Temo che la prevista abolizione della Provincia trovi il sostegno di quel qualunquismo diffuso che in questo modo è magari convinto di dare un colpo mortale alla “casta”.
Di un qualunquismo che poco si pone il problema di cosa accadrà e che rischia di non vedere come la manovra proposta porti ad un nuovo accentramento ed un aumento dei poteri che poco serve alla gestione dei territori.
Credo che il vero problema non sia l’abolizione delle Provincie ma dare agli enti le deleghe necessarie per velocizzare la burocrazia ed uscire dalla logica di una politica centralizzata che spesso ha effetti deleteri.
Abbiamo già vissuto l’effetto di accorpamenti con altre realtà , vedi circoscrizione elettorale umbra, e questo non ha di certo portato benefici al nostro territorio. Territorio che smembrato si confronterà con realtà demograficamente più numerose e quindi con maggior potere di interdizione. Abbiamo visto cosa significa macroaree in sanità e quali sono stati gli effetti.
Non credo utile smembrare i territori per colpire la politica e sono ben altri gli interventi che ci saremmo aspettati. Ad iniziare ad esempio dalle agenzie regionali e da quel mondo di consigli d’amministrazione, spesso inutili, di cui è pieno il Paese. Tra l’altro è poco comprensibile come questo si inquadri in una manovra d’emergenza che deve dare entro il 2013 il pareggio di bilancio.
Il decreto non prevede l’abolizione immediata ma, nel nostro caso, nel 2014 quando gli effetti della manovra dovrebbero essere a sistema o il sistema non ci sarà più. Demagogia quindi solo per dare il segno di un Paese che vuol cambiare ed è facile farlo facendo credere ai cittadini che questo si raggiunge tramite l’abolizione di Enti territoriali e non toccando i veri privilegi di una politica centrale che si è ben guardata dal mettersi in discussione.
Questo territorio rischia un declassamento non solo istituzionale ma anche economico da una manovra inaccettabile , rischia di scomparire in accorpamenti improbabili in cui non riuscirà neanche ad essere rappresentato. Ed allora la battaglia va fatta. Va fatta con coraggio e mettendo da parte appartenenze e politichese.
Va fatta dicendo con chiarezza che non si è disponibili ad una ulteriore emarginazione e che si seguiranno tutte le vie per opporsi ad un colpo di mano che vuol far scomparire una comunità. Per questo temo che un certo qualunquismo , quello che non ha la forza ho il coraggio di partecipare al cambiamento, possa godere nella disgregazione del sistema pensando che colpendo la politica si colpiscano i politici e questo sarebbe un grande errore. La “casta” non è qui ed in questo modo rischiamo solo di rafforzarla.
ABOLIZIONE PROVINCIA, BIGLIOCCHI ALLEANZA PER RIETI: UNA BATTAGLIA DA FARE
ABOLIZIONE PROVINCIA, COSTINI E ASS. AREA: SCEMPIO DA EVITARE
"Ezra Pound affermava che ‘i politici sono destinati a divenire i camerieri dei banchieri’. Il grande poeta americano, che aveva speso la sua intera vita a combattere l’usura, fu rinchiuso in manicomio, considerato pazzo dai suoi concittadini, per aver avuto l’ardire di appoggiare il fascismo.
Oggi, sessanta anni dopo, i camerieri dei banchieri, incapaci di reagire a una crisi figlia dell’ingordigia della grande finanza, ubbidiscono agli ordini delle banche organizzando una grande macelleria sociale.
E questa volta anche la nostra sonnacchiosa terra, che da sempre si è illusa di rimanere indenne dai grandi sconvolgimenti mondiali, è vittima dell’insipienza di una classe politica incapace di assumere un proprio ruolo dirigente.
