CSM, MASSIMI PD: IL DIBATTITO E' UNA RIVINCITA POLITICA CHE NON TIENE CONTO DEI MALATI

0

Il dibattito, non nuovo, circa la riduzione del funzionamento del Centro di Salute Mentale da 24 a 12 ore, ha più il sapore di una rivincita politica, che non tiene conto delle necessità dei malati e delle loro famiglie.

Preoccupazione e perplessità derivano, infatti, dalle possibili conseguenza che il previsto taglio di turni può provocare.

Molti degli interventi svolti dal servizio notturno del CSM si traducono in assistenza domiciliare, in assenza della quale aumenterebbe il numero dei ricoveri in ospedale, con conseguente incremento della spesa, anziché del risparmio previsto.

L’ARES 118, che dovrà sopperire all’assenza di attività notturna degli operatori del centro, dispone di tutte le figure professionali necessarie a questo tipo di interventi? Prima di effettuare tagli e modifiche, non sarebbe opportuno provvedere ad una adeguata formazione del personale del 118?

Eliminare servizi che permettono di contenere i ricoveri, a fronte di una generale riduzione di posti letto, non rischia di ingolfare un servizio sanitario ospedaliero già in grave difficoltà e di metterne ancora più in discussione l’ auspicata efficienza?

Prescindendo da questioni ideologiche o di sterile disputa politica, sarebbe a nostro avviso essenziale che venisse avviato un confronto con gli operatori del settore, associazioni e sindacati, al fine di valutare la reale attività svolta dal CSM e operare scelte che, nell’indiscutibile bisogno di contenere i costi, territorializzino i servizi anziché accentrarli in ospedale, e potenzino il CSM di ulteriori servizi in linea con quanto avviene in altre esemplari realtà presenti sul territorio regionale e nazionale.

CICCOMARTINO CGIL FP: COSTINI FAREBBE BENE A SCENDERE DALLE PALAFITTE IDEOLOGICHE

0

Si ostina, Costini, dall’alto della palafitta ideologica che si è costruito, a fare un caso dell’articolazione oraria del servizio psichiatrico, denunciando come un intollerabile spreco il fatto che tre infermieri, in turno, operino anche di notte.

Il tutto per una spesa aggiuntiva totale annua inferiore a 30.000 euro, che però a conti fatti fa risparmiare alla ASL di Rieti, risorse ben maggiori in termini di minori ricoveri. Mai una parola, Lui che è assessore al Comune di Rieti, sulle spese per consulenze, portaborse, “convenzioni” di centinaia di migliaia di euro a cooperative (vedi S.Michele Arcangelo) sulla cui utilità per i cittadini del capoluogo più tassato di Italia si potrebbe discutere.

Per fare alcuni esempi citiamo:
Gli oltre 800.000 euro annui spesi dal Comune per “chiamate dirette” (articoli 90 e 110, e cioè uffici di staff- postaborse degli assessori e altre chiamate dirette di stretta competenza della politica);

I quasi 100.000 euro annui per una attività di consulenza per gli appalti (ma i dirigenti che ci stanno a fare?);

I quasi 500.000 euro annui per la convenzione con la cooperativa S.Michele Arcangelo (che Lui conosce bene) per la manutenzione di impianti sportivi;

Le spese per “Pubblicità e comunicazione” (pare  che solo nel 2010, solo nel settore della Polizia Municipale, siano stati spesi circa 50.000 per pubblicità, tutti con la stessa ditta e , sempre pare, senza alcuna procedura di evidenza pubblica);

Le centinaia e centinaia di migliaia di euro “elargite” per la gestione del contravvenzionale alla ditta Cespol (sempre senza gara) che sempre pare, ha continuato per tutto il 2010 ad emettere fatture a costi vergognosi nei confronti dei cittadini reatini che sono sempre quelli del capoluogo con la tassazione locale più alta d’Italia.

