Sanità Rieti, mancato accordo in Prefettura. CGIL CISL UIL: “Senza stabilizzazioni del personale de Lellis e Sanità reatina in grande difficoltà”

Asl di Rieti
Infermieri Asl di Rieti

“Bisogna colmare la grave carenza di personale della Regione Lazio. E Rieti che non è certo fuori regione, soffre e rischia come le altre aziende delle province il collasso. Anche nel territorio reatino sono cessati in quest’ultimo anno e mezzo 100 operatori e c’è un saldo negativo di oltre 180 dipendenti se facciamo un raffronto con le consistenze organiche precedenti al commissariamento. Se le istituzioni preposte dalla costituzione al governo sanitario regionale non daranno il via libera per nuove assunzioni e per le stabilizzazioni, la nostra mobilitazione sarà ancora più forte”. Così Giancarlo Cenciarelli (Fp Cgil Roma e lazio), Roberto Chierchia (Cisl Fp Lazio) e Sandro Bernardini (Uil Fpl Roma e Lazio) – dopo il tentativo di conciliazione con la Prefettura di Rieti di oggi seguito alla proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori dichiarato dalle segretarie regionali di categoria di Cgil Cisl e Uil lo scorso 12 luglio, che hanno partecipato al confronto.

“Abbiamo recepito le difficoltà di interlocuzione della Asl Rieti riguardo ai bandi di stabilizzazione che la Legge prevede debbano essere espletate al 30 giugno scorso ma sui quali la regione invece sembra, a sentire da quanto riferito dalle aziende, non dare linee di intervento e direttive univoche. Le pericolose criticità per il funzionamento dei servizi di cura e assistenza sono evidenti e Regione dovrà dare risposte, che speriamo possano arrivare nell’ incontro che è stato convocato nella giordana di ieri per venerdì 5 agosto. È sua la titolarità della gestione e delle decisioni che riguardano il Sistema sanitario regionale, e se non lo farà il problema non potrà che ingigantirsi”, spiegano i sindacalisti. “Bisogna intervenire subito o, con una nuova ondata di contagi, si finirà per non garantire ai cittadini neanche i minimi assistenziali oltre a non dare risposte sullo smaltimento delle liste di attesa”
“Il personale precario oggi supera le trecento unità e c’è un grave disequilibrio tra livello dei servizi e le dotazioni organiche”.

Mancano infermieri, oltre 150 OSS che sono assunti da agenzie interinali con contratto di somministrazione, e poi figure di assistenza, tecnici, amministrativi, professionisti, ausiliari. Non si può continuare a contare solo sul senso del dovere e sul sacrificio dei lavoratori: raddoppio dei turni, prestazioni aggiuntive, carichi di lavoro fuori controllo non sono sostenibili. Il personale è allo stremo e non riesce più ad assicurare la presa in carico dei pazienti”.

“E mentre pensionamenti e contagi continuano a dissanguare l’organico in servizio, la Regione taglia i dell’80% dei posti a concorso, rinvia le stabilizzazioni e nega gli investimenti necessari per far funzionare ospedali e presidi”, concludono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “Dopo lo stato di agitazione, le bandiere e gli striscioni nelle strutture, finalmente la regione ci ha convocato per venerdì prossimo. Vedremo cosa intendono fare, altrimenti la nostra mobilitazione crescerà. Dobbiamo salvare la sanità del Servizio Sanitario Regionale ed inoltre siamo ancor più preoccupati per l’attuazione del PNRR riguardo la definizione della sanità del territorio che proprio la pandemia ha identificato quale problema nazionale.

Su questo versante se il governo nazionale oltre a finanziare le infrastrutture non investirà con apposite risorse sul reclutamento del personale difficilmente si potranno rendere funzionanti le 5 Case di comunità, i due Ospedali di Comunità e le 4 Centrali Operative Territoriali. Se non si assume si costruiranno solo cattedrali nel deserto e si dovrà ricorrere al privato. Se venerdì 5 agosto non ci saranno risposte concrete, andremo avanti con le nostre azioni sindacali a partire da una grande manifestazione sotto la sede regionale, fino ad arrivare anche allo sciopero del personale della sanità. È in gioco la salute dei cittadini, non ci fermeremo finché non sarà messa in sicurezza con le assunzioni, le stabilizzazioni e gli investimenti necessari”.