CAVALLI COORD IDV: L'AFFISSIONE DEI MANIFESTI NELLA SEDE PDCI NON PUO' CONSIDERARSI UNA "RAGAZZATA"

Giorgio Cavalli

In relazione alla vicenda che ha turbato le coscienze democratiche della nostra città in questi giorni e precisamente prima l’alterco tra alcuni giovani di Casa Pound ed il segretario ed il presidente del PdCI, in occasione della celebrazione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, e poi l’affissione di manifesti all’ingresso della sede dei Comunisti Italiani in Via Amatrice, ritengo doveroso intervenire sull’argomento innanzitutto esprimendo, in nome e per conto dell’IDV reatina, solidarietà al Partito dei Comunisti Italiani, vittima di quella che ritengo essere stata una grave provocazione, ma anche non esimendomi da alcune riflessioni.

Chi come me, come noi, ha una responsabilità, l’onere e l’onore, di direzione politica, ha conseguentemente il dovere di spendersi quotidianamente affinché il clima politico, soprattutto in vista di importanti scadenze elettorali, non invelenisca. Dobbiamo avere la sensibilità e la coscienza civile e morale di non ridurre la dialettica politica al livello di scontro, di guerra guerreggiata. E questo soprattutto perché poi chi scende in strada a distribuire volantini, ad affiggere manifesti o ad esercitare qualunque altra attività di militanza politica, molto spesso sono dei giovani, animati da “cieca” passione politica e molto vulnerabili a sollecitazioni tese a favorire una situazione di scontro frontale. Non possiamo permetterci il lusso di assumerci la responsabilità politica e morale di qualsiasi incidente potrebbe scaturirne tra i nostri giovani.

Sono convinto che le autorità non avrebbero dovuto consentire un volantinaggio non autorizzato nella hall del teatro “Flavio Vespasiano” durante la celebrazione, sono convinto che le autorità erano le uniche tenute ad intervenire, che qualunque omissione in tal senso sarebbe dovuta essere oggetto di denuncia e non solo politica, ma sono anche convinto che chi ha la responsabilità di una Associazione che conta tra le sua file molti giovani, sia tenuto a condannare ed a prevenire energicamente qualunque tipo di provocazione e situazione che possa portare a quanto stiamo assistendo.

Sono convinto quindi che non debba enfatizzarsi l’episodio occorso, come sono convinto che il coordinatore di Casa Pound, anche e soprattutto in quanto consigliere comunale e quindi detentore di un mandato istituzionale, non possa sminuire il fatto definendolo di fatto una semplice “ragazzata”, ma sono anche convinto che innalzare barricate non porti beneficio a nessuno.

Raccogliamo l’invito del PCL a costituire un comitato antifascista, ma se ciò significa rimettere in campo un organismo politico di confronto e di studio, di conservazione della memoria contro le tentazioni revisioniste, di difesa e rilancio della nostra carta costituzionale nata dalla Resistenza.