“Lo scorso 3 febbraio abbiamo protestato con l’INPS per la nota ingiustizia perpetrata a nostri danni. Abbiamo gridato alla politica, alla stampa e alle istituzioni competenti che eravamo stati condannati per il terremoto. Ebbene, questa condanna continua e ormai è definitiva. Oltre l’Inps anche l’Agenzia delle Entrate, in data 15 novembre, ci ha ingiunto che dobbiamo pagare altri 43mila euro per sanzioni e interessi, dovuti al ritardato pagamento delle ritenute Irpef di competenza del 2017, versate a settembre 2018, con l’obbligo di affrettarci, altrimenti le sanzioni saranno più alte di un terzo. Tra Inps e Agenzia delle Entrate siamo arrivati a quota 90mila euro”.
Questa la denuncia del sindaco di Amatrice Giorgio
Cortellesi.
“Come noto – ha continuato il sindaco – è una vicenda
che parte da lontano. Esattamente dal tragico sisma del 24 agosto 2016.
L’Amministrazione allora in carica, pur avendo provveduto a erogare gli
stipendi, non era riuscita a pagare i contributi C.P.D.E.L. e INADEL dei propri
dipendenti (riguardante i mesi di agosto e settembre 2016). Voglio ricordarlo a
chiare lettere: il Comune aveva perso ogni cosa, non aveva neanche carta e
penna, figuriamoci il collegamento telematico per controllare tali pagamenti. E
nonostante tutto, i contributi, pur in ritardo sono stati pagati. Restavano in
piedi solo le relative sanzioni. Da quel momento in poi, è iniziato un fitto
scambio epistolare con l’Inps per chiarire alcuni aspetti interpretativi della
norma. E l’Inps, incurante delle nostre osservazioni e delle nostre criticità
(una comunità in difficoltà economica e strutturale), ha continuato a
pretendere anche gli interessi (circa 40mila euro). Nell’ultima lettera
dell’Istituto del 19-11-2021, a firma del dirigente Filippo Pagano, si ribadiva
il diktat, col ricatto della concessione del Durc (che vincola le attività
amministrative alla regolarità dei versamenti, pena il blocco delle attività),
richiamandosi al Decreto legislativo numero 165 del 2001 e soprattutto al
decreto Mef del 2016, che prevede l’esenzione degli interessi unicamente ai
privati, i quali “a differenza delle amministrazioni pubbliche, non dispongono
di sufficienti risorse per fronteggiare le emergenze originate dall’evento
sismico”. Stessa motivazione paradossale sostenuta dall’Agenzia delle Entrate –
ha concluso il sindaco – che discrimina Amministrazioni come Amatrice che oltre
ai danni del terremoto deve fronteggiare problematiche quotidiane per rialzarsi
e ripartire. Morale della favola: un incubo per noi. E’ una vergogna e una
persecuzione”.