Potremmo continuare a lungo.
Se ritiene Costini, di avere un po di dignità di Amministratore, batta almeno un colpo rispetto a quanto avviene nel Comune dove Lui è assessore (e quindi partecipa alle decisioni), se non altro per acquisire maggiore credibilità quando si ostina a sfogare il suo “furore ideologico” (nascondendolo dietro contestabilissime motivazioni di razionalità della spesa) e fungendo da paravento a ben meno nobili motivazioni (di altri), furore ideologico che evidentemente non ha la possibilità di esercitare in altri ambiti.

RIF.COMUN FDS: IL CARNEVALONE DISTURBA CHI NON RIESCE A FARE UNA MANIFESTAZIONE DI SIMILE ENTITA'

Da numerosi anni il “Carnevalone Liberato” maschera la Sabina rendendola assimilabile, per questa giornata, a realtà di più ampia entità demografica ed economica.

Si respira quell’aria che percepisci a Gubbio, il giorno della Corsa dei Ceri, dove l’attualità cede il passo alla tradizione, le contrade prevalgono sulle classi sociali e l’importanza del denaro svanisce di fronte ai brividi del passato.

E’ vero, come sostiene Walter Consumati, uno dei principali organizzatori, che quest’evento rappresenta in sé un momento di storia, di rilancio turistico, date le migliaia di persone presenti (a prescindere dalle condizioni atmosferiche) e di politica giovanile, con la concessione di una dimensione dove in ogni angolo è festa all’insegna di gruppi musicali itineranti, di giocolieri, di artisti di strada, gruppi mascherati, colore ed euforia. Da chi getta discredito, invece, ogni anno, sentiamo che Poggio Mirteto diventa un ricettacolo di brigatisti rossi e un raduno per drogati.

Per la prima supposizione si può tranquillamente dire che le uniche bombe a esplodere sono quelle di coriandoli mentre per la seconda, purtroppo se qualcuno decide di assumere sostanze chimiche per alterare il proprio stato d’ animo, non dipende dall’agire degli organizzatori ma dal proprio libero arbitrio, che può malauguratamente manifestarsi anche in altro luogo.

Il successo acquisito da  questa folkloristica manifestazione evidentemente disturba chi non riesce ad organizzarne una di simile entità.

AZIONE GIOVANI: IL CARNEVALONE LIBERATO E' UNA VERGOGNA

"Come suo solito, Walter Consumati, uno degli organizzatori, nasconde la testa sotto la sabbia per difendere l’indifendibile: la sua creatura ormai diventata un mostro sfuggitogli di mano che, seppur un giorno l’anno, porta con sé una lunga scia di polemiche.

Il Carnevalone liberato è fuori controllo: questa è la verità; e la conoscono bene i cittadini poggiani che quel giorno devono scegliere tra due possibilità: restare in casa come ostaggi o scappare dal loro paese per far rientro soltanto a notte fonda".

Un’amara realtà smascherata dalla lunga battaglia portata avanti dai ragazzi di Azione giovani.

Se quest’anno il numero di arresti e denunce è diminuito, hanno inciso fortemente due fattori: la pioggia, che ha scoraggiato molti potenziali partecipanti; e l’effetto deterrente causato dal forte dispiegamento di forze dell’ordine. Walter Consumati raggiunge la follia quando associa il Carnevalone liberato ad un ipotetico "turismo di ritorno".

"Proprio non riusciamo a vedere come una manifestazione che offende il Cristianesimo possa coesistere con il turismo religioso che caratterizza la nostra provincia. Questa manifestazione è la vergogna della Sabina".

CSM, COSTINI: BIGLIOCCHI E CGIL FP SBAGLIANO. FANNO "SOCCORSO ROSSO POLITICO"

0

"Come facilmente prevedibile e abbondantemente preannunciato, la “macchina salva notti” del Csm si è messa in moto nel malcelato tentativo di difendere gli interessi degli operatori e non dei pazienti.

