Vendita loculi al cimitero, dipendente comunale arrestato dalla Polizia

Gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Rieti hanno arrestato un dipendente del Comune di Rieti, D.D.G, di anni 57, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Rieti, poiché resosi responsabile del reato di istigazione alla corruzione commesso da incaricato di pubblico servizio.

Il dipendente del Comune di Rieti D.D.G., addetto alla gestione cimiteriale, ha proposto l’assegnazione di due loculi siti nel cimitero di Rieti, per una somma pari a 300 Euro, ad un Ispettore della Polizia di Stato, in servizio alla locale Squadra Mobile, che aveva interessato una agenzia di pompe funebri per l’attivazione delle pratiche necessarie per un eventuale scambio, per conto dei suoi genitori, di due loculi siti nel cimitero comunale di Vazia, con altrettanti siti posti nel cimitero di Rieti.

Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Rieti hanno così intrapreso una attività investigativa che ha consentito di accertare che D.D.G. aveva proposto all’Ispettore di Polizia l’assegnazione di due loculi siti nel cimitero di Rieti che, probabilmente, erano rimasti vuoti da molto tempo avendone perso le tracce della relativa proprietà, in cambio di denaro e della restituzione dei due loculi siti a Vazia che sarebbero poi stati venduti dal dipendente comunale ad acquirenti già interessati.

Tale attività ha consentito all’A.G. di emettere una ordinanza di custodia cautelare nei confronti del dipendente comunale che è stata eseguita dagli investigatori della Squadra Mobile nella mattinata del 13 maggio u.s..

D.D.G. nel momento dell’arresto ha consegnato agli investigatori della Squadra Mobile la documentazione falsa appositamente prodotta per attestare falsamente il possesso dei loculi del cimitero reatino da parte della defunta nonna, nonché una concessione, modificata ad hoc, attestante la vendita ad altre persone dei loculi di Vazia, per i quali lo stesso ha incassato illecitamente i proventi.

Le perquisizioni effettuate nella circostanza hanno consentito al personale della Polizia di Stato di raccogliere altro materiale utile alle indagini che, al momento, è al vaglio degli investigatori.

Così come disposto dall’A.G., D.D.G. è stato messo agli arresti domiciliari in attesa di rispondere del reato di istigazione alla corruzione.