“Cade il Muro, rinasce l’Europa” è il titolo della mostra fotografica che sarà aperta il 9 novembre per celebrare il ventennale della caduta del Muro di Berlino.
L’allestimento verrà realizzato nella sala mostre del Palazzo comunale, a Rieti in piazza Vittorio Emanuele II.
All’apertura, prevista per lunedì alle 11, parteciperanno il vicepresidente del parlamento europeo, Roberta Angelilli, il sindaco di Rieti, Giuseppe Emili e gli assessori comunali Costini e Nobili.
La mostra, che ha avuto il patrocinio del Comune capoluogo e della Regione Lazio, proseguirà fino al 14 novembre con i seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 20 ed è stata curata dalle associazioni culturali Area e Vacuna. Si tratta di un percorso storico e di emozioni attraverso il Secondo dopo guerra fino al giorno della caduta del Muro e spiega i principali avvenimenti che hanno stravolto gli equilibri dell’Europa.
“Vogliamo sensibilizzare anche le scuole su questo evento – spiega l’assessore comunale alle Politiche scolastiche Lidia Nobili -. Spesso i programmi scolastici non arrivano a toccare quegli anni e gli studenti non conoscono a fondo un avvenimento che ha determinato l’attuale assetto del Vecchio continente. La mostra affronta con onestà intellettuale la storia e il nostro obiettivo per i prossimi anni è di coinvolgere più istituti scolastici”.
“L’allestimento fotografico non è un’interpretazione della storia – aggiunge l’assessore comunale ai Rapporti con le comunità culturali Felice Costini – ma racconta i fatti così come andarono. L’intento è spiegare ai ragazzi che il Muro divise l’Europa in due civiltà e il ricordo della sua caduta è l’apertura di un varco in un silenzio strumentale su alcuni avvenimenti, poiché nella cosiddetta ‘memoria condivisa’ spesso si dimenticano volontariamente alcuni pezzi di storia”.
“Mi auguro che la mostra serva ai ragazzi per una maggiore conoscenza di quei fatti – continua Vincenzo Silvi, presidente di Area -. Abbiamo ricevuto il patrocinio di due importanti enti a testimonianza del valore dell’allestimento fotografico”.
“Molte delle immagini – spiegano Ilaria Adriani e Mariangela Lanzara, curatrici della mostra – sono tratte dagli archivi di stampa tedeschi. È un percorso storico, ma anche di sentimenti che vanno dalla rabbia per la costruzione del Muro alla speranza, fino alla gioia di quel 9 novembre. Il lato emotivo coinvolgerà i visitatori. Tra le foto più emblematiche ci sono sicuramente quelle delle persone, ormai divise tra Est e Ovest, che si salutano. Ci auguriamo che gli studenti possano capire che la libertà di cui oggi godono è frutto anche del sacrificio di quelle donne e di quegli uomini”.
La mostra si inserisce all’interno delle iniziative per le celebrazioni del ventennale della caduta del Muro. Tra queste vi è il concerto della “Compagnia dell’Anello” a Rieti, in programma per sabato 14 novembre alle 21 al “Blue Ice”, in via Fratelli Sebastiani, nei pressi della caserma dei Vigili del fuoco.
A VENT'ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO, MOSTRA FOTOGRAFICA
SIMEONI SUI DATI DEL LAVORO IN PROVINCIA
Il peggioramento delle situazione occupazionale della provincia è sicuramente dovuto all’attuale crisi economica generalizzata, ma di fronte a una dato regionale il quadro locale risulta addirittura drammatico.
Abbiamo, infatti, un aumento dei disoccupati del 36 per cento, mentre è il 20 in ambito regionale, la mobilità cresce del 201 per cento, ma nel Lazio è “solo” del 7,6. Unica nota “positiva” sono le ore di cig nel primo semestre del 2008 che aumentano del 194 per cento, mentre a livello regionale segnano un più 325 per cento.
A questo punto è facilmente riscontrabile una responsabilità da parte della Provincia per questi dati. È, infatti, l’ente deputato a coordinare le politiche del lavoro sul territorio e, seppur si sia confrontata con un contesto già provato da precedenti crisi, ha mostrato una scarsa capacità di intervento e di progettualità in termini di strategie occupazionali.
