"Ciak" famosi sul Terminillo, con cast di attori che hanno fatto la storia del cinema

««…Troupe con cineasti di grido ed attori famosi girarono, al Terminillo, non appena fu possibile raggiungere la località con mezzi a motore, numerosi film di propaganda e di pubblicità, commissionati da privati ed anche da enti pubblici. Quelle compagnie, conseguentemente, soggiornarono per periodi più o meno lunghi per filmare gli scenari più disparati: gli esterni prettamente sportivi e sciistici invernali, trovando nei maestri e negli atleti dello Sci Club validissime contro-figure, gli interni mondani, nei capaci saloni degli alberghi più importanti, il Savoia ed il Roma; a quelli paesaggistici, in qualunque stagione dell’anno. Moltissimi di quei noti attori e personaggi del cinema e del teatro sceglievano il Terminillo anche per le loro vacanze, estive o invernali, dimorando negli alberghi o affittando villette, per lunghi periodi e costituendo ottimi “veicoli” pubblicitari.
Oltre ai documentari ed ai reportage sportivi dei cinegiornali, che nelle sale cinematografiche corredavano le proiezioni dei film, girati e proiettati appena nato il centro sciistico, si passò, nel dopoguerra, a quelli televisivi, non appena il piccolo schermo iniziò ad operare. Anche il mondo del Cinema, quindi, “scoprì” subito il Terminillo, rendendosi conto di poter disporre di magnifici paesaggi e furono tantissime le scene girate nelle località.
Film con “cast” di attori che hanno fatto la storia del cinema italiano trovarono sul monte Terminillo, ed in alcune strutture del centro turistico, scene e fondali naturali per girare esterni: alcuni prima della guerra, altri subito dopo. L’attività si incrementò notevolmente negli anni Cinquanta e Sessanta. Quasi ogni stagione estiva od invernale fece registrare almeno un “Ciak”: sulle innevate piste di sci; nei panorami stupendi che in ognuna delle quattro stagioni il Terminillo ama regalare; o nei lussuosi alberghi che ormai erano cresciuti in numero, qualità e capienza; in qualche villa o “cottage” presso faggeti che circondano la zona di Pian de’ Valli e lungo la Statale fino a Campoforogna, spesso con la partecipazione, come comparse e controfigure, di personaggi e atleti della località. Onorato Onorati, portiere e stretto collaboratore della direzione dell’Albergo «Savoia-Belvedere», che delle iniziative legate al cinema fu un testimone, e per certi versi anche un protagonista, così ricorda quegli anni:
«(…) Mi sembra ieri; arrivavano in albergo clienti come Togliatti e Nilde Jotti (la sua compagna), con la figlia adottiva Marisa Malagoli; il presidente del Consiglio Pella e molti altri uomini politici.
Arrivavano poi attori e registi: Ugo Tognazzi, Giuliano Gemma, Massimo Girotti, Marcello Mastroianni e la moglie; Bice Valori e Paolo Panelli, Antonello Falqui e Luciano Enner; e poi Eduardo De Filippo (che tragicamente perse la figlia di 12 anni proprio da noi, nel mese di gennaio del 1960). Vittorio Gassman era di casa. Ogni qualvolta giungeva la sua prenotazione occorreva allungare il letto della sua cameretta. Ricordo perfettamente un lungo periodo di permanenza in albergo di Gassman e di tutta la troupe televisiva di “Studio Uno”, con il regista Antonello Falqui. E fu in quella occasione che Vittorio Gassman conobbe quella che sarebbe stata la sua seconda moglie, Diletta.
Nell’albergo erano frequenti anche le riprese di tanti film e documentari. In qualcuno fui addirittura inserito tra i comprimari, nella mia qualità effettiva di portiere d’albergo, come nel film “Un Amore senza Fine”, girato nel 1958, nella troupe del quale figuravano tra gli altri Enrico Viarisio, Dino Mincelli, Gina Perbellini, Maria Grazia Agrifeo, Mirella Boni, Nino Taranto, Alberto Farnese, Jannett Vidor, Silvio Bagolini e Mara Lombardo, tutti guidati nelle scene di esterni dall’aiuto regista Mario Terribile….».
Frequentarono poi l’albergo Jean Sorel, Gorgia Moll, Anna Magnani, Totò e molti altri, che allora costituivano l’elite di Cinecittà. Innumerevoli furono, nell’albergo e in tutto il centro turistico, altre scene di film e, soprattutto, scene destinate ai romanzi a fumetti (…)».
