INCIDENTE STRADALE SULLA SALARIA, GRAVE UN MOTOCICLISTA

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Questa mattina nuovo incidente stradale sulla Salaria per Roma al km 52,700 all’altezza di Osteria Nuova.

Nell’incidente coinvolti un motociclista che procedeva verso Roma ed un fugone che usciva dal parcheggio e si immetteva nella corsia opposta.

Alla guida della moto il 23enne Paolo Smiriglia di Frasso Sabino,  rimasto gravemente ferito.

Il centauro soccorso dai mezzi del 118 è stato trasportato al Gemelli di Roma dove hanno risontrato una forte contusione alle costole, fratture al femore e alle braccia.

Sul luogo dell’incidente è giunto personale dell’Anas, dei Carabinieri e del Pronto Intervento per prestare i primi soccorsi e ristabilire al più presto le normali condizioni di viabilità.

CORDOGLIO DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER LA MORTE DI PILUDU

L’Amministrazione comunale di Rieti esprime il proprio cordoglio e le più sentite condoglianze ai familiari di Ferruccio Piludu, pilota deceduto in un incidente di volo a vela e già componente del gruppo di Protezione civile del Comune di Rieti nel quale era impegnato in prima persona nella ricognizione volovelistica degli incendi boschivi.

ILEANA TOZZI AL CONGRESSO DELL'AISU

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Si terrà a Roma dall’8 al 10 settembre presso la Facoltà di Economia "Federico Caffè", Università di Roma Tre – Via Silvio S’Amico il V Congresso dell’Associazione italiana di storia urbana (AISU) dedicato al tema Fuori dall’ordinario: la città di fronte a catastrofi ed eventi eccezionali.

Cinque le sezioni, riguardanti rispettivamente I disastri di origine naturale, Gli incendi, Le congiunture, Gli eventi straordinari, Le guerre, le rivoluzioni, le invasioni.

Da Rieti, è previsto l’intervento della dott. Ileana Tozzi, direttore del Museo Diocesano e Ispettore onorario della Soprintendenza ai beni storici, artistici e demoetnoantropologici per il Lazio, che venerdì 9 settembre illustrerà nella sezione dedicata alle Normative urbanistiche post-terremoto in Età moderna i risultati di tre secoli di emergenza nella tutela del patrimonio architettonico e storico-artistico della diocesi di Rieti (dal 1703 al 2009).

COSTI DELLA POLITICA, CASCIANI: SOLO LA CASTA NON FA SACRIFICI

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"Tagliare i costi della politica? A parole si stanno spendendo tutti, invece bisogna passare dalle parole ai fatti, mettendo nero su bianco.

Anziché tagliare le piccole spese delle Province come Rieti, disgregando il territorio e  provocando un gravissimo danno per il lavoro, per i lavoratori, per i giovani e per il tenore di vita, occorre  da subito una riforma costituzionale che preveda il dimezzamento del numero dei parlamentari ed il dimezzamento dei costi dell’intera struttura parlamentare, unitamente ad una vera riforma fiscale.

Dimezzando il numero dei parlamentari si dimezza anche il costo di stipendi, vitalizi, pensioni, collaboratori ecc". Lo afferma il Segretario Organizzativo della Uil di Rieti – Alvise Casciani.

Non solo – prosegue Casciani – con questa riforma si supera lo storico sistema bicamerale perfetto ovvero due Camere che svolgono le stesse funzioni, tramite l’introduzione di un’unica Camera rappresentativa dei territori. In questo modo si avrebbe anche un importante snellimento dei tempi e dell’iter parlamentare, con un altrettanto importante risparmio in termini di risorse.

In un momento delicato come questo – conclude Casciani – serve una risposta vera, concreta e immediata, alla questione del costo della macchina pubblica in generale, e a quello della politica in particolare.

"Nel momento in cui si chiedono  agli italiani sacrifici per mantenere il Paese competitivo, credo che non sia accettabile, o sia addirittura vergognoso, che il mondo della politica non guardi al proprio interno in termini di costi e privilegi, anziché presentare una manovra, che impone sacrifici a tutti tranne che alla politica".

La manovra all’esame del Parlamento deve essere corretta nella direzione dell’equità e del sostegno alla crescita attraverso un forte taglio dei costi della politica e una più incisiva lotta all’evasione fiscale.

E da qui che la UIl di Rieti “ Il sindacato dei cittadini” invita tutte le forze politiche e istituzionali di questa Provincia a contribuire, nell’interesse comune, per la ridefinizione di un nuovo modello istituzionale che salvaguardi i presidi fondamentali a tutela e a garanzia del territorio.