Mi riferisco alla sollevazione scomposta e giurassica nei contenuti della Cgil Fp (che, val bene ricordarlo, nel Dipartimento di Salute Mentale ha circa 1/5  di tutti gli iscritti della sanità),  alle varie associazioni da sempre vicine alla sinistra e al consigliere Bigliocchi, ultimo politico in ordine cronologico, che da circa venti anni viene assoldato per perorare una causa sostanzialmente indifendibile, ma che è stata sempre graziata, non per motivi strettamente sanitari, dalle varie amministrazioni della Asl.

Tutto ciò a riprova che il problema del Csm di Rieti scende sempre sul piano politico e poco sanitario, dove  l’interesse dei cittadini e dei pazienti fa solo da alibi a ben altri privilegi. Purtroppo però, per questi stoici paladini, i dati reali sull’attività notturna (e non quelli demagogicamente millantati) sono impietosi e rendono conto di un dispendio di risorse economiche e umane assolutamente inutile ed inaccettabile in un momento in cui vengono addirittura chiusi interi ospedali. In aggiunta e senza infierire più di tanto, per capire come l’organizzazione del Csm di Rieti sia sostanzialmente volta all’autoconservazione di certi lussi,  basterebbe vedere, ad esempio, come lo straordinario di tutto il comparto del Dsm venga praticamente assorbito gran parte dagli operatori del servizio. È evidente, quindi, che il Csm di Rieti necessita di un bel lavoro di riqualificazione e modernizzazione della propria organizzazione, funzione e di una maggior controllo sul suo operato anche di tipo amministrativo. Guarda caso, l’altra Regione dove è stata  progressivamente smobilitata dal 2006 l’apertura notturna dei Csm, è la Campania, dove nella Asl di Napoli 1 gli infermieri hanno lo stipendio più alto d’Italia, gonfiato da straordinari ed indennità notturne per fare, anche lì,  1,5 interventi al mese.

Inoltre, appare alquanto strano, il fatto che nessuno di questi soggetti sopracitati (sindacati, associazioni, politici) abbia, ad esempio, scritto una sola  parola quando è stato ridotto il personale infermieristico notturno (da 5 a 4 infermieri) nel pronto soccorso dell’ospedale dalla precedente amministrazione o è stato praticamente dimezzato l’organico dei medici nell’Spdc tanto che ora, anche una semplice assenza per malattia è diventata un problema rilevante per il servizio ospedaliero: evidentemente, all’epoca di queste  operazioni, non c’era nessun iscritto da difendere o nessun amico da appoggiare, o non si voleva disturbare la dirigenza amica e magari c’era l’esigenza di portare avanti “il furore ideologico”, quello si, caro alla sinistra, di organizzare il servizio psichiatrico in maniera pseudoterritoriale, ma sempre salvaguardando i lussi di pochi operatori. Anche qui, però, i dati di quella riorganizzazione sono impietosi (aumento di tso, aumento di ricoveri ordinari e ripetuti) e rendono conto del clamoroso fallimento, perché sarebbero dovuti andare esattamente nella direzione opposta.

Per questo, caro Bigliocchi, dati veri alla mano, procedure di buona pratica clinica, ribadiscono la necessità di organizzare il servizio in modo realmente territoriale, moderno, al fine di avere più risorse umane ed economiche per svolgere attività diurna di presa in carico, accoglienza, prevenzione delle crisi, maggiore attività domiciliare, sostegno ai familiari. Lasciare che il Csm di Rieti mantenga l’attuale organizzazione, incardinata sull’urgenza notturna con numeri ridicoli (e peraltro, di competenza istituzionale del 118), significa fare soprattutto l’interesse degli operatori e non dei pazienti perché, comunque,  quando  le urgenze sono vere il paziente finisce, correttamente, sempre  nel pronto soccorso trasportato dal 118.  Come mai nelle rosse Emilia Romagna o nell’Umbria, patrie di buona sanità, i Csm chiudono alle ore 20 come in tutto il resto del Lazio? È un problema di lobby e non di ideologie, caro Ciccomartino.

