa grazie alle visite guidate condotte dal rinomato storico dell’arte, il professor Vittorio Maria de Bonis, noto volto di Rai1 ed esplorare la bellezza naturale della Sabina con passeggiate guidate nella Riserva Regionale Nazzano Tevere Farfa. Gli appuntamenti in programma saranno completamente gratuiti e avranno come punto di partenza il suggestivo borgo di Farfa. Un evento patrocinato dal Ministero del Turismo, Regione Lazio e Provincia di Rieti, in collaborazione con la Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa, Rete tra Imprese della Sabina, Biodistretto Sabino, Sabina Parco Slow, Campagna Amica, Coldiretti Lazio, Il Colle del Gusto, Happy Pingua Animazione, Road to green 2020, DBG Management & Consulting.

Collocata nel magnifico territorio della Sabina – dove regna incontrastata una risplendente e rigogliosa natura nella quale spiccano gli uliveti (dai quali nasce il tanto celebre olio di oliva DOP della Sabina) – l’Abbazia di Farfa è anche una stupenda occasione per visitare le bellezze storiche e naturalistiche della zona circostante. Nei pressi della celebre abbazia, infatti, si trova l’affascinante borgo medievale di Fara in Sabina che racchiude panorami mozzafiato, vicoli suggestivi e luoghi storici come il Museo Civico Archeologico e il Monastero delle Clarisse Eremite.