Alcuni fattori che emergono dal rapporto di Upi-Eures sono emblematici per dimostrare questa inerzia. È sufficiente guardare i dati del Centro dell’impiego per comprendere che non esiste una capacità di reinserimento dei disoccupati a lungo termine o che vi è, ad esempio, una scarsa conoscenza da parte delle imprese delle funzioni che svolge il Cpi.
Si evince, inoltre, un’assenza di responsabilità sociale d’impresa nei confronti di chi ha diritto a un’assunzione in base alla normativa sulla disabilità e invalidità. Solo l’1 per cento degli assunti è, infatti, inquadrato con questo meccanismo. I tirocini formativi per i giovani invece che far incontrare lo studente con le imprese per produrre un’occupazione, solo in un’esigua percentuale hanno prodotto un’assunzione che comunque è cessata nell’arco di 12 mesi.
La formazione professionale, che dovrebbe essere un pilastro fondamentale per la crescita dell’occupazione e dovrebbe essere funzionale anche nelle fase di riconversione industriali, al di là di pochi esempi, non ha prodotto possibilità lavorative e un miglioramento del know how aziendale.
Ritengo che la Provincia debba iniziare davvero una serie di azioni concrete anche in virtù di una legge finanziaria e dei decreti anti-crisi che hanno raddoppiato i fondi per gli ammortizzatori sociali e hanno rilanciato il contratto di solidarietà. In questa fase, anche se si intravede un miglioramento della situazione economica del Paese, questa tipologia di contratto può rappresentare un utile strumento.
L’amministrazione provinciale non può più esimersi dalle proprie responsabilità come in passato e deve cominciare realmente una politica che possa dotare il territorio di un nuovo pacchetto lavoro capace di interpretare al meglio le esigenze di imprese, lavoratori e famiglie. Ci auguriamo che non si riproponga quanto avvenuto per il Patto Rieti 2006, che nonostante fosse precedente alla crisi economica mondiale, non ha trovato applicazione in nessun punto, anche a fronte di un contesto congiunturale più favorevole.
Auspichiamo, infine, che l’assessore provinciale Luigi Taddei, nella nuova veste di delegato alle Politiche lavorative, non riproponga le ricette utilizzate quando aveva la responsabilità del Personale per la pseudo stabilizzazione degli lsu in Provincia, un’operazione che non ha prodotto una buona occupazione, ma solo lo spostamento del problema.
OPERAZIONE: “JACKALS 2”, ALTRA ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE PER TERZINI E GIUFFRIDA
Un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata notificata a Luciano Terzini, 52 anni e a Filippo Giuffrida di 37, già ritenuti autori di 4 rapine effettuate a Passo Corese e Osteria Nuova, e arrestati dai Carabinieri del Reparto Operativo il 12 Ottobre scorso.
Questa volta l’ordinanza è firmata dal GIP del Tribunale di Forlì, e i due sono stati riconosciuti autori di una rapina perpetrata il 15 settembre 2009 alla banca popolare di Lodi – Agenzia 1 di Forlì, via Meucci 1.
Ad eseguire l’arresto sono stati i Carabinieri del Reparto Operativo di Forlì, che hanno operato in collaborazione con quelli del Reparto Operativo di Rieti.
A Giuffrida l’ordinanza è stata notificata alla casa circondariale di Regina Coeli, viceversa a Terzini è stata notificata alla casa circondariale di Rieti.
Il 3 luglio dello scorso anno Terzini e Giuffrida rapinarono 40.000 euro all’agenzia Cariri di Passo Corese. Quattro mesi più tardi, sempre a Passo Corese, un nuovo colpo gli fruttò un bottino di 15.000 euro. Lo scorso aprile, si erano impossessati di 22.000 euro e l’11 agosto, a Osteria Nuova, di 20.000.
Una speciale squadra anti-rapina del Reparto Operativo di Rieti analizzò i fotogrammi delle telecamere delle banche, e, studiando le caratteristiche antropometriche dei rapinatori, constatò che si trattava delle stesse persone, che successivamente furono identificate in Terzini e Giuffrida.