ABOLIZIONE PROVINCIA DI RIETI, MONTINO: LA PRESIDENTE POLVERINI DEVE IMPUGNARE IL DECRETO

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La Presidente della regione deve impugnare il decreto che prevede la cancellazione della provincia di Rieti davanti alla Corte costituzionale.

Ritengo sia semplicemente un atto dovuto. La Sabina, il Cicolano e tutto il territorio reatino sono parte integrante del Lazio, parte essenziale della sua identità. A dirlo è la storia, a dirlo è il presente e dunque stupisce non poco il silenzio dell’esecutivo regionale su quanto sta accadendo ed è paradossale che sul futuro di una provincia del Lazio si sia espressa, ad oggi, solo la presidente dell’Umbria.

La questione Rieti non è questione locale: investe il futuro e la stessa esistenza di questa regione perché se si sopprime la Provincia di Rieti si destruttura il Lazio. Una riforma del sistema delle autonomie è necessaria, ma non si può fare sull’orlo di una crisi epocale e, per di più, maldestramente gestita da questo Governo. Si taglino intanto le province di nuova costituzione che sono proliferate negli ultimi decenni e non si tocchino quelle storiche, quelle protette dalla Costituzione.

Si taglino i tantissimi enti di secondo livello, le Comunità montane, i Consorzi di bonifica, quelli industriaIi, ma non pezzi dell’identità regionale e dei cittadini. In  questi ultimi due anni il Pdl a livello regionale e nazionale ha picconato il reatino con raro accanimento, come fosse la sentina di tutti i mali, la patria di tuti gli sprechi. Prima ha tagliato gli ospedali creando un deserto, oggi vuole cancellare 37 comuni e addirittura lo stesso ente intermedio.

La Presidente di questa Regione non può trattare questa vicenda come fosse marginale, né subirla come fosse ineluttabile e localistica. Non si può sacrificare la provincia di Rieti, la terra del “Peschiera”, la terra del Terminillo "montagna dei romani", sull’altare degli equilibri della maggioranza nazionale.

La Regione ha il dovere istituzionale di agire chiamando a raccolta tutte le forze sociali economiche e politiche del nostro territorio, ad iniziare dal Consiglio regionale. In questo senso credo sia necessario chiedere a senatori e deputati eletti nella provincia di Rieti e anche a tutti quelli eletti nel Lazio di non votare la manovra  che condanna a morte provincia e comuni;  è venuto il  momento di dimostrare che il Lazio ed i suoi cittadini vengono prima delle appartenenze politiche o di schieramento. La Provincia di Rieti e i suoi 37 comuni non sono uno spreco ma un pezzo dell’identità laziale che va  salvata. Non è con la sua  cancellazione che si salva l’Italia.

Il Gruppo Pd della regione Lazio è pronto a fare la sua parte per sostenere la battaglia dei sindaci e dei cittadini della Provincia di Rieti contro quello che ritiene un atto scellerato e sbagliato nella forma, nei contenuti e negli obiettivi.

PROTEZIONE CIVILE, GRUPPO COMUNALE VERSO ISCRIZIONE ALBO REGIONALE

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L’assessore all’Ambiente e alla Protezione civile, Antonio Boncompagni, comunica che è stato dato indirizzo di inoltrare domanda alla Regione Lazio per l’iscrizione del gruppo volontari di Protezione civile del Comune di Rieti nell’apposito albo regionale.

Ciò al fine di ottenere finanziamenti pubblici per realizzare progetti di tutela della salute e dell’incolumità pubblica, nella considerazione dell’indispensabile apporto dei gruppi di Protezione civile nelle diverse situazioni di criticità derivanti dai rischi idrogeologici fino all’avvistamento di incendi.

Inoltre, il Comune di Rieti ha perfezionato il 21 luglio scorso il pagamento dell’assicurazione per i componenti del gruppo e il 31 agosto l’assessore Boncompagni coordinerà una riunione, alla presenza del dirigente comunale competente, finalizzata alla pianificazione degli impegni e dell’azione del gruppo stesso che, in sintonia con le altre associazioni di protezione civile presenti sul territorio, potrà svolgere per fronteggiare l’aumento di criticità e per la sorveglianza ordinaria igienico-ambientale.

NPC, DIEGO GRILLO ALLA CORTE DEL PRESIDENTE CATTANI

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Il presidente Giuseppe Cattani ha ufficializzato l’arrivo in maglia biancoblu del playmaker reatino Diego Grillo, classe 1987.

