REATE FESTIVAL, RISULTATI ESTREMAMENTE POSITIVI

Concerto del 1° settembre

“La stampa nazionale ci ha paragonato al Metropolitan di New York e questo significa che gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati centrati in pieno”.

E’ il commento entusiasta del Sovrintendente della Fondazione Flavio Vespasiano, Carlo Latini, all’indomani della serata conclusiva del Reate Festival 2010. “Ieri è andato in scena l’ultimo degli straordinari eventi che hanno articolato il programma – ha continuato Latini – è stata l’occasione per far uscire dalla buca, rispetto alla serata inaugurale de “Il Campanello”, la Belcanto Orchestra che, come il Belcanto Chorus, avvia il proprio decollo nel panorama internazionale. Nei prossimi mesi, infatti, la veicoleremo in tutta Europa.

Gli sforzi profusi dalla Fondazione Flavio Vespasiano per l’edizione 2010 del Reate Festival sono stati molto significativi anche dal punto di vista economico. Le cose sono andate alla grande e il nostro Festival è balzato agli onori della cronaca non solo nazionale ma anche internazionale. Oltre trenta le testate giornalistiche che hanno espresso giudizi assolutamente lusinghieri. Ne siamo profondamente orgogliosi”.

Ieri sera non stava nella pelle nemmeno il sindaco Giuseppe Emili, presidente onorario della Fondazione Flavio Vespasiano, entusiasta per la significativa visibilità mediatica che il capoluogo sabino ha avuto su radio, tv e giornali. Rieti ha beneficiato così di un consistente ritorno economico.

A sottolineare la positività del bilancio, tracciato a riflettori spenti, anche Gianfranco Formichetti, vice presidente vicario della Fondazione presieduta da Gianni Letta. “Caratteristiche del Reate Festival sono state l’innovazione e l’originalità nel solco della grande tradizione del belcanto italiano con una particolare attenzione alla filologia. Lo abbiamo dimostrato sia con il “Don Giovanni” lo scorso anno, sia con “Le nozze di Figaro” quest’anno. Continueremo su questa strada in quanto siamo convinti che questa sia la situazione migliore per far trionfare un festival che ha caratteristiche di originalità”.

Ed è stato proprio il belcanto il cuore della rassegna. L’arte belcantistica ha infatti aperto e chiuso il cartellone. L’ultima serata, in particolare, ha reso protagoniste le due nuove formazioni del coro e dell’orchestra. “Il belcanto – ha sottolineato il prof. Bruno Cagli, direttore artistico della Sezione – è un grande dono che l’Italia ha dato al mondo ed abbiamo il dovere di salvarlo. Quest’anno abbiamo raggiunto risultati estremamente positivi sul piano della qualità e del livello, assolutamente internazionale. Ce l’hanno riconosciuto tutti e questo è motivo d’orgoglio ma è anche un riconoscimento a  chi ha realizzato questi teatri in cui si può lavorare al meglio per cantare”.