Lo scioglimento della Provincia di Rieti, a fronte del risparmio di qualche spicciolo, provocherà la perdita immediata e irrimediabile di quasi cinquemila posti di lavoro legati a uffici statali provinciali, agenzie ed enti regionali con sedi centrali e provinciali, comandi e uffici delle forze dell’ordine con sede provinciale che, non esistendo più la Provincia, verranno dismessi.
A seguire il declassamento dell’ospedale provinciale, la chiusura del tribunale e infine la chiusura di tutte quelle attività che vivono dell’indotto: bar, ristoranti, aziende fornitrici. In meno di un anno la nostra città verrebbe dimezzata in termini di popolazione, azzerata in termini economici, cancellata in termini di identità. Lo scenario è quello di una diaspora di proporzioni bibliche con centinaia di dipendenti Inps, Inpdap, Inail, Genio civile, Ater, Questura, Prefettura e così proseguendo, trasferiti nelle nuove sedi, senza possibilità di appello, considerato che gli uffici di appartenenza non esisteranno più.
Noi tutti abbiamo il dovere civile di impedire questo scempio. Noi cittadini di Rieti, Noi popolo di questa terra, lo dobbiamo alle nostre radici e ai nostri figli. Difendere la Provincia non è una battaglia della casta politica, che non varrebbe neanche un tratto di penna, è la battaglia di un popolo che ha diritto di vivere nella propria terra, un popolo che si deve difendere dall’arroganza di banchieri e finanzieri, usurai senza patria.
La Provincia di Rieti è stata fondata da Benito Mussolini, non deve essere sciolta dagli usurai delle banche".
"UN PONTE TRA ITALIA E ISRAELE"; DOMANI CERIMONIA IN COMUNE, GIOVEDÌ LO SPETTACOLO
Domani, mercoledì 17 agosto alle 10,00, nella sala consiliare del Comune di Rieti, il sindaco Emili e l’assessore alla Cultura Formichetti accoglieranno i giovani ballerini impegnati nell’iniziativa “Danza e/è cultura. Un ponte tra Italia e Israele”, il progetto promosso dalla Fondazione Vespasiano e dall’assessorato comunale alla Cultura, con la direzione generale per lo Studente e l’Integrazione del ministero dell’Istruzione, per favorire il dialogo e la cooperazione tra diverse culture attraverso la danza.
L’iniziativa a carattere nazionale, ideata e coordinata da Monica Ratti e Valentina Marini, finanziata dal ministero dell’Istruzione con la collaborazione dell’ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna, ha visto coinvolti venti danzatori, dieci italiani e dieci israeliani, scelti dopo un’intensa selezione.
I giovani ballerini sono stati impegnati a Rieti, a luglio e agosto, in un workshop di formazione. Al termine di questa importante esperienza, i danzatori si esibiranno giovedì 18 alle 21 al teatro Flavio Vespasiano in una coreografia contemporanea diretta da due autori di fama internazionale come Mauro Astolfi (direttore artistico della "Spellbound dance company") e Adi Salant (direttrice artistica associata del "Batsheva dance company" di Israele).
MASSIMI PD: METTERE IN CAMPO AZIONI CONCRETE PER NON PERDERE L’IDENTITÀ DEL TERRITORIO
“Alla luce di quanto in corso si fa sempre più impellente la necessità di aprire un tavolo istituzionale per ragionare sul futuro del nostro territorio.
Come ribadito nelle ultime ore dal coordinatore provinciale del Pd, Vincenzo Lodovisi, è giunto il tempo di mobilitarsi e di lavorare coralmente per quello che è stato definito come un ‘piano B’, ovvero un’alternativa concreta e funzionale a quanto calato dall’alto in maniera lineare e insensata e bisogna farlo per porre in essere una strategia che possa salvare un’identità che altrimenti rischia di sparire.
La provincia di Rieti – prosegue Massimi – ha caratteri distintivi che la rendono particolarmente frastagliata e per questo, con la scomparsa di Provincia e Comuni, si deve pensare a una riorganizzazione razionale e organica dell’intera area. Dal Cicolano alla Sabina cambiano i confini e le tradizioni culturali e questa eterogeneità, che è anche un elemento distintivo, è da difendere con le unghie e con i denti per non vedere in campo un micro frazionamento dell’area Reatina che porterebbe alla nostra scomparsa definitiva.