Uno dei primi film girati al Terminillo appena terminato il conflitto fu “Lo sbaglio di essere vivo”, una commedia del 1945 diretta da Carlo Ludovico Bragaglia, il cui «cast» era composto da un giovanissimo Vittorio De Sica, da Gino Cervi e Isa Miranda. In alcune scene i protagonisti giungono sul Terminillo a bordo di autobus del Servizio automobilistico reatino, S.A.U.R.A.; si notano scene dell’esterno e dell’interno dell’albergo Belvedere-Savoia, ed angoli suggestivi del paesaggio terminillese. In moltissimi altri film sono presenti scene del Terminillo ne ricordiamo alcuni.
“Il Giudizio Universale”, del 1961, diretto da Vittorio De Sica, con un nutritissimo cast di importanti attori: Sordi, Gassman, Rascel, Fernandel, Melina Mercuri, Stoppa, Manfredi, Silvana Mangano, Ernest Borgnine, Jack Palace, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. «La zia d’America va a sciare», del 1958, per la regia di Roberto Bianchi Montero, con protagonista Tina Pica (nella parte della zia) e con Franca Rame e Virgilio Riento; «Parliamo di donne», prodotto dalla Dear Film di Cecchi Gori, girato nel 1965 per la regia di Ettore Scola, con Gassmann, Eleonora Rossi Drago, Giovanna Ralli, Maria Fiore, Anna Maria Ferrero e Silva Koscyna, con la partecipazione straordinaria di Walter Chiari. «Ragazze di lusso», con Anna Maria Ferrero, Rossana Podestà e altri personaggi, un film nel quale Camosi e Willy furono impiegati in qualità di sciatori esperti e provetti.
È difficile elencare tutti gli attori che, per lavoro, o per diletto, frequentarono la Montagna di Roma negli anni Cinquanta e Sessanta. Molti erano assidui, come Massimo Girotti, Jack Sorel, Gino Cervi. Gina Lollobrigida nel 1949 volle celebrare le nozze con il dottor Mirko Skofic nella chiesetta degli Alpini dedicata alla Madonna della Vittoria; caratteristiche sono le foto della cerimonia con i maestri di Sci: Camosi, Zamboni, Luigi Rossi ed altri che con gli sci fecero gli onori agli sposi.
Un altro evento legato alle frequentazioni, negli anni Sessanta, del Terminillo di gente del cinema e del teatro, me li narra il dottor Mario Bargellini co-proprietario (con il cognato Carlo Marinozzi) del nuovo albergo «Togo-Palace» costruito grazie anche all’aiuto fornito dallo zio Gaetano Turilli. Nella veste di amministratore delegato della società egli trascorreva i fine settimana (siamo negli anni 1966-67) al Terminillo; tale funzione gli dava modo di conoscere molte persone e di stringere varie amicizie.
«(…) Tra queste conoscenze – racconta Bargellini – fu davvero particolare quella con il regista Luigi Zampa, abituale cliente, con la sua famiglia, del nostro nuovo albergo. Zampa, mentre i suoi frequentavano le scuole di sci e le piste della stazione, scriveva e prendeva appunti. Ogni tanto, nei nostri colloqui, mi chiedeva chiarimenti tecnici dal punto di vista medico mutualistico, avendo saputo che ero un medico inserito nell’organizzazione sanitaria e conoscitore delle strutture mutualistiche.
Si era all’inizio degli anni ’70. Venne il momento in cui gli chiesi il perché di quelle domande: “Ho in mente una cosa che vorrei perfezionare”, mi rispose. Era la costruzione di un canovaccio: stava nascendo “Il Medico della Mutua”, con Alberto Sordi. Ci rivedemmo, dopo l’uscita del film, un paio di volte, ancora d’inverno, al Terminillo e mi chiese se il film mi fosse piaciuto. Dissi di sì, anche se, per certi versi, mi sentivo responsabile della “denuncia” di certi problemi.
Il dr. Zampa era un grande signore: faceva domande, scriveva, ma mai che criticasse il sistema sanitario o che avesse del biasimo sui metodi che certi medici (non molti, ma ve ne erano) adoperavano per accaparrarsi mutuati.
La sceneggiatura del “Medico della Mutua” fu stesa, riveduta e corretta proprio in una stanza posta al di sopra della portineria dell’ Hotel Togo. Zampa per un’intera stagione, quasi ogni week-end, lavorò giornate intere a quel progetto.
Il film, andò sugli schermi nel 1968, ed ebbe un notevole successo. Luigi Zampa diresse quel suo lavoro (tratto dal romanzo omonimo di Giuseppe d’Agata) protagonista Alberto Sordi, un ironico e disincantato dottor «Terzilli» medico della Mutua disposto a tutto pur di farsi strada …»».
Antonio Cipolloni.
Foto in alto: 1960, Vittorio Gassman con due sue parteners
Foto in basso: 1949, Gina Lollobrigida tra i maestri di sci del Terminillo il giorno prima delle nozze.
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