Dopo aver effettuato tutta la trafila delle giovanili nella Sebastiani, Grillo si trasferisce a Bologna nel 2004, dove milita nella squadra juniores e under 21 della Fortitudo. Quindi il trasferimento a Roseto, l’anno successivo, dove scende in campo undici volte. Poi l’alternarsi tra B1 e B2 che lo porta a Venezia, Latina, Molfetta e di nuovo a Rieti, dove Lino Lardo lo impiega anche per assolvere a compiti importanti.Nella passata stagione ancora un trasferimento ed un campionato di A dilettanti con la maglia del Gira Ozzano.

“Essere riusciti a riportare a Rieti Diego Grillo – dice il presidente Cattani – è per noi motivo di grande soddisfazione. Vogliamo a tutti i costi continuare nel lavoro intrapreso già l’anno scorso, che consiste nel riportare entusiasmo intorno alla nostra squadra. Dopo le partenze di Valenti e Cariani eravamo alla ricerca di un playmaker che potesse far giocare la squadra valorizzando al meglio le qualità dei giocatori della rosa ed oggi abbiamo trovato Diego”.

 

 

NPC, LA SQUADRA INIZIA LA PREPARAZIONE E IL PRESIDENTE E' ALLA RICERCA DI SPONSOR

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Si è radunata al Camposcuola Guidobaldi di Rieti la Nuova Pallacanestro Contigliano per iniziare la preparazione sotto la guida di Roberto Carapacchi e del nuovo coach Paolo Matteucci. In attesa che la società provveda a completare il roster con l’acquisto di due lunghi per i quali sembra esserci già in atto qualche trattativa, i ragazzi convocati rappresentano lo zoccolo duro della squadra dello scorso anno.

Gianluca De Ambrosi, Federico Granato, Luca Simeone, Gabriele Turani, Riccardo Ciavarrone, Francesco Festuccia, Matteo Giovannelli, Lorenzo Carosi, Samuele Fabbri, Sergio Cleri, Livio Guidotti saranno sottoposti ad un programma allenamenti di intensità progressiva che prevede fin da domani la doppia seduta di atletica al Guidobaldi e di tecnica al Palaspes. Il primo impegno casalingo non ufficiale, dove testare l’andamento della preparazione, è fissato per il 3 settembre, quando la NPC incontrerà il Frascati (ritorno a Frascati l’11), mentre un’altra serie di amichevoli si stanno accordando con la Stella Azzurra.

“Dopo quattro anni lontano dalla prima squadra, ho molta voglia di ricominciare – dichiara coach Matteucci – mi sento sereno ed auguro ai ragazzi e a me stesso di poterci divertire molto insieme”.

Mentre la squadra ed i tecnici cominciano la preparazione con entusiasmo e serietà, un impegno ancora maggiore è profuso dal presidente Giuseppe Cattani nella ricerca di uno sponsor: “Stiamo cercando almeno un paio di aziende – conferma Cattani – che desiderino entrare a far parte del sodalizio per aiutarci a sostenere l’impegno che rappresenta questa importante realtà cestistica del nostro territorio”.

MANOVRA, GIORDANI SABINA RADICALE: COSA ACCADRA' AI PICCOLI COMUNI?

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Sulla stampa si dibatte molto di cosa avverrà della Provincia, ma stranamente poco dei Comuni. Ultimamente, abbiamo letto che la difesa della Provincia preparata dal Senatore Cicolani si basa proprio sull’assunzione che quanto previsto per i comuni sia una buona cosa: sarà necessaria la "cabina di regia" della Provincia per farlo, quindi bisogna dare tempo alla Provincia!

Invece, a noi sembra che quanto previsto per i Comuni sia pessimo, ed ancora di più in questo territorio; e neppure vediamo quale possa essere in questo processo il ruolo della Provincia.
Occorre allora spiegare cosa preveda il decreto, che prevede come ci si aggregherà e come si governerà l’aggregazione.

Sull’aggregazione c’è molta confusione, anche su organi nazionali come il Corriere della Sera, quando si parla di soppressione di comuni o di accorpamento a comuni più grandi. In realtà, la "aggregazione" riguarderà solo comuni "piccoli" e fra di loro.

