Postribù: “Terminillo al verde. Epilogo di un fallimento politico”

Per il Terminillo, la stagione sciistica 2023-2024 è terminata ancor prima di cominciare e, come lamentato dagli operatori turistici, i mesi invernali hanno segnato un conseguente drastico declino dal punto di vista economico. Tutto ciò è evidenza di un fallimento di tutta la classe politica di Rieti, che ha perso 30 anni ostinandosi a negare l’evidenza dei cambiamenti climatici, e di quegli imprenditori che hanno fatto di tutto per orientare la politica stessa al “core business” dello sci. La maggior parte dei rappresentanti che ha amministrato Comune capoluogo, Provincia e Regione Lazio ha preferito denigrare quelle associazioni che da decenni propongono incessantemente un nuovo modo di vivere la montagna, un modello, cioè, di sostenibilità ambientale ed economica allo stesso tempo.

“Stiamo valutando la presenza di finanziamenti che possono consentire di creare un’impiantistica alternativa” ha affermato l’assessore al Turismo del Comune di Rieti nell’intervista di ieri (28 gennaio ndr) al TGR Lazio. Cominciare oggi a rincorrere finanziamenti per diversificare l’offerta turistica significa non essersi fatti trovare pronti di fronte ad un cambiamento epocale ma ampiamente prevedibile e previsto da tutta la scienza ufficiale. Comunque, meglio tardi che mai! Ma ci teniamo a precisare che, anche senza finanziamenti, è possibile fare da subito qualcosa!

Basti solo pensare alle tante settimane bianche con le scuole che stanno saltando la programmazione. Perché non riconvertirle in settimane verdi e dare un’opportunità a bambini e adolescenti di conoscere appieno il Terminillo e i monti reatini? Esistono già molte attività che possono essere praticate senza neve, accompagnati da divulgatori esperti che sapranno far apprezzare e rispettare la natura che ci circonda e la sua evoluzione in questi tempi di profondo cambiamento. Se poi ci fosse la possibilità di recuperare parte dei 20 milioni di euro che stanno per essere bruciati per i nuovi impianti sciistici del TSM, ben venga. Sicuramente non mancano le buone pratiche da cui