CONFERENZA PERMANENTE DONNE PD, IL DOCUMENTO POLITICO E GLI AMBITI DI ANALISI E AGIRE POLITICO

PD Rieti

Documento politico:
Le donne sono state protagoniste, insieme agli uomini, della nascita del Partito Democratico.

Ed hanno contribuito con passione ed intelligenza alla elaborazione del progetto per la costituzione di un partito riformista, capace di rispondere alle sfide del tempo moderno con soluzioni efficaci e deciso a tornare a parlare alle persone della loro vita, dei loro bisogni, delle loro difficoltà, in un’ottica di pari opportunità, di diritti, di dignità, di libertà e di visione laica della politica.

Le donne, insieme agli uomini, hanno partecipato alla organizzazione del Pd e sono state animatrici delle primarie, vera novità introdotta dalla nascita del nuovo soggetto politico per una selezione più partecipata e democratica delle cariche istituzionali ed interne al partito.

Una partecipazione che deve avere nei circoli lo spazio privilegiato per costruire una efficace alternativa alla destra e prima ancora promuovere l’unità del partito superando ogni divisione derivante dall’appartenenza ad aree, mozioni, correnti e quant’altro.

Nel corso delle diverse fasi politiche ed elettorali e nelle battaglie politiche interne, nonostante l’obbligo statutario della presenza del 50% delle donne nelle assemblee e negli organi dirigenti, il ruolo delle donne è divenuto sempre più marginale, assumendo un profilo meramente numerico, privo della conseguente rilevanza politica. Ciò è particolarmente evidente nel nostro territorio, dove le donne sono quasi del tutto assenti nelle diverse espressioni della rappresentanza politico-istituzionale.

Ciò non trova alcuna giustificazione. La nostra società, com’è ovvio, è formata da uomini e donne. Ed anche nella nostra provincia tante donne ricoprono con successo posizioni di responsabilità in ogni campo: lavorativo, sociale, istituzionale. Non ci sono ragioni comprensibili per cui la stessa cosa non debba avvenire anche nella politica. E privare la politica del supporto delle risorse umane femminili vuol dire privare il territorio del contributo di competenze, intelligenza e concretezza che le donne portano da sempre in ciò che è affidato alla loro cura.

E’ proprio l’allarmante constatazione della marginalizzazione del capitale umano, professionale e politico delle donne, che ha fatto nascere l’esigenza di istituire uno spazio politico peculiare, finalizzato a ridare respiro alla politica, anche locale, attraverso il riequilibrio della rappresentanza di genere, certe che una pluralità di visioni e di voci non può che giovare ad un partito che oggi appare incapace di stabilire un vero rapporto con i propri elettori ed i loro bisogni. E tutti gli osservatori rilevano che i Paesi con minore differenziale di genere nel mercato del lavoro, nelle carriere e nelle istituzioni, sono quelli che hanno le migliori performance economiche e maggiori capacità competitive.

Quello che intendiamo realizzare con la Conferenza Permanente delle donne è un luogo che, ampliando la nostra sfera di autonomia, consenta la produzione di elaborazioni autonome di cultura, di esperienza, di scambio anche con le donne degli altri partiti e di formazione, informazione e accoglienza così come previsto dal nostro Statuto. Un luogo che si costituisca come punto di riferimento per elettrici, elette e per le associazioni, dove elaborare strategie e proposte di soluzioni a problemi concreti, individuati attraverso un profondo radicamento sul territorio dell’azione politica.

L’ampliamento di autonomia e di potere decisionale che intendiamo conquistare attraverso uno spazio peculiarmente femminile non nasce da nessun intento rivendicazionista, né dal pregiudizio che le donne siano migliori degli uomini, bensì dalla certezza che solo una democrazia paritaria rende forte e competitiva l’azione politica di un partito e rende giustizia al principio costituzionale del diritto-dovere di uomini e donne di concorrere alla vita politica del paese.

Noi, proprio in nome del principio della cittadinanza disegnato nella Carta Costituzionale, rifiutiamo senza incertezze l’attuale disparità e l’uso maschile del 50%, che esclude pezzi della classe dirigente femminile e tiene conto più delle fedeltà che del merito.

Noi donne siamo ben coscienti della responsabilità che ci andiamo assumendo, ma intendiamo raccogliere la sfida di un impegno fattivo a favore della Cosa Pubblica.

La libertà, la responsabilità, l’uguaglianza e il merito sono i valori con cui intendiamo sostenere la nostra azione ed in nome di questi ci impegneremo affinché tutte le forze politiche assumano il rispetto delle donne e la valorizzazione delle capacità femminili come principi fondanti della politica.

Siamo consapevoli, ancora, di quante difficoltà incontriamo quotidianamente nel conciliare il tempo di cura con quello del lavoro e dell’impegno pubblico e sappiamo che nulla potrà cambiare nell’ambito delle pari opportunità, se non verranno attivate azioni positive presso le pubbliche amministrazioni e nelle imprese private a favore delle donne. L’organizzazione flessibile del lavoro e la promozione della cultura della condivisione tra uomini e donne dell’impegno familiare saranno tra i nostri primari obiettivi.