È infatti clamoroso il controsenso e la superficialità con cui proprio la sinistra e i suoi derivati locali, trattano l’argomento perché se da un lato considerano, giustamente, il paziente psichiatrico come un cittadino avente gli stessi diritti degli altri, non si capisce perché poi debba essere stigmatizzato con interventi particolari, diversi dagli altri cittadini malati".

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ANDREA DI NICOLA "PASQUALE LUGINI, UN MEDICO GERARCA"

0

Lunedì 28 marzo, presso la Sala dei Cordari in via Arco dei Ciechi 22, Giuseppe Parlato dell’Università San Pio V di Roma, Gianfranco Formichetti assessore comunale di Rieti, e Antonio Cicchetti consigliere regionale del Lazio, presenteranno l’ultima fatica di Andrea Di Nicola «Pasquale Lugini, un medico gerarca», dedicato a un personaggio caduto nell’oblìo nonostante egli sia stato un protagonista della storia non solo reatina nella prima metà del Novecento.

 Pasquale Lugini (1896-1947) è una delle personalità più spiccate che abbiano illustrato il Reatino nella prima metà del secolo scorso. Figlio di Domenico, medico di Fiamignano e studioso appassionato di storia locale, ebbe modo di segnalarsi per le stesse doti paterne: amore e rispetto verso il prossimo, passione per l’arte e la cultura.

Dopo la guerra del 1915-18, Lugini si laureò in medicina alla Sapienza e fin da studente par-tecipò con entusiasmo alla intensa vita culturale romana. Con un gruppo di amici nei primi Anni Venti animò il “Fondaco di baldanza”, così chiamato da Gabriele d’Annunzio princi-pale riferimento di quel circolo culturale vivacissimo. Al Fondaco aderirono giovani univer-sitari di diversa estrazione culturale e politica che successivamente avranno grande rilievo in diversi campi, da Enrico Fermi ad Anton Giulio Bragaglia a Vittorio De Sica,a Enrico Del Debbio. Grazie al Fondaco, Lugini entrò in contatto con d’Annunzio che lo volle suo stretto collaborator e gli affidò l’organizzazione dell’Arte Popolare Italiana e le attività della «Compagnia del Retaggio» (valorizzazione dell’eredità artistica e culturale del grande arti-gianato italiano da inserire nel circuiro dello sviluppo industriale).

I lunghi soggiorni a Gardone Riviera convinsero Lugini ad abbandonare la condotta medica di Fiamignano, la stessa che era stata del padre Domenico, e a trasferirsi a Roma. Qui, dopo una breve attività di vignettista al “Travaso”, riprese la professione medica che interruppe di nuovo il 16 maggio del 1934 quando venne nominato Federale del Partito nazionale fascista di Rieti, carica che mantenne fino all’8 gennaio 1939. Fu in questo periodo che egli conferì all’architetto Francesco Leoni (1886-1961) l’incarico di progettare la Colonia elioterapica di Rieti a Montesilvano (Pescara). Grande esempio di architettura futurista, la struttura, nota come Colonia Stella Maris, venne concepita con la forma di un aereo atterrato sulla spiag-gia, con la “fusoliera” che ospitava servizi e refettori, e con le ali – sollevate dal terreno at-traverso i porticati – che ospitavano i dormitori.

La realizzazione della colonia di Montesilvano, riservata ai bambini più bisognosi della pro-vincia sabina, è uno degli esempi di attenzione al sociale che caratterizzò l’intera esistenza di Pasquale Lugini. Non a caso egli venne scelto, nell’estate del 1939, come vice presidente della Croce Rossa del Regno d’Albania. Nel frattempo Lugini era stato nominato ispettore nazionale del Pnf e membro della Camera dei fasci e delle Corporazioni. E proprio come i-spettore nazionale del partito venne inviato in Albania per collaborare alla fondazione e all’organizzazione del Partito fascista albanese. Intensa fu a Tirana la sua attività a favore delle popolazioni socialmente  più deboli. Per la sua abnegazione a favore dei feriti e per l’assistenza e il soccorso alla popolazione civile di Dubva, a sud di Cettigne, meritò la Me-daglia di bronzo al valor militare.

