LA STORIA DI… Marco

LA STORIA DI… MARCO è raccontata dalla direttrice di CNA Rieti, Enza Bufacchi.

Erede di un personaggio quasi leggendario, continua a sfornare pizze che contendono con poche altre il primato di migliori.

Marco, come molti figli di personaggi famosi, ha dovuto fare fatica per convincere della sua bravura, ma ormai questa è assodata e, anche lui, con il suo racconto, alimenta la leggenda paterna.

Adriano, così si chiamava il padre, è nella memoria collettiva di alcune generazioni associato a spensieratezza e divertimento, soprattutto per le battute disincantate e lapidarie con le quali era capace di sugellare una situazione, un comportamento inappropriato, un gesto. Durante gli anni della guerra Adriano aveva imparato a Roma a fare il fornaio, poi negli anni ‘50, tornato a Rieti, aveva iniziato a lavorare come pasticcere.

È il 1969 quando apre, a pochi passi dall’attuale sede, e con “l’aiuto di tutta la famiglia”, la moglie Onorina e le figlie Violetta e Letizia, la prima pizzeria al taglio e poi al piatto “A la taverna da Adriano”. Da quel momento si succedono una serie di cambiamenti, nel ‘78 alla pizzeria si aggiunge la discoteca e poi, dieci anni dopo, la sala giochi, solo per citare i più importanti.

Intanto nell’estate del 1975 Marco comincia a dare una mano in pizzeria; ha appena finito la terza media e si è iscritto all’Istituto Tecnico Industriale, frequenta per quattro mesi, quando il padre cerca un collaboratore e, nella difficoltà di trovarlo, propone a Marco di andare a lavorare definitivamente con lui. Così comincia per lui una vita, quotidianamente accanto al padre con il quale condivide il sacrificio e le soddisfazioni.

“Io non vivevo la mia età ma quella di chi frequentava il locale”, perché in quegli anni la loro pizzeria e il vicino bar Crosby erano i luoghi di ritrovo per eccellenza.

A quegli anni sono legati la maggior parte dei ricordi, quando suo padre “lasciava la pizzeria, andava a giocare a carte” e poi alla chiusura Marco lo raggiungeva e spesso si addormentava. Oppure quando, dopo la passeggiata in Viale Maraini discutendo dei massimi sistemi “arrivavano Bizzarri, Morsani, Vidimari e Franceschini”, quando “arrivavano gli ingegneri” delle aziende appena insediate del nucleo industriale, oppure, dopo le partite, le glorie del basket: Sojourner, Lauriski e Vendemini, così alto che doveva piegarsi per entrare”.

Oggi che suo padre non c’è più, Marco prosegue l’attività, sempre con sacrificio perché, dice, “ho vissuto qua dentro” e “l’attività è una spugna”, ma sempre con soddisfazione, anche quella, e qui Marco si commuove, di dare lavoro in questo tempo difficile ad alcune persone: Alina, Alberto e Kamil.

La pizza è fatta sempre con la stessa ricetta, lievito madre, prodotti di qualità e forno a legna, ora anche con impasto di farina integrale e di cereali. “La gamma di prodotti si è arricchita di hamburger, arrosticini e fritti”, tutto preparato “sotto gli occhi dei clienti” e volendo consegnato a casa.

Insomma Marco non solo è l’erede di un’attività imprenditoriale, ma il custode di un pezzo di storia della città. Anche per questo lunga vita al suo “Rugantino”, come oggi si chiama la pizzeria.
M
Rugantino di Marco Boncompagni
Piazza Marconi, 16-Rieti
Tel. 0746 200011, 349 4490132
Fb Pizzeria Rugantino

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