LA CORTE COSTITUZIONALE HA ANNULLATO L'OBBLIGATORIETÀ DELLA MEDIAZIONE CIVILE

Albo avvocati del Comune di Rieti
Con sentenza del 24 ottobre 2012 la Corte costituzionale ha annullato, per eccesso di delega legislativa l’art. 5 comma 1 del D.Lgs. 28/2010, che introduceva l’obbligatorietà della mediazione civile prima di poter adire il giudice ordinario.

Cade così uno dei punti di forza delle riforma della giustizia. Proprio attraverso l’obbligatorietà della mediazione infatti, il ministro Severino puntava a snellire il carico dei processi (soprattutto quelli civili) presso i tribunali ordinari.

La sentenza, le cui motivazioni saranno rese note alla Consulta nelle prossime settimane, non sembra preoccupare più di tanto il guardasigilli che puntava molto su l’obbligatorietà dell’istituto ma ora si dice pronta a puntare su una serie di incentivi che possano comunque favorire il ricorso alla conciliazione da parte dei cittadini.

L’illegittimità per eccesso di delega trova il commento positivo del presidente della Commissione Giustizia della Camera, Filippo Berselli (Pd), che ha ricordato come già la Commissione parlamentare, chiamata ad esprimere il proprio parere, si fosse espressa in maniera decisamente contraria adducendo esattamente le stesse motivazioni che sembrano aver orientato il parere dell’Alta Corte.

Soddisfazione per la sentenza anche da parte di Maurizio De Tilla, presidente dell’Oua, Organismo Unitario dell’Avvocatura, la rappresentanza politica dell’ordine forense, secondo cui con la sentenza della Corte Costituzionale ”si blocca il processo di privatizzazione della giustizia civile”. “Ora la battaglia continua contro l’aumento dei costi per i cittadini, l’eliminazione del filtro in appello e il taglio di oltre 1.000 uffici giudiziari” aggiunge De Tilla.

L’istituto della mediazione civile, è stato introdotto con il Decreto Legislativo n. 28 del 4 marzo 2010 dopo che l’Unione europea ne ha richiesto l’adozione sin dal 2008. L’istituto nasce con l’obiettivo di comporre conflitti tra soggetti privati relativi a diritti disponibili al fine di decongestionare il sistema giudiziario italiano dal carico di processi pendenti e nel tentativo di allineare i tempi della giustizia italiana alla media dei partner europei.

Come funziona: un mediatore, qualificato e terzo, tenta di far addivenire le parti ad una composizione della controversia in modo amichevole e lui stesso può proporre formule di risoluzione della controversia stessa senza per questo avere l’autorità di imporre soluzioni vincolanti per le parti e lasciando alle stesse libera facoltà su un eventuale accordo finale.

Proprio nei giorni scorsi si era tenuta presso la Camera di Commercio di Rieti la “Settimana Nazionale della Conciliazione delle Camere di Commercio”, l’appuntamento promosso dal sistema camerale per incentivare il ricorso alla cosiddetta “giustizia alternativa”.

Anche la Camera di Commercio di Rieti infatti, così come altre 105 sull’intero territorio nazionale, ha istituito il servizio e si sta ora adoperando per promuoverlo e per diffondere informazioni sulle novità legislative attraverso l’organizzazione di incontri e dibattiti con i soggetti istituzionali, le associazioni di rappresentanza delle imprese e gli ordini professionali.

Nel periodo 1 gennaio – 30 settembre 2012 sono ben 220 le istanze di conciliazione pervenute presso l’ente camerale presieduto da Vincenzo Regnini. 180 di queste risultano già concluse. Il 10% delle vertenze, che riguardano soprattutto controversie sui diritti reali e danni derivanti da incidenti stradali, si sono chiuse con un accordo.