Dispersione scolastica implicita, nota di Mariolina Ciarnella presidentessa IRASE Nazionale

A seguire una nota di Mariolina Ciarnella presidentessa dell’IRASE Nazionale (nella foto) che per molti anni ha promosso ed organizzato con la Uil Scuola di Rieti incontri di formazione per il personale docente appartenente a scuole ed istituti di ogni ordine e grado. I prossimi incontri a livello territoriale sono previsti per il mese di novembre 2022:

“Il Ministero dell’Istruzione, con il D.M. 170 del 24 giugno 2022, ha definito i criteri di riparto delle risorse del PNRR destinate alle azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica ed ha assegnato alle scuole secondarie di primo e di secondo grado 500 milioni di euro, quota parte del complessivo finanziamento di un miliardo e mezzo.

Il decreto, pubblicato senza alcun confronto con le parti sociali e con le Regioni e senza alcuna informativa alle organizzazioni sindacali, prevede la realizzazione di attività in favore di alunni a rischio di “fragilità degli apprendimenti”, la “dispersione implicita” in base ai risultati delle prove INVALSI.

La dispersione implicita è la quota di studenti che terminano il loro percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali in nessuna delle tre materie monitorate dall’Invalsi, vale a dire italiano, matematica e inglese.

Perché “dispersione”? Perché questi ragazzi rischiano di avere limitate prospettive di inserimento nella società, molto simili a quelle di chi è rimasto vittima della dispersione vera e propria, ovvero della dispersione esplicita, cioè di coloro che si sono fermati al diploma di terza media. Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021, molto probabilmente a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 si osserva una minima inversione di tendenza sia a livello nazionale dove si ferma al 9,7% (-0,1 punti percentuali) sia a livello regionale.

Secondo l’Invalsi, sommando i dati avremmo il 23,2% (13,5+9,7) di diciannovenni dispersi, tra espliciti e impliciti, e inoltre tra i maturati non considerati dispersi impliciti, un’altra percentuale di diplomati che comunque non raggiunge risultati adeguati, valutabile attorno al 30% abbondante.

Statistiche, numeri, ecco cosa è diventata la valutazione di sistema, che, invece, era stata concepita e promossa come supporto alle decisioni politiche. C’’è stata la valutazione dei ritardi e degli squilibri della scuola italiana che si è andata certamente affinando ma è mancata la politica scolastica che ha sempre considerato gli investimenti per la scuola solo come costi.

Tornando al decreto 170/2022, dalla distribuzione dei 500 milioni di euro saranno escluse le scuole con percentuale inferiore all’8% perché la distribuzione si basa sulla percentuale di studenti con risultato L1 (mai esplicitato dall ‘INVALSI) nelle prove di italiano e matematica. Il risultato finale è che solo il 39% delle scuole italiane risulta beneficiaria dei fondi con incongruenze all’interno dei territori regionali e provinciali e con effetto paradosso: sono finanziati i licei classici ma non ricevono contributi gli Istituti Comprensivi appartenenti a zone in cui le percentuali della dispersione esplicita sono elevati e consolidati nel tempo. Le scuole secondarie di secondo grado sono un numero maggiore degli Istituti Comprensivi, dove si riscontrano maggiori difficoltà di apprendimento e da dove si deve partire per il recupero; mancano i CPIA dove non si svolgono le prove INVALSI ma anche questi Istituti sono a rischio dispersione.

Il decreto ministeriale 170/2022 attribuisce, quindi, 500 milioni di euro, risorse del PNRR, alle scuole in funzione del recente indicatore, la “dispersione implicita”, senza tener conto di altri indicatori, quali il contesto e i bisogni, la mancanza di interventi strutturali e di sistema”.