Rientrato in Italia nell’estate del 1943, venne nominato presidente nazionale dell’Enpas, ca-rica che conservò anche durante la Repubblica sociale alla quale aderì fin dalla sua costitu-zione. Fu una delle ultime persone che incontrò Mussolini a Como prima della partenza per Dongo. Morì a Roma nel 1947 (aveva solo 51 anni) per un infarto come conseguenza del proditorio assalto condotto, per ordine dal governo «costituente», dalla celere con camionet-te a tutta velocità sulla folla, durante un comizio di Giorgio Almirante.

IL VICEPRESIDENTE DELLA PROVINCIA PASTORELLI SCRIVE AL MINISTERO DELL'AMBIENTE

0

“A seguito della richiesta di codesto Ministero del 31.01.2011 prot. 0003251/UL pervenuta a questa Presidenza in data 09.02.2011 prot. 5791 relativa alla interrogazione degli On. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci e Maurizio Turco inerente l’alluvione nel reatino verificatasi nel Dicembre 2010 si comunica quanto segue.

Effettivamente la mattina del 2 Dicembre 2010 si convogliava sulla valle del Turano e sulla città di Rieti una grossa piena che si incrementava di 40 mc/sec rilasciati da E-ON dalle paratoie del lago del Turano. La superficie invasa dalle acque (valle Turano e piana reatina), insieme a varie abitazioni e infrastrutture agricole e artigianali, valutabile in oltre 7.000 ettari con conseguenti ingenti danni tanto chè il Comune di Rieti e la scrivente Amministrazione hanno rispettivamente richiesto lo stato di calamità in data 13.12.2010 e 07.12.2010.

I dati denunciati sui mezzi di informazione, sulla pericolosità relativa alla possibile tracimazione del lago del Turano, risultano oggi confermati anche dallo stesso gestore degli invasi E-ON, non solo  nell’entità dei 180 mc/sec in ingresso sul serbatoio del Turano indicati nella interrogazione ma con punte addirittura di 270 mc/sec (allegato 1) mentre le possibilità di rilascio erano di 40 mc/sec. Quantità quest’ultima che contribuiva a mettere in crisi i collettore di valle della diga con conseguente allagamento sopra detto.

E’ pertanto evidente, essendosi ridotto il franco per la tracimazione ai pochi centimetri indicati nella interrogazione in parola, che solo poche ore di pioggia di intensità analoga a quella caduta in quei giorni avrebbe determinato la tracimazione del lago con conseguenze devastanti sia per Rieti che per Terni e la Capitale, poiché avremmo avuto riversato a valle dello sbarramento l’intero afflusso che lo ripetiamo, ha raggiunto i 270 mc/sec..

Tutto ciò pur non avendo rilevazioni ufficiali sulle quantità di piogge cadute che attestassero una intensità eccezionale, ma anzi, secondo l’istituto Carlo Jucci dell’Università di Perugia deputato alle rilevazioni pluviometriche, la piovosità media era attestata al 15.12.2010 a 1.224,8 mm (allegato 2) quindi appena al di sopra delle medie annuali ed è stata superata per ben dodici volte nel corso degli ultimi 55 anni.

In queste condizioni, l’autorità di Bacino del Fiume Tevere nella sua valutazione del rischio idraulico-idrogeologico della Provincia di Rieti con nota del 01.02.2011 prot. 0000296 pervenuta il 09.02.2011 prot. 5731 (allegato 3) comunicava:  “per quanto attiene gli invasi del Salto e Turano lo studio in questione stabilisce che volumi nell’ordine di 20 milioni di mc. (disponibili sia presso il Salto che il Turano) sarebbero sufficienti a regolare piene di tempo di ritorno minore di cinquanta anni in corrispondenza rispettivamente di Rieti e della zona a valle della stessa città ma questo solo nelle condizioni di reticolo di valle efficiente idraulicamente di contro in condizioni di reticolo idrografico non completamente efficiente, come si riscontra praticamente da notizie pervenute, nella situazione attuale, almeno per i tratti del Salto e del Turano subito a valle delle dighe sarebbe necessario riservare capacità di laminazione almeno doppie pari a 40 milioni di mc., allo scopo di ottenere una riduzione del livello di rischio fino a tempi di ritorno di cinquanta anni nelle zone soggiacenti al fiume Velino”.