Oltre al rischio della disgregazione territoriale, senza interventi concreti, si rischia poi di perdere una serie di uffici periferici che rappresentano un tangibile presidio dello Stato e questo non è tollerabile. Su questo fronte abbiamo già dato. Con l’ipotesi di chiudere uffici ed enti di vario genere si renderà concreto il rischio di andare verso lo spopolamento ulteriore dei piccoli centri, del capoluogo stesso e verso la diminuzione ulteriore di posti di lavoro e questo non possiamo permettercelo.
E’ giunto il momento di rimboccarsi le maniche e ridurre il danno ai minimi termini pensando anche ad aggregazioni con territori confinanti che rischiano di fare la nostra stessa fine. In merito poi a quanto dichiarato dalla governatrice Polverini sul nostro futuro e sulla difesa del territorio che la Regione metterà in campo non posso che aspettare azioni concrete. Il territorio è in attesa di notizie".
ESEGUITA ORDINANZA DI CARCERAZIONE PER UN 36ENNE DI POGGIO MOIANO
I carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di carcerazione, emessa dalla Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Roma-ufficio esecuzioni penali, nei confronti di B. Luca, di Poggio Moiano del 1975, pregiudicato, dovendo scontare 5 anni di reclusione, per il reato di traffico di droga, commesso a Roma nel 2009.
L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Rieti.
BORBONA, DENUNCIATO PER MALTRATTAMENTO
A Borbona in provincia di Rieti, a seguito di un intervento richiesto al 112 dalla convivente, i carabinieri hanno denunciato L. Marcello del 1968.
Le indagini hanno appurato che l’uomo avrebbe reiteratamente nel tempo maltrattato la convivente.
SPETTACOLO PIROTECNICO DISTRUGGE DUE ETTARI DI OLIVETO
Al termine dello spettacolo pirotecnico, regolarmente autorizzato, a causa della ricaduta di materiale inesploso in un terreno di proprietà privata, sito in localita’ Madonna dei Penitenti a Poggio San Lorenzo, si è sviluppato un incendio che ha distrutto circa 2 ettari di oliveto.
Le fiamme sono state domate dal personale dei Vigili del Fuoco di Rieti, mentre i carabinieri intervenuti hanno identificato e denunciato per incendio boschivo il responsabile della ditta “Firewors Centro Italia SrL” di Rieti.
BLOCCATO DAI CARABINIERI UN RAVE PARTY AD ANTRODOCO
I carabinieri della compagnia di Cittaducale in collaborazione con i carabinieri del reparto operativo di Rieti hanno bloccato in tempo un rave party organizzato in un’area boschiva di Antrodoco, in località Cinno.
I carabinieri venuti a conoscenza delle intenzioni degli organizzatori (alcuni pregiudicati provenienti da Roma–Ladispoli) di far partire un rave party nella zona di Antrodoco, che sarebbe dovuto iniziare la notte di domenica 14 Agosto, e proseguire per tutto il giorno di ferragosto, hanno cercato e atteso i partecipanti, controllando tutte le vie di accesso.
L’area prescelta è stata subito individuata, e i carabinieri hanno rintracciato e sequestrato i potenti impianti di diffusione sonora, oltre alle luci stroboscopice e psicadeliche, nascosti tra la vegetazione.
Tutti i partecipanti sono stati identificati man mano che si recavano nell’area indicata, concordata con i soliti sistemi del “passaparola”. Vistisi scoperti gli organizzatori si sono spostati nell’area di Cagnano Amiterno (Aq), loc. Valle dei Ladri, in un terreno boschivo di proprietà del Comune, dove sono stati nuovamente individuati e denunciati per invasione di terreno e allestimento di un pubblico spettacolo senza autorizzazione.
