Gerbino: “Rieti come un Grande Fratello grazie ai siparietti della politica. Valentini si dimetta!”

“In questi giorni è possibile assistere ad una sorta di Grande Fratello registrato nella città di Rieti, siparietti vari alimentano gli appassionati frequentatori dei social che ogni giorno con trepidante attesa e curiosità vanno alla ricerca del nuovo comunicato a seguito dell’ormai consumato divorzio. Il tutto sarebbe cosa simpatica e divertente se non si trattasse dell’amministrazione della città di Rieti che, seppur non grandissima, è capoluogo di provincia con quanto ne consegue in termini di impegno dell’amministrare.

La politica genera sempre aspettative che, nelle maggior parte dei casi, sfociano in delusioni e tanto più grande è l’ambizione e l’auto stima, tanto più forte è la delusione e se quest’ultima si trasforma in rabbia e livore, prevaricando il senso di responsabilità, il senso civico e l’ambizione di poter dimostrare eccellenti capacità amministrative a servizio dei cittadini-elettori, che ogni buon politico deve possedere, allora tutto sfocia nel mero interesse personale e non è accettabile.

Non è accettabile che il presidente del consiglio si dissoci dalla sua maggioranza a due anni dalle elezioni mantenendo la carica che la stessa maggioranza con i voti dei consiglieri gli ha dato. Serietà e deontologia politica imporrebbero dimissioni immediate con ritorno fra i banchi del consiglio comunale da cui agire nella nuova veste di consigliere d’opposizione. Quanto ai motivi della critica al Sindaco con il quale anche io ho avuto divergenze, anche forti e altre probabilmente ne verranno, ma non sul carattere, che non può essere motivo di divergenza politico amministrativa, faccio fatica a ravvisare veri e concreti elementi che giustifichino la scelta irragionevole assunta.

Quando la politica è chiamata ad amministrare deve prodigarsi per dare risposte e servizi ai cittadini tutti, una volta eletti si diventa amministratori di tutti e questo obiettivo deve prevalere su ogni altro. Allora il confronto è sulle cose da fare non sul carattere di ognuno di noi che difetti certamente ne abbiamo e nel merito delle cose da fare e fatte che incidono sulla attuale situazione del comune c’è molto da dire. Certo, Daniele è ben lontano dall’essere il sindaco confessore, ma è un sindaco dalla importante caratura politica, che gode di profonda considerazione sia a livello regionale che nazionale. Si muove agevolmente sia nell’ambito regionale che ai vari ministeri e questo gli consente di accedere a finanziamenti di cui la città, considerata anche la situazione di predissesto, ha estremamente bisogno.  Io alla prima veste, preferisco decisamente la seconda.

Tornando alle critiche, è innanzi tutto singolare che gli scissionisti della maggioranza parlino ripetutamente degli elevati costi della TARI che, purtroppo, i cittadini di Rieti sono chiamati a pagare. Per entrare nel merito di questo balzello, innanzi tutto è necessario chiarire che la TARI viene deliberata dal comune nella misura sufficiente a coprire il 100% dei costi del servizio. I costi del servizio vengono ogni anno comunicati al comune dal gestore del servizio (ASM) con un piano economico finanziario che si allega al bilancio di previsione.

In data 29 aprile 2022 l’allora assessore al bilancio Valentini provvedeva alla nomina del consiglio di amministrazione di ASM per i successivi tre esercizi sociali, determinando un compenso dei consiglieri, nella misura del 60% dell’indennità del sindaco. Ciò ha comportato che già da un paio di anni a questa parte, un consigliere di ASM percepisca più del doppio di un consigliere di ACEA o di AMA di Roma che hanno fatturati di miliardi per non parlare poi delle differenze retributive con aziende quali quella di Perugia o di Terni (alla faccia della tanto sbandierata morigeratezza).

Mi preme ricordare al Consigliere Valentini che il Piano Economico Finanziario su cui il comune di Rieti delibera la TARI è tutt’ora redatto dal quel CDA nominato da lui in vigenza della giunta Cicchetti, che tra l’altro ha operato una gestione in linea con le indicazioni dell’amministrazione comunale di cui lo stesso Valentini era assessore.

Tra quest’ultime, merita particolare rilievo (a mio avviso, dato che non conosco farmacisti poveri) la scellerata vendita delle farmacie comunali, veri gioielli dai quali trarre profitti e disponibilità giornaliere di danaro.  Vendute a detta dell’amministrazione per liquidare il socio privato con il risultato che, ad oggi, il socio non è stato liquidato e i proventi delle farmacie, da conto economico, sono stati utilizzati per altro e non più disponibili per la liquidazione del socio. E se proprio si voleva liquidare il socio privato di ASM utilizzando le farmacie, sarebbe stato sufficiente cedergliele anziché venderle. Chi ha scelto o perlomeno condizionato una procedura inadeguata allo scopo prefissato se non l’allora assessore al bilancio Claudio Valentini?

Quell’assessore scelto dall’allora sindaco Cicchetti che, in campagna elettorale, ha sempre detto che per far fronte ai tanti problemi finanziari del comune, se avessimo vinto, avrebbe scelto un assessore al bilancio di grande esperienza salvo poi, dopo le dimissioni della Cascioli, ripiegare su chi di bilanci ne masticava ben poco.

Tra l’altro non che l’assessore in questione fosse un campione di preferenze, infatti arrivò secondo della sua lista con sole 206 preferenze. Ma Valentini non ha difettato soltanto nella gestione del bilancio come dell’ambiente e delle partecipate, parrebbe infatti che, anche nella tanto decantata operazione Luce Tre, i conti non tornino, con una notevole discordanza tra il numero di pali affidati da contratto e quelli realmente presenti sul territorio comunale. Qualche problema con i conti sembra averlo proprio.

Mi rincuora però la fine dei monologhi settimanali che, dai microfoni di una nota emittente locale ci propinava, non certo lesinando in inesattezze o fantasiose realizzazioni mai avvenute. D’altronde senza contraddittorio si può dire qualunque cosa. Infine, in relazione alla strumentale richiesta di dimissioni del sindaco, è bene ricordare che il sindaco è stato eletto dai cittadini che alle prossime elezioni potranno confermarlo o decidere di cambiare. Lui è stato eletto dai cittadini nel ruolo di consigliere comunale, e alle prossime elezioni potranno confermarlo o meno. Le richieste dimissioni di Valentini si riferiscono al ruolo di presidente del consiglio che gli è stato dato dai consiglieri di quella maggioranza, rispetto alla quale, lui oggi è opposizione. Ne tragga le dovute conseguenze”.
Così nella nota Luigi Gerbino