Al Ministero dell’Istruzione e del Merito incontro sul docente tutor

FOTO: Ministero Istruzione

Il 24 marzo nella riunione tra Ministero dell’Istruzione e del Merito e organizzazioni sindacali si è discusso della nuova figura del tutor dell’orientamento, introdotta nella scuola con il Decreto Ministeriale n. 328 del 22 dicembre 2022. Nel corso dell’incontro sono stati delineati sia la ripartizione dei finanziamenti  che i criteri per l’individuazione dei futuri docenti tutor.

In prima applicazione per l’anno scolastico 2023/2024 il docente tutor sarà previsto solo per le classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado. Il finanziamento alle scuole avverrà con una ripartizione basata sul numero degli alunni delle ultime tre classi diviso per possibili gruppi, da 30 a 50 alunni, che saranno affidati ad un singolo TUTOR dell’orientamento.

Per la Federazione Uil Scuola Rua, rappresentata da Enrico Bianchi e Paolo Pizzo, la figura del tutor non è una sperimentazione di cui la scuola avrebbe bisogno e certamente non risolve i veri e seri problemi presenti in essa. Non occorre inventarsi nuove figure. I tutor, anche se non ufficialmente, esistono già all’interno delle scuole. L’attività di tutoraggio psicologico, educativo ed orientativo è insita già nella professione docente, cui basterebbe aumentare lo stipendio per valorizzare il lavoro che svolge, compreso quello ufficioso di tutor. Piuttosto le urgenze per la scuola sono altre: è necessario, intanto, chiudere le partite attualmente in atto, come la parte giuridica del contratto, valorizzare l’esistente, togliere carte inutili, offrire garanzie di stabilità al personale precario, sciogliere i vincoli professionali e territoriali, costruire percorsi professionali aderenti alle diverse figure della comunità scolastica. E’ necessario farlo. Diversamente rischiamo di costruire cattedrali nel deserto che piacciono tanto a Bruxelles ma non risolvono i veri problemi della scuola statale del nostro Paese.