Molti giovani (alcuni dei quali con precedenti penali specifici) sono stati denunciati:
D.M Piero, del 1991, residente a Spoltore (Pe);
R. N. Petrov, del 1980, cittadino bulgaro, residente a Ladispoli;
P. Alessandro di Roma del 1989;
O. Luigi, del 1988, residente a Capranica;
S. Alessandro, del 1981, residente a Chieti;
M. Fabio, del 1987, residente a Scoppito;
M. Mirko, del 1976, residente a Ladispoli (Rm);
F. Stefano, del 1975, residente a Spoltore ;
D. L. Sandro, del 1981, residente a Spoltore (Pe);
L. C. Francesca, del 1980, residente a S. Giovanni Teatino (Ch);
P. Antonello di Cosenza del.1977;
P. Alessandro, di Atri (Te) del 1988;
C. Valentina, di Roma del 1984;
Z.Gloria de L’ Aquila del 1988;
D. Angelo, di Pescara del 1986;
N. Pamela, del 1985, residente a Cisterna di Latina (Lt);
R. Augusto, de L’ Aquila del.1984;
S. Andrea, di Atri (Te) del 1986;
G.Marco, di Atri (Te) del 1985;
D. Andrea, del 1982, residente a Moscufo (Pe);
F. Nicola, del 1987, residente a Roseto degli Abruzzi (Te);
P. Rossella, del 1980, residente a Montesilvano (Pe);
V. Mihita, del 1986, cittadina rumena, residente a Civita Castellana (Vt);
R. Lucy Rose, del.1990, cittadina britannica.
"L'ULTIMO PRESIDENTE" DI OTTORINO PASQUETTI
Spero ardentemente che il presidente Fabio Melilli non finisca nella storia di questa provincia, dopo anni di durissimo lavoro, con il titolo di ultimo presidente, così come Aisin Gioro Pu Yi vi entrò quale ultimo imperatore, in una storia più grande della nostra, quella della Cina, raccontata con la maestria che conosciamo, da Bernardo Bertolucci, nel 1987, in un film superpremiato, che tutti ricorderanno.
Melilli non merita l’affronto che il destino berlusconiano gli riserva: quello di chiudere la serie dei presidenti che l’hanno preceduto, alcuni di alto spessore politico e civico, iniziata con Annibale Marinelli De Marco, che fu prescelto direttamente da Mussolini per avviare le strutture dell’appena neonata provincia sabina, che lui stesso aveva voluto, e che Melilli, come tutti quelli che lo hanno preceduto, ha cercato di migliorare con nuovi progetti, iniziative e realizzazioni, festeggiandone solennemente l’Ottantesimo della fondazione appena quattro anni fa con l’intervento del Presidente del Senato Franco Marini.
Dal momento dell’annuncio della soppressione, assieme alle consorelle confinanti di Terni ed Ascoli Piceno, così da determinare un desertico unicum di poteri istituzionali intermedi dall’Adriatico pressoché al Tirreno, tutti i sabini sono chiamati a riflettere sulla forza sconvolgente dello tsunami che si è abbattuto sulla comunità provinciale, turbandone i sonni per il futuro nerissimo che l’attende, ad iniziare dai suoi giovani.
Deve credersi, meravigliandosene non poco, che il governo che ha deciso, sotto la pressione di alcuni giornalisti di gran nome e di alcuni leader non poco sprovveduti (ma questa non è una novità!), che hanno iniziato la sarabanda, promuovendo l’idea della soppressione delle province per risolvere, come un toccasana, tutti i mali di questa povera Italia, con assoluta certezza non sapeva bene cosa rappresenta quell’ente per una città ed un territorio e per tutti i suoi abitanti.
