La testimonianza di Flora, una voce da Cittareale tra spopolamento e speranza

«La notte del 24 agosto è stata inimmaginabile, terribile, pensavamo che i danni si fossero verificati qui a Cittareale, ma poi uscendo ci siamo accorti che qui non era successo nulla e che la casa stava bene». Inizia così il racconto della signora Flora, un’insegnante in pensione che vive a Cittareale, uno dei comuni colpiti dal terribile sisma che ha devastato il centro Italia.
«Ci siamo messi al sicuro in uno spazio all’aperto – prosegue Flora – ci siamo assicurati di stare tutti bene e poco dopo siamo venuti a conoscenza della distruzione che aveva devastato Amatrice e Accumoli, dove ho vissuto dai due ai diciotto anni; mio figlio con un gruppo di amici ha organizzato una squadra diretta ad Amatrice per prestare soccorso, sono arrivati con la macchina fin sotto l’ospedale Grifoni, poi a piedi hanno iniziato a camminare su cumoli di macerie scavando dov’era utile e possibile».
Con la tristezza e la paura negli occhi la signora Flora ha continuato a raccontarci i giorni e i mesi che si sono susseguiti al 24 agosto. Vivendo con la madre di 97 anni, non ha mai potuto lasciare la propria abitazione, trovandosi costretta a dormire vestita e seduta sul letto per paura che da un momento all’altro il terremoto tornasse a scuotere le loro vite.
«Il presente non è dei migliori, il paese ha avuto una crisi di spopolamento dovuta al sisma, chi aveva la possibilità di seconde case altrove è andato via, qualcuno torna ogni tanto per controllare la situazione, ma altri da quella notte non sono più tornati a causa della paura che non passerà mai. Le giornate sono diventate interminabili: non tanto la mattina, che con i lavori di casa passa abbastanza velocemente, ma il pomeriggio, seduti davanti alla televisione, diventa tutto più difficile, e il silenzio che c’è fuori, provoca una tristezza nell’animo».
FONTE: andareoltre.org