Lo stato di abbandono totale del collettori Turano e Salto a valle delle dighe, nonché dello stesso fiume Velino, (che sono di competenza della Regione Lazio – ARDIS) risultano quindi del tutto incongrui nelle sezioni di smaltimento. Ove si volesse da parte della Regione Lazio  ‘ARDIS procedere al ripristino delle relative officiosità, oltre a costi valutabili in decine di milioni di euro, si richiederebbero dei tempi assai lunghi, incompatibili, a nostro parere, con le necessità di salvaguardia della sicurezza della città di Rieti, Terni e Roma.

L’ Ufficio idrografico e mareografico della Regione Lazio nella nota del 30.12.2010 prot. 116984 (allegato 4) trasmessa a questa amministrazione in data 13.01.2011 prot. 1476 afferma:
 “ dall’esame dei diagrammi si evince che l’evento stesso non può essere qualificato come “estremo”, vale a dire, più nello specifico, come caratterizzato da intensità di precipitazioni di eccezionale entità (grosse cumulate in intervalli concentrati): in effetti il tempo di ritorno di precipitazioni di pari intensità non supera i cinque anni”.

Alla luce di quanto esposto è di tutta evidenza la necessità assoluta che si provveda da parte della Regione Lazio, titolare del potere di rilascio e revisione dei disciplinari degli invasi in parola, provveda tempestivamente alla revisione dei medesimi imponendo al gestore E-ON s.p.a. di raddoppiare la capacità attuale di laminazione degli invasi nel senso del raddoppio di quella attuale soprattutto nel periodo 1 novembre 31 marzo.

CISL, UIL: COMPLETO DISINTERESSE DEI VERTICI COTRAL PER I PENDOLARI REATINI

0

“Completo abbandono e totale disinteresse dei vertici Cotral per la sorte dei pendolari reatini.
Non è una novità per nessuno che, come OO.SS. abbiamo più volte evidenziato il problema sottolineandone le molteplici criticità che ne scaturiscono.

Non ultimo, un parco autobus obsoleto e fatiscente, il più datato di tutta la Cotral e officine sottodimensionate, prive di mezzi e personale. In poche parole: un esempio di servizio erogato da terzo mondo”. Qualche esempio? Il deposito di Amatrice abbandonato e dimenticato all’interno di un’isola ecologica (o discarica?), con un gabbiotto privo di servizi il cui tetto è crollato.

Questo è quanto dichiarano il segretario aggiunto della Ust Cisl di Rieti Nando Bussi e il segretario  generale della Uil Alberto Paolucci.

“Cotral  Patrimonio  -spiegano Bussi e Paolucci- è concentrato a fare cassa, a vendere l’area fabbricabile ove attualmente è sito il deposito del capoluogo di provincia. Area in cui dovrebbero sorgere tre palazzi.
La Regione Lazio tace sulle risorse per realizzare un  nuovo impianto di proprietà. Cotral Esercizio dispone, con atto unilaterale, la chiusura del deposito di Fiumata, 21 marzo prossimo, come risoluzione di tutti i problemi del trasporto nella nostra provincia”.

“Risultato (qualora si mantenga questo scellerato proposito), il maggior isolamento e la penalizzazione dei cittadini di Fiumata e Petrella Salto, quest’ultimo centro e cuore del Cicolano, trasformato in punto di transito periferico e non, origine del servizio per tutte le direzioni, anche interregionali. Come da  autorizzazioni concesse dal Ministero dei trasporti”.