Deve ritenersi, per essere clementi, che si sia deliberato, beata incoscienza!, senza uno studio approfondito che spiegasse risvolti, esiti e soluzioni di quanto ne sarebbe derivato da quell’atto di soppressione, perché l’art. 15, del decreto legge 13 agosto 2011, stabilisce sotto il titolo Soppressione di Province e dimezzamento dei consiglieri e assessori:
1. In attesa della complessiva revisione della disciplina costituzionale del livello di governo provinciale, a decorrere dalla data di scadenza del mandato amministrativo provinciale in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono soppresse le Province diverse da quelle la cui popolazione rilevata al censimento generale della popolazione del 2011 sia superiore a 300.000 abitanti o la cui superficie complessiva sia superiore a 3.000 chilometri quadrati.
2.Entro il termine fissato al comma 1 per la soppressione delle Province, i Comuni del territorio della circoscrizione delle Province soppresse esercitano l’iniziativa di cui all’articolo 133 della Costituzione al fine di essere aggregati ad un’altra provincia all’interno del territorio regionale, nel rispetto del principio di continuità territoriale. La soppressione delle Province di cui al comma 1 determina (come conseguenza) la soppressione degli uffici territoriali del governo aventi sede nelle province soppresse; con decreto del Ministro dell’interno sono stabilite le modalità di attuazione del presente comma.
Il che significa, in breve, oltre alla decretata fine della provincia e delle sue strutture, l’obbligo fatto a tutti e 73 comuni di essa a scegliere, entro la regione Lazio, a quale provincia contigua aggregarsi: per tutti non restano che Roma e Viterbo, a meno che non si voglia andare con Frosinone o Latina. Il Cicolano e l’Amatriciano, dunque, con Roma e non con L’Aquila?
Il Leonessano non con Perugia, ma con Roma o Viterbo? E Rieti con Roma?
La prospettiva è a dir poco allucinante, meno che per la Bassa Sabina che si ricongiungerebbe alla Sabina romana, tornando ad epoche papaline e poi liberali certo da non augurarsi. Il progetto governativo, più che da politici saggi, sembra sia stato predisposto da alieni.
Passando all’elencazione degli uffici territoriali di governo che se ne vanno, eccoli elencati, sicuramente con qualche dimenticanza: in primo luogo Prefetto e Prefettura, Questore e Questura (con sede appena costruita) insieme a tutti i comandi provinciali delle varie forze di polizia, a partire dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza (con sedi di fresca e bella costruzione), Comando provinciale dei vigili del Fuoco, Agenzia provinciale delle Entrate con catasto, ipoteche, tesoro, ecc., Ufficio provinciale scolastico, Ufficio provinciale del Lavoro, Ufficio provinciale della Motorizzazione, INPS provinciale, Inail provinciale, Camera di Commercio, Industria e Artigianato, declassamento del Tribunale penale e civile con l’aggregazione a Tivoli.
Diventa difficile la sopravvivenza dell’Università per la mancanza di contributi provinciali essenziali da parte di Palazzo Dosi che nel 2000 ne volle l’istituzione, insieme a Comune di Rieti e CCIA e si creerebbero problemi identici per il sostentamento del Conservatorio di Musica e per il Nucleo industriale, essendo la provincia l’organo tra quelli fondatori e tra i maggiori sostenitori sotto i profilo economico.
L’impatto sui dipendenti pubblici impiegati sarà così negativo da non ipotizzarlo nemmeno, configurandosi come un disastro. E’ prevedibile un esodo biblico seguito a trasferimenti di funzionari ed impiegati pubblici, l’abbandono di palazzi ormai divenuti inutili come lo sarebbero le nuove case da costruire per le civili abitazioni di qua e di là per tutto il territorio.
La ricaduta sul commercio è facilmente intuibile con lo spopolamento già decretato dei supermercati, costruiti per un elevato numero di abitanti che non ci sarebbe più. L’impatto psicologico sui cittadini è misurabile in uno choc e nell’angoscia che ne immiserirà ogni iniziativa e ogni progetto, riprecipitando Rieti in quel ghetto di cui alla storica definizione dell’onorevole Lionello Matteucci che nel dopoguerra creò per essa lo slogan di Rieti “povero e degradato borgo agricolo”. Fino ad ora poche sono state le reazioni basate su riflessione e logica da parte delle istituzioni.
