SOPPRESSIONE PROVINCIA, PRI: DALL'OPPOSIZIONE CI SAREMMO ASPETTATI PROPOSTE CONCRETE

Ettore Saletti, ex Assessore del Comune di Rieti

Abbiamo appreso dalla stampa locale che “le forze di opposizione” prendono posizione sul drammatico problema della soppressione della Provincia di Rieti cui è dedicata la prossima convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.

Ancora una volta, purtroppo, la politica reatina rischia di impantanarsi in polemiche sterili, senza indicazioni operative concrete, continuando nel vecchio e stantio metodo delle contrapposizioni  di schieramento.

Non bastasse lo spettacolo desolante delle divisioni pro o contro Melilli o pro o contro Petrangeli   sulla gestione del territorio provinciale, ora ci si mette anche il PDL  a criticare la lodevole, anche se tardiva iniziativa di un Consiglio Comunale sul problema in questione, uscendo dall’assordante silenzio sui primi 5 mesi della gestione della giunta di Sinistra. Il PDL, infatti, non trova di meglio che criticare in modo tragicomico l’iniziativa in questione.

Ci saremmo aspettati, come si conviene a forze di opposizione responsabili, spiegano in una nota del PRI  il segretario regionale Ettore Saletti e il coordinatore provinciale  Giuseppe Gizzi, proposte concrete sul futuro del nostro territorio e sull’impatto centrifugo che si verificherà sulla Provincia di Rieti e sulla soppressione di numerose strutture provinciali nel paventato accorpamento con Viterbo. Oltre all’elaborazione di una riflessione seria sulle conseguenze che produrrà per il territorio sabino, totalmente marginalizzato ed egemonizzato dalla più vasta Provincia viterbese.

Qualche giorno orsono, I Repubblicani hanno avanzato invece, la proposta di riunificare il territorio della Provincia di Rieti con quella di Terni.  Si tratta di un processo difficile, ma sui cui i Repubblicani, insieme ad altre forze sociali intendono coinvolgere i cittadini reatini con tutti gli strumenti che la Costituzione italiana consente in queste fasi.

  Il PDL, in cui i Repubblicani non sono mai confluiti ma di cui sono stati alleati, ma anche la Sinistra, ritengono che, anche alla luce delle clamorose e negative vicende che hanno interessato la Regione Lazio, convenga rimanere nel Lazio? O che non sia più utile passare con l’Umbria e, segnatamente, con la Provincia di Terni?

Cosa lega il territorio reatino al viterbese? Non certamente legami di tipo  storico, strutturali ed economici.
Per questi motivi i Repubblicani auspicano che il dibattito in Consiglio Comunale rappresenti un’occasione seria per riflettere sui problemi reali, sui rischi e le conseguenze, anche sul piano democratico, che l’accorpamento con Viterbo determinerà. Alla maggioranza che ci appare divisa  e alla minoranza che non ci pare faccia proposte, ma solo battute, l’opinione pubblica chiede delle chiare assunzioni di responsabilità.  La classe dirigente reatina, soprattutto quella  “nuova”,  non può permettersi il lusso di lasciare in eredità scelte, che se non opportunamente meditate, sarebbero profondamente negative per qualsiasi ipotesi  di ripresa di sviluppo del territorio.