“Le scriventi OO.SS -continuano i segretari di Cisl e Uil- sono al fianco delle amministrazioni locali e plaudono per la netta presa di posizione dell’assessore provinciale Felici, sensibile ai problemi ed ai disagi dei nostri cittadini, contrario alle decisioni dei vertici del Cotral, sempre meno attenti alle esigenze dei nostri cittadini.
Decisioni che, sospinte dall’illusione di ottimizzare il servizio, supportando la chiusura dell’impianto di Fiumata a favore del trasferimento a Borgorose, celano interessi vari di parte, che nulla hanno a che vedere con il miglioramento del servizio rispetto a quello attualmente erogato, come sostiene la stessa Cotral”.

“In verità -tengono a precisare Bussi e Paolucci- la società di trasporti regionale non dovrà compiere alcun lavoro di adeguamento dell’area, considerati gli impegni assunti dal Comune di Petrella Salto e dell’amministrazione provinciale. La manutenzione dei bus non potrà essere effettuata nell’impianto di Borgorose in quanto sprovvisto di attrezzature e di meccanici. Non vi sarà riduzione di spese, anzi un aggravio per le centinaia di chilometri percorsi fuori servizio. Mentre le rotture  in linea dei bus, saranno sicuramente più frequenti, proprio in virtù dell’aumento dei chilometri da percorrere. Senza contare che non vi saranno duplicazioni del costo di vigilanza”.

“Per questo, come Cisl e Uil, nel ribadire pieno sostegno alle posizioni assunte dall’assessore provinciale, in linea con quelle espresse dal presidente dell’Ente Provincia Fabio Melilli e dalla Commissione Trasporti della provincia di Rieti, torniamo ad esprimere la necessità di salvaguardare e potenziare gli attuali depositi Cotral dislocati in provincia, rimarcando la necessità di procedere, senza ulteriori indugi, alle assunzioni di autisti, il cui bando di concorso è bloccato dallo scorso mese di  settembre.

Contestualmente, ci rendiamo disponibili -concludono Bussi e Paolucci- a partecipare a tutte le iniziative che al riguardo la provincia di Rieti intenderà intraprendere a favore dei nostri territori, al fianco dei cittadini utenti e di tutti i lavoratori che ancora una volta vedono venir meno l’attenzione sul loro futuro”.

CELEBRAZIONI DEI 150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA, IMPORTANTE RICONOSCIMENTO A GIANNI TURINA

0

Nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni dall’Unità d’Italia che ha visto mobilitati istituzioni, associazioni culturali e cittadini nell’organizzare e partecipare ai vari eventi, a Roma l’Associazione Culturale Cassiopea ha organizzato un’importante evento.

Con il Patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma, dell’Accademia delle Belle Arti  e  di Roma Capitale dalle ore 18,00 è stato presentato un programma che ha visto sintetizzare 150 anni di storia italiana attraverso l’arte, la musica il teatro e la narrativa.

Nel corso della serata alla quale hanno partecipato  numerosi esponenti della cultura romana e nazionale è stato consegnato un importante riconoscimento al Presidente del Consiglio Comunale di Rieti Prof. Gianni Turina.

Nella motivazione è stato messo in risalto l’alto contributo fornito alla promozione della cultura come artista ma anche come amministratore. Il riconoscimento è il risultato di una intensa attività svolta da Gianni Turina in ambito locale, nazionale ed internazionale,  apprezzata da vari ambienti culturali.

 

IN QUESTO FINE SETTIMANA MOSTRA DELL'ANTIQUARIATO E DEI PRODOTTI TIPICI DI "MERCATINO ITALIANO"

0

Sabato 19 e domenica 20 marzo, torna l’appuntamento mensile con la mostra mercato.

Per questo fine settimana, agli espositori degli oggetti di antiquariato sarà riservata piazza Vittorio Emanuele, mentre per gli espositori dei prodotti gastronomici tipici di tutta Italia di "MERCATINO ITALIANO" sarà riservata piazza Oberdan.

Le esposizioni saranno aperte sabato dalle 15,00 alle 20,00 e domenica dalle 8,00 alle 20,00.