ESEQUIE, DOLORE E BUROCRAZIA

Cimitero

Pubblichiamo integralmente una lettera giunta in redazione, una lettera scritta da un cittadino che vuole segnalare un episodio increscioso accaduto nella triste occasione della scomparsa del padre. Questa lettera mette in evidenza la cecità della burocrazia che molte volte non riesce a superare neanche particolari momenti di dolore.

"Questa mia denuncia ha il solo scopo di accendere i riflettori su quanto di negativo accade ai poveri parenti delle persone scomparse in occasione dei funerali, già provati dal dolore,  debbono a volte confrontarsi con amministrazioni comunali, prive di sensibilità umana, che antepongono la burocrazia ai sentimenti ed alle emozioni.

Nel mio caso, dopo la scomparsa di mio padre, volendo rispettare le sua volontà di essere tumulato a Longone Sabino suo paese natale, ho dovuto affrontare una lunga trafila burocratica per reperire un loculo che ha dell’inverosimile. Partendo dal presupposto che tutti i Comuni debbono avere una riserva di loculi nel proprio cimitero e dopo aver ricevuto in via informale un diniego da parte del  sindaco, mi sono recato la mattina del funerale presso gli uffici comunali allo scopo di trovare una soluzione.

Dopo varie contrattazioni si è addivenuti finalmente ad una soluzione , l’acquisto di un loculo e fin qui tutto bene.
Le ulteriori stranezze iniziano dopo, io e mio fratello abbiamo dovuto fare un sopralluogo al cimitero, ci siamo dovuti occupare della pulizia e della preparazione del loculo stesso, ed altre incombenze il tutto mentre nostro padre si trovava nella camera ardente dell’ospedale.

Terminate dette incombenze, ci siamo recati in ospedale per rendere finalmente l’ultimo omaggio e l’ultimo saluto a nostro padre, ma per l’ennesima volta il nostro dolore veniva appesantito dal sindaco di Longone il quale ci riconvocava in comune per firmare un impegno formale al pagamento del loculo. Sordo alle nostre richieste di voler adempiere al tutto il giorno seguente, minacciando di non autorizzare la tumulazione, ci costringeva a tornare presso la sede comunale non permettendoci di assistere alla chiusura della bara e quindi di dare l’ultimo straziato saluto a nostro padre".