L’aggregazione avviene automaticamente (non per scelta ed opzione dei comuni) su due soli criteri: confine geografico e che la popolazione della unità municiaple che ne risulta arrivi ad almeno 5mila abitanti; su questo limite la Regione può dire la sua, ma vedremo che nella maggior parte dei casi, poco importa. Per quanto riguarda il confine geografico, si può immaginare cosa questo comporti in un territorio di alte montagne o di ripide scarpate di fossi che da secoli fanno confine.
Il fatto che non si possano aggregare o "scavalcare" comuni con oltre mille abitanti, fa sì che nel nostro territorio sorgeranno cinque unità municipali.

1 – La più a nord sarà costituita da Accumoli, Cittareale, Borbona, Posta, Micigliano, arrivando a 2700 abitanti; la logica richiederebbe che Accumoli condividesse problemi e soluzioni con Amatrice, e Micigliano con Antrodoco (e Borgo Velino) ma tant’è.

2 – La seconda sarà costituita da tutta la valle del Turano, da Belmonte a Collalto, più il lato sinistro del Salto ed Orvinio: ben 16 comuni che tutti insieme riescono ad arrivare alla soglia: hanno 6mila anime; forse qui un intervento della regione potrebbe consentire 2 unità municipali.

3 – Nella conca reatina, si aggregheranno Colli, Labro e Morro, sfiorando i 3mila abitanti ed in un territorio abbastanza omogeneo.

4 – In Sabina, ci saranno due unità: Casaprota, Frasso, Mompeo, Montenero, Monte San Giovanni, Poggio San Lorenzo e Salisano passeranno insieme 4mila abitanti, mentre Configni, Cottanello, Montasola e Vacone non arriveranno a 2mila.

La prima aggregazione, in particolare, sembra costituita da centri vicini, in linea d’aria, ma con comunicazioni abbastanza complesse. Da tutto questo puzzle rimarrà fuori Montebuono, che assurgerà solitaria al rango over mille, non avendo nessun confinante con cui aggregarsi.
Confusione c’è anche su cosa accadrà della e nella vita dei singoli comuni.

Non ci addentriamo nel fatto che questo avverrà "a partire dal prossimo mandato" ma non si capisce di cosa, visto che i consigli comunali hanno scadenze diverse; qui ci interessa vedere cosa deve accadere nelle intenzioni del governo e di Cicolani, non con quali equilibrismi ci si arriverà.
Innanzi tutto i comuni non saranno soppressi: essi rimarranno, governati ognuno da un sindaco da solo, senza nessun aiuto da consiglieri ed assessori e senza nessun controllo della minoranza.
In più questo sindaco dovrà essere parte di un Consiglio di Sindaci che opererà come il Consiglio comunale di oggi e magari a questo sindaco toccherà anche (sicuramente per Labro, Colli, Morro) essere Assessore.

Sembra che neppure gli "uffici" saranno eliminati, visto che il decreto prevede che saranno compito del Sindaco "la tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e agli adempimenti demandatigli dalle leggi in materia elettorale, di leva militare e di statistica" ed il decreto si limita a obbligare a che "tutte le funzioni amministrative sono esercitate obbligatoriamente in forma associata", cosa che già per la gran parte dei casi, ma che conferma che esse non sono "accentrate".

La cosa che più spicca è la solitudine del Sindaco, che sarà costretto a fare il Sindaco a tempo pieno, cosa che oggi ben di rado accade, in comuni di queste dimensioni: in sostanza, sarà più difficile trovare persone di qualità che vogliano occuparsi della cosa pubblica ed in più aumenteranno coloro che vivono di politica. Altro aspetto da considerare è la ridotta funzione di controllo da parte della minoranza (e di conseguenza, in mancanza di una trasparenza completa di tutti gli atti, da parte della cittadinanza) ed anche un difficile ricambio amministrativo, sia tra maggioranza e minoranza, sia tra personale amministrativo; un nuovo Sindaco dovrà passare dalla nessuna esperienza amministrativa al totale controllo della macchina comunale; si è parlato di "Podestà", per questa figura; noi immaginiamo più un trasmettersi della carica di padre in figlio.

SOPPRESSIONE PROVINCIA, MELILLI: C'È IN CORSO UNA NUOVA REDISTRIBUZIONE DEL POTERE

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Sollecitato da molti cittadini e da tanti amministratori presenti a Belmonte, interessati a conoscere l’evolversi della situazione politica legata alla soppressione della Provincia di Rieti e di quella di una quarantina di piccoli comuni sabini, il presidente Fabio Melilli ha rilasciato un’articolata dichiarazione fatta pubblicamente sulla piazza del comune, anch’esso nell’elenco di quelli soppressi.

