Al Museo Archeologico del Cicolano mostra personale di Marcello Mari

Sabato 13 luglio, alle ore 18, sarà inaugurata al Museo Archeologico Cicolano di Corvaro la mostra temporanea dal titolo “Laghi, montagne e vecchie case abbandonate: il Cicolano nei dipinti di Marcello Mari”.

Marcello Mari, architetto esperto in piani di sviluppo territoriale, non è nuovo alla programmazione culturale del MAC, che ha avuto già il piacere di invitarlo in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2018. Questa volta il Museo avrà l’onore di ospitarlo nella veste inaspettata di pittore, mostrando del professionista anche la passione artistica che, ancor di più, suggella il legame e l’attaccamento alle sue radici cicolane e appenniniche.

Le 35 tele personali che saranno esposte al piano superiore del museo fino al 30 agosto hanno infatti come soggetto non solo l’amenità naturalistica della valle del Salto, rappresentata nel mutevole scenario cromatico delle stagioni, ma anche il paesaggio antropico costruito nei secoli dalla vita pastorale dei suoi abitanti. Oltre a laghi, montagne e boschi, tornano protagonisti della pittura paesaggistica di Mari i casali montani, quelle “casette” di pietra e malta, oggi sopraffatte dal lento degrado, espressione della cultura dei nostri avi e di un sistema produttivo ormai tramontato.

Attraverso una pittura dal vero, con pennellate di getto in stile quasi impressionistico, di queste antiche dimore Mari è riuscito ad evocare l’atmosfera altera e silenziosa degli interni, nel preciso momento in cui i luoghi perdono il loro senso e si consegnano agli echi della melanconia. Rovine di alta quota, vedute di borghi disabitati e qualche disorientata presenza umana.

Avanzi della vita degli altri nelle vecchie stanze dove l’autore conduce l’occhio in un momento impresso all’ultimo giorno vissuto in casa, all’ultima luce naturale penetrata; dove non il tempo che passa, ma le lusinghe del progresso travolgente e della vita a salario proletario allontanarono frettolosamente le laboriose comunità degli altopiani cicolani dalle umili abitazioni e dai pascoli di montagna. Per una vita salariale tutta a valle.

Paesaggi dell’anima, dunque, all’interno dei quali l’arte di Mari proietta l’uomo nello spazio della coscienza; e panorami rurali noncuranti dei cambiamenti del nuovo Millennio, palcoscenico degli avvenimenti scontati, dimenticabili, e delle storie degli uomini in simbiosi con la natura, “perché il tempo ha sempre il rispetto di chi sa misurarlo in stagioni”.