Il lavoro dei carabinieri del Reparto Operativo non finì lì e i militari analizzarono i fotogrammi di tutte le rapine rimaste ad opera di ignoti commesse negli ultimi mesi.
Hanno così scoperto che le immagini dei due sospetti comparivano in un numero impressionante di rapine eseguite a Roma, a Frosinone, nell’agro pontino, nel litorale romano e anche a Forlì.
Sono stati quindi i Carabinieri di Rieti a mettere quelli di Forlì sulla giusta pista, consentendogli, così, di scoprire gli autori della rapina e a farli nuovamente arrestare.
IL PORTAVOCE DELLA DIOCESI SUL CROCIFISSO IN AULA
Sta suscitando un ampio dibattito la sentenza della Corte di Giustizia dell’ Unione Europea relativa alla presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche dello Stato italiano.
L’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della Diocesi di Rieti interviene nel dibattito proponendo alcune riflessioni all’opinione pubblica reatina.
Intanto è necessario constatare con una certa amarezza che nella quasi totalità delle scuole reatine, e di buona parte dell’Italia, il Crocifisso è scomparso da tempo, nonostante vi sia un certo legame della nostra gente con i simboli della religione e della tradizione cristiana; quindi si ha la sensazione che si stia lottando su princìpi astratti, mentre, di fatto, il problema sembra non porsi più.
La sentenza, emessa da giudici che notoriamente hanno una esplicita collocazione ideologica, manifestamente contraria alla cultura e alla religione cristiana, sembra partire dall’assunto che le religioni sono tutte eguali di fronte alla legge. Ciò è vero, ma è a tutti noto che questo riguarda la dignità delle religioni, la libertà di culto e di proselitismo, ma non si possono trattare situazioni diverse in modo eguale. Il contributo del cattolicesimo alla formazione del patrimonio culturale del popolo italiano sovrasta ogni altra esperienza religiosa pur rispettabile e degna.
Sembra anche che l’esposizione del Crocifisso sia contraria alla libertà di educazione religiosa delle famiglie, come se fosse un’imposizione ad abbracciare una fede religiosa.
La persona e l’opera di Gesù Cristo sono oggetto di studio, di apprezzamento e perfino di venerazione in quasi tutte le religioni non cristiane, e la sua condanna a morte, a una morte ingiusta e ignominiosa, suscita in credenti e non credenti riflessioni e sentimenti che oltrepassano ogni esperienza religiosa e ogni ideologia.
Il Crocifisso nei tribunali è segno di una sentenza ingiusta, che riunisce in sé tutte le ingiustizie della storia, ed è monito per gli operatori della giustizia, perché adempiano con avvedutezza e prudenza alla grave funzione di giudicare.
Il Crocifisso nei luoghi di cura, come segno di speranza e di condivisione del dolore umano, rappresenta la possibilità di superare le sofferenze e dare ad esse un significato più alto.
Il Crocifisso nelle scuole ricorda a tutti che il patrimonio storico-culturale del popolo italiano è totalmente pervaso di cristianesimo, anche, paradossalmente, quando il Crocifisso è stato ingiustamente strumentalizzato per giustificare atti di violenza e di sopruso.
Anche per i Giudici della Unione Europea, inoltre, vale il princìpio di essere soggetti solo alla legge e, nel caso, non vi sono leggi esplicite che impediscano l’esposizione di tale simbolo nelle scuole e negli Uffici pubblici del Crocifisso.
Se tale discutibile principio dovesse essere accolto potrebbe essere considerato lesivo della libertà di educazione in materia religiosa anche lo studio della Divina Commedia o della Storia dell’Arte, come pure la collocazione di Croci su edifici visibili dal pubblico (Chiese e campanili).
Ci si augura che i ricorsi che saranno presentati vengano accolti, per ragioni di ordine giuridico, logico e politico e che i Paesi appartenenti alla Unione Europea siano lasciati liberi di legiferare in tal senso e conservare usi e tradizioni secondo il sentire comune dei cittadini.