Il presidente emerito dell’Upi ha rivelato come si faccia fatica “a parlare ed illustrare l’utilità o meno dell’istituto provinciale. E’ ovvio che la provincia sia utile e lo è in maniera essenziale per i cittadini. Ma il sistema va intelligentemente riformato. La verità è che siamo stati travolti da una ben concertata campagna di stampa, che ha fatto demagogia per gran parte e più che altro è servita a disinformare.

Giocando sui costi della politica, certamente eccessivi, ma non i nostri, si è contrabbandato il costo dei servizi istituzionali, strade, scuole, ambiente, cultura, forniti dall’ente provincia come aggiuntivo al primo, ingannando la gente. Sulla costituzione delle aree metropolitane (Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, una ventina in tutto) e l’ovvia soppressione di quelle province, eravamo tutti d’accordo in Upi e con l’Esecutivo e i partiti. Ora il governo ha fatto la cosa più difficile, quando la più facile era alla sua portata di mano.

Il decreto legge, specie per i piccoli comuni soppressi, elimina la minoranza e sarà rappresentata soltanto la maggioranza. Questo è democratico? – si è chiesto Melilli – Sotto, sotto, la filosofia cui risponde il decreto, è quella di una nuova ricollocazione del potere, che da decentrato, com’è tuttora, resterà nelle sole mani degli organi di una ventina di città, le più grandi e poi attorno il vuoto. Di fatto, questi organi decideranno per tutti. Questa logica di concentrare il potere nelle metropoli grandi, meno grandi e più piccole, sarà devastante per il resto del territorio. Se così andrà a finire, perderemo ogni ufficio statale provinciale e sarà per noi apocalittico.

Mi chiedo, fra le tante cose, se i sindacati provinciali saranno declassati a sedi distaccate. Lo saranno anch’essi? Me lo chiedo. Perderemo migliaia di impiegati e di famiglie. Lo abbiamo valutato? Io non so cosa accadrà da qui a quarantacinque giorni quanto durerà il dibattito nei due rami del Parlamento. Sono certo che la battaglia decisiva si combatterà al Senato, dove si discuterà per primo il decreto legge e se si modificherà o no, così come uscirà da Palazzo Madama, sarà poi approvato alla Camera senza variante alcuna. Su tutto pende il pericolo e il ricatto del voto di fiducia. Dunque, questi giorni che abbiamo davanti, risulteranno cruciali per la vita futura delle nostre famiglie e di tutti noi. Basta ora con il litigare, punzecchiarsi e aggredirsi. Basta. Non è più tempo per queste risse. Dobbiamo fare di tutto per restare uniti.

Se accadrà quello che noi non vogliamo, dovremo prendere decisioni drastiche e vitali, da cui deriverà il futuro dei nostri giovani. Decisioni di resistenza innanzi al sopruso, insieme agli altri. Penso a Terni, ad Ascoli Piceno che ci sono vicine e sono state colpite come noi. Con la presidente Polverini abbiamo concordato, nel caso a noi sfavorevole, il ricorso alla Corte Costituzionale. Ma questo non ci deve minimamente tranquillizzare. Anzi. Non riesco ad immaginare, infine, l’eventuale aggregazione a Roma, dove conteremo meno di un quartiere.
In questo caso, non spariremmo solo come provincia, ma non esisteremmo più nemmeno come comunità, con le nostre magnifiche tradizioni, la nostra antica e splendida cultura, la nostra immagine di provincia con un territorio interamente salvaguardato e con la sua irripetibile storia! Non riesco neppure ad immaginarlo e non voglio pensarlo, perché mi ci sveglio di notte ed è come un incubo ricorrente. Di fatto, così com’è stato varato il decreto, non sapremmo noi davvero dove andare: né con Roma, per quello che ho detto. Ma neppure con Perugia e tanto meno con L’Aquila. Dove dovremmo andare a finire, allora?”

Con questo interrogativo, Melilli ha lasciato a chi lo ascoltava, una riflessione notturna che superasse le barriere politiche e di schieramento. La casa brucia. In giro ci sono pompieri poco seri. Mi vengono in mente le parole della canzone di Jovanotti, che mi suggerisce un mio nipote ,appassionato dei testi del popolarissimo Lorenzo, Il Quinto Mondo, “la casa brucia sarà per troppo sole/la casa è in fiamme/ sarà per troppo amore/ i coinquilini sono sparsi nel pianeta e vagano senza una meta / la casa è in fiamme chi non ha chiuso il gas?/ la casa brucia qualcuno non ha il pass/ la casa brucia potrebbe esserci un crollo/ teniamoci strettissimi, sorella fratello”.