Ma noi donne sappiamo bene che ad ostacolare il nostro ingresso nei ruoli politico – dirigenziali è anche, e soprattutto, un sistema di selezione delle candidature basato più sulle cordate, le fedeltà e le appartenenze che sul merito.

Rifiutiamo con sdegno, a questo proposito, la concezione delle donne come oggetti da utilizzare e da scambiare, che ci riporta indietro di anni, ad epoche nelle quali la donna era so
prattutto corpo da esibire, da possedere, da tenere sotto controllo. Se poi questa pratica è promossa da alte figure istituzionali, diventa un modello da imitare per fare carriera e guadagnare facilmente un posto di visibilità e di successo.
 

Riguardo alle facilitazioni che dovrebbero favorire l’inserimento delle donne nella politica, le cosiddette quote rosa, riteniamo che debbano essere progressivamente sostituite dal principio della democrazia paritaria, basata sul riconoscimento delle abilità e competenze, diverse e complementari, di uomini e donne, che debbono imparare a condividere lo spazio pubblico per interpretare i bisogni della società.

Noi vogliamo farci interpreti di una prospettiva nuova, non più basata su una presunta debolezza, ma a favore del riconoscimento della legittimità dell’aspirazione delle donne al potere pubblico, da realizzare anche attraverso l’adozione di meccanismi elettorali come quello di recente adozione nella regione Campania per le elezioni del Consiglio Regionale. 

Tra i valori che riteniamo irrinunciabili ci sono innanzi tutto la laicità e la libertà.

La laicità va intesa come un metodo di trasparenza e di condivisione del valore che la pluralità di genere, culturale e sociale, assume nei partiti e nella società. Pluralità che si irradia nelle concezioni valoriali religiose e morali e che diviene garanzia di libertà e di diritti di convivenza democratica.

La libertà va intesa come rivendicazione del diritto delle donne ad essere liberate dal bisogno grazie al lavoro e ad una lotta forte ed efficace alla violenza, che in troppe circostanze le donne subiscono in famiglia e fuori. Libertà come parità nel lavoro, nei diritti civili e nella tutela della maternità, consapevole ed intesa come valore sociale.  

L’Italia, e Rieti non fa eccezione, non si è ancora incamminata sulla via del rispetto degli obiettivi di Lisbona in merito alla valorizzazione del lavoro femminile, spesso penalizzato da contratti – capestro che impegnano le donne a lasciare il lavoro qualora subentri la maternità, e ad accettare immotivate differenze salariali.  

Noi ci impegniamo a mettere al centro dell’attenzione politica la condizione femminile, affinché si determinino concrete condizioni di parità, senza dimenticare, tuttavia, i temi ambientali, dello sviluppo, dei servizi alla persona e ai più deboli, con particolarmente attenzione agli anziani.  

Da ultimo, ma non per importanza, ci impegniamo affinché l’azione politica del Pd riacquisti una fiducia nuova, perché torni a stare vicina alla gente, ad ascoltare i bisogni del territorio, a trovare le giuste soluzioni.

Ambiti prioritari di analisi e di agire politico:
L’elaborazione di linee d’intervento in grado di far fronte a nuovi bisogni femminili e delle famiglie in un momento in cui la crisi economica penalizza in modo particolare le donne e favorisce la perdita di diritti di genere già conquistati. 

Un’indagine conoscitiva del locale mondo del lavoro al femminile con l’elaborazione di piccoli e micro modelli di sviluppo sul territorio che funzionino da esempio guida e che contribuiscano a creare lavoro per le donne e non solo, con normativa che ne protegga l’esistenza. 

La valorizzazione della maternità che sembrerebbe essere divenuta un limite, frena le carriere lavorative e ostacola l’ingresso nel mondo del lavoro (parità economica?) 

La presenza operativa ed organizzata delle donne nei luoghi dell’emarginazione, dell’inabilità e della fragilità; luoghi nei quali da sempre le donne si spendono in cura e attenzione, per divenire punto di riferimento.  

L’impegno affinché la violenza di genere e tutte le forme di molestia e di sfruttamento sessuale incluse quelle che risultano dal pregiudizio culturale siano eliminate.  

L’organizzazione della attività politica dei territori in riferimento ai temi presenti nel documento, privilegiando comunicazione, raccordi e incontri al femminile. 

Attività di divulgazione attraverso la diffusione capillare di documenti, articoli di giornali, e quant’altro tocchi la sensibilità delle donne. (La conferenza ha accolto, come prima iniziativa, di divulgare la lettera pubblica da Repubblica a difesa della dignità femminile) 

In particolare la conferenza permanente delle donne intende promuovere fin d’ora una attività propedeudica che consenta il recupero del governo di tutti i Comuni della Provincia  a partire dal Comune capoluogo, attraverso un rafforzamento dell’iniziativa politica del PD e attraverso una maggiore attenzione al consolidamento della sua identità nella gestione delle fasi elettorali e della formazione delle liste.