Questa mattina presso la Confindustria di Rieti si é svolto un incontro con la Direzione Schneider per discutere dell’attuale scarico produttivo ed il conseguente ricorso alla cassa integrazione. Dai dati forniti dall’azienda si capisce chiaramente che si è in una fase dove la produzione diminuisce sempre di più ed é quindi necessario accelerare sulla soluzione industriale alternativa per il sito reatino, così come concordato tra le parti sia al Ministero che a Parigi.
L’azienda ha comunicato che ci sono state due visite allo stabilimento con quattro società interessate ed altre che dovrebbero far visita nelle prossime settimane. Al momento non si conoscono i nomi degli imprenditori per una questione di riservatezza chiesta dagli stessi, tranne uno di cui il nome é venuto fuori nei giorni passati. Una relazione dettagliata verrà fatta dalla società incaricata per tale operazione, la Vertus, nel prossimo incontro al Ministero.
“A fronte di tale situazione, come organizzazioni sindacali – dichiara Luigi D’Antonio della FIOM Cgil – unitamente alle Rsu, abbiamo condiviso una serie di iniziative da mettere in campo per sollecitare la risoluzione della vertenza. Il primo passaggio é stata la richiesta d’incontro al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti per capire cosa hanno prodotto le iniziative da lui annunciate negli incontri del 15 ottobre in Regione e del 18 ottobre a Rieti”.
I sindacati hanno deciso inoltre di arrivare ad una giornata di mobilitazione sotto l’Ambasciata francese a Roma per protestare anche contro il Governo francese per la politica che le sue multinazionali stanno mettendo in campo sul territorio nazionale, e la Schneider di Rieti ne é l’esempio forse più eclatante.
“Nei prossimi giorni ci riconfronteremo con le lavoratrici ed i lavoratori della Schneider proprio per preparare al meglio questa iniziativa che dovrà essere fatta prima del prossimo incontro al Ministero. Per concludere, noi ci siamo, adesso dovrà esserci anche il Governo Italiano che, in questa fase cruciale, dovrà far valere tutto il suo peso politico nei confronti della multinazionale francese”.