La più attrezzata è stata quella dell’ultimo presidente Fabio Melilli che, ovviamente, gli viene dalla sua ricca esperienza e dalla conosciuta idiosincrasia per ogni parlare a vanvera, che per sfuggire giustamente a questo destino crudele e ingrato a cui è stato assoggettato, ha proposto la costituzione di un comitato di coordinamento di tutte le province soppresse per studiare modalità e tempi di reazione. Il secondo, quello del presidente del consiglio comunale Gianni Turina circa la convocazione congiunta del consiglio provinciale e di quello comunale, che servirà davvero, se si sarà capaci di non fare demagogia, evitando le verbosità dei soliti iscritti a parlare.
Da quel che accadrà nei giorni avvenire e dai risultati che ne scaturiranno, si potranno misurare l’impegno, il lavoro, la dedizione e l’amore che coloro che attualmente rappresentano politicamente la provincia di Rieti spenderanno per salvarla, così da non far rimpiangere quelli che invece ne promossero l’istituzione, ignobilmente dimenticati: il principe Lodovico Potenziani, l’avvocato Mario Marcucci, Marinelli de Marco e tutti coloro che, nel periodo fascista, ad essi si unirono, concretizzando una nobile impresa a cui i reatini e i sabini aspiravano da secoli.
Oggi è veramente triste pensare ed è doveroso riflettere, mentre non è ancora valutabile l’impatto che la decisione avrà sul risultato delle prossime elezioni politiche, sul fatto che una dittatura istituì la provincia di Rieti e la democrazia della Repubblica italiana, che questa terra contribuì a costruire con il contributo di duemila morti durante la
guerra di Liberazione, tanto da ottenere per questo, la medaglia d’argento al valore civile, adesso l’ha soppressa, sopprimendo insieme anche un consiglio provinciale, la più alta sede di civile ed essenziale dibattito e confronto democratico della Sabina.
Con un tratto di penna si è cancellata la provincia di Rieti, così come capitalisti e industriali, guardando solo ai denari e ai loro interessi economici, con un tratto di penna decretarono la chiusura dello Zuccherificio, la Nuova Rayon, la Texas e l’Alcatel, determinando l’impoverimento di questo territorio. Ciò provocò un gravissimo danno per il lavoro e per i lavoratori, per il tenore di vita, la cultura e per lo sviluppo di questa Sabina, così come ora tornerà a provocarlo, con maggior forza e definitivamente, il decreto di abolizione della provincia.
All’ultimo presidente e a tutti gli altri, il compito, come a Mosè, di condurre il popolo reatino fuori dall’Egitto, verso la terra promessa di una nuova Sabina.
PRESENTAZIONE RIETI BASKET CLUB E MEDIA TIME
Giovedì 18 agosto, alle ore 12.15, presso il cortile antistante la Maison 57, in Via Roma 57si terrà la presentazione ufficiale della Rieti Basket Club stagione 2011/2012.
Dopo la prima conoscenza con gli atleti e con lo staff tecnico, avrà inizio un “Media Time” di 30 minuti per le domande dei giornalisti ai singoli elementi.
Prima e dopo la presentazione ufficiale la squadra lavorerà agli ordini del capoallenatore Donato Avenia.
Al termine dell’allenamento di venerdì mattina, verranno invece assegnati i numeri di maglia per la stagione 2011-2012. In accordo con i giocatori si è deciso di legare questo “classico” di inizio anno sportivo ad un’iniziativa di beneficenza. Così, in una specie di asta – molto amichevole – i ragazzi si contenderanno i numeri preferiti offrendo cifre che poi, nel loro totale, verranno devolute in beneficenza.