In caso contrario, se l’opera di demolizione di una precisa e ricca tradizione come quella cristiano-cattolica dovesse proseguire, dovrebbe essere posta in discussione la stessa partecipazione dell’Italia ad una Unione Europea come quella che si va costruendo.
Per ora, hanno votato di nuovo Barabba!
PROVVEDIMENTI PER EFFETTUARE IL DESPOLETTAMENTO E BRILLAMENTO ORDIGNO BELLICO
Domenica 8 novembre prossimo a partire dalle ore 10.00 e fino alle ore 14.00 saranno effettuate le operazioni di despolettamento e brillamento di un ordigno bellico rinvenuto in loc. Colle della Felce a Passo Corese di Fara in Sabina.
Per consentire lo svolgimento in sicurezza di tutte le attività il Sindaco di Fara in Sabina emetterà, d’intesa con la Prefettura, apposita ordinanza e le autorità competenti adotteranno una serie di provvedimenti che riguardano:
Viabilita:
chiusura totale al traffico della S.R. 313 che collega Fara in Sabina a Poggio Mirteto dal km. 0+800 (semaforo di Passo Corese) al km. 7+500 (loc. Pontesfondato) in entrambi i sensi di marcia;
blocco della S.R. 313 all’altezza del km. 10+200 (Bivio Colonnetta) con indicazioni in loco dei percorsi alternativi;
interdizione delle strade a carattere locale che ricadono nell’area delle operazioni.
La viabilità alternativa è stata indicata dalla Polizia Stradale nella S.P. 41 Farense con direzione Fara in Sabina per chi proviene dalla via Salaria, mentre per chi proviene da Poggio Mirteto la viabilità alternativa è individuata S.P. 42 con direzione Monopoli di Sabina.
interruzione erogazione dalle ore 10.00 alle ore 14.00 nel raggio di 500 mt dal luogo delle operazioni.
sospensione della circolazione ferroviaria nel tratto interessato nella stessa fascia oraria.
il Cotral effettuerà il servizio secondo percorsi alternativi
limitazione dello spazio e del traffico aereo nell’area nella stessa fascia oraria.
DALLA FUSIONE DI ALAI E CLACS NASCE FELSA CISL
La FeLSA, federazione lavoratori somministrati autonomi ed atipici, opera in provincia di Rieti dallo scorso 15 ottobre con l’obbiettivo di estendere le tutele su tutto quel mondo del lavoro definito come “non standard” in cui confluiscono lavoratori in somministrazione, con collaborazioni coordinate e lavoro autonomo, quest’ultimo espresso dalle numerose associazioni professionali e sindacali del settore.
La FeLSA, così è denominata la nuova organizzazione sindacale della Cisl, nata dall’unione di Alai e Clacs, è una categoria di prima affiliazione che in questi giorni sta costituendo le segreterie regionali e a cascate quelle territoriali, con il fine di arrivare all’inizio del 2010 con gli organismi già costituiti, pronti a continuare la sfida delle tutele sulle categorie più deboli dei lavoratori: I precari appunto. Quest’ultima categoria, oltre ad essere soggetta ad un aumento esponenziale del numero complessivo dei lavoratori coinvolti, con un constante aumento su tutti i settori del mondo del lavoro, stanno subendo la più grande decurtazione di posti di lavoro (con un + 33 per cento su scala nazionale) e con punte del 42 per cento sul territorio reatino.
L’Alai–FeLSA di Rieti, seppur in una veste rinnovata, continuerà nel cammino già tracciato, vicino ai lavoratori atipici, attraverso attività di supporto ed informative, fornendo assistenza e garantendo tutta una serie di servizi e consulenze a disposizione di tutti gli iscritti di Rieti e provincia, presso gli uffici Cisl di viale Fassini 20.
REAL RIETI CALCIO A 5, GLI APPUNTAMENTI DEL FINE SETTIMANA
Gli appuntamenti del fine settimana del Real Rieti Calcio a 5:
L'ASSESSORE MEZZETTI OSPITE IN COMMISSIONE CONSILIARE DEL COMUNE
Su invito del Presidente della Commissione Sport, Sicurezza sociale, cultura e Tempo libero Fabio Nobili, l’Assessore alle Politiche turistiche della Provincia di Rieti, Alessandro Mezzetti è stato gradito ospite in sede di Commissione Consiliare.
Un incontro programmatico e di pianificazione voluto nell’ottica di un proficuo dialogo istituzionale nel corso del quale sono state messe sul tavolo le prospettive del turismo a livello comunale e provinciale, creando così le basi per una strategica e reciproca collaborazione tra Enti anche per quanto riguarderà la calendarizzazione di eventi evitando così sovrapposizioni e concomitanze.
L’Assessore Mezzetti ha riferito il progetto promozionale e di rilancio della Provincia: dal Cammino di Francesco agli itinerari delle ippovie, fino al Piano del turismo Provinciale con un importante e significativo passaggio sul prossimo scioglimento delle APT ed il passaggio delle deleghe alla Provincia. L’incontro in sede di Commissione provinciale ha interessato inoltre il monte Terminillo e i fondi stanziati per il rilancio delle piste e degli impianti scioviari.
<Sono estremamente soddisfatto – spiega il Presidente Fabio Nobili – di questo primo incontro tra la Commissione e l’Assessore provinciale Mezzetti. Ho constatato, trasversalmente, una reciproca apertura al dialogo e un comune interessamento verso un vero progetto di rilancio e di valorizzazione del comparto turistico, settore strategico per l’economia locale>.
PAOLUCCI: NO ALLA CASSA INTEGRAZIONE PER LA RITEL
Tutti gli incontro al Ministero dello Sviluppo economico hanno spazzato via gli ultimi dubbi che qualcuno,non la UILM, aveva, che La Ritel era un bluff, non ha portato ne un prodotto ne un ora di lavoro. Adesso in cambio i Lavoratori dovranno fare la Cassa Integrazione, era da tempo che in tanti la Invocavano, pensando che così si sarebbe ottenuto un nuovo capitano coraggioso.
(Core Consulting, Industrial Group e Laser Memory Card )
Anche Core Consulting, è risultata essere una scatola vuota, creata dal nulla, al solo scopo di fare questo “ Super Affarone” alle spalle dei lavoratori. Pertanto chiedo all’Amministrazione Provinciale di dare seguito a quanto dichiarato al Ministero di rilevare le quote di Core Consulting a valore nominale, e le quote di Industrial Group e Laser Memory Card a Finmeccanica sempre a valore nominale.
A questo punto credo che l’avventura di Ritel tutta, possa ritenersi conclusa, e per il bene dei lavoratori debbono farsi da parte tutti nessuno escluso,per il fallimento Certificato.
Se così non sarà saremo costretti a tutelarci in base alle leggi vigenti sulle esternalizzazioni attraverso la magistratura.
ASSOCIAZIONE AREA, PARTITO DEMOCRATICO INCOERENTE
Il voto contrario del Pd alla mozione presentata dalla consigliera provinciale Lidia Nobili e dal Popolo della libertà è un atto di incoerenza. Se da una parte assistiamo, infatti, a battaglie politiche del Pd per la presenza femminile negli organi di partito, nell’amministrazione provinciale, al momento di concretizzare un importante passo in avanti per la giusta rappresentanza di genere in giunta, gli esponenti del Partito democratico si tirano indietro.
La mozione discussa al consiglio, che poteva considerarsi "bipartisan", chiedeva semplicemente l’applicazione delle leggi, anche costituzionali, tuttora in vigore.
È quindi incomprensibile, se non per motivi strumentali, "equilibri" interni e logiche di scuderia dei consiglieri Pd, il voto contrario di ieri. Inoltre, hanno avuto più di quindici anni per mettere mano allo statuto e se mai lo faranno è solo il risultato della battaglia portata avanti dai consiglieri provinciali Pdl che hanno sollevato la questione.
A ciò si aggiunge l’atteggiamento di Fabio Melilli, che da presidente dell’Upi promuove le cosiddette Pari opportunità, mentre a palazzo Dosi non mette in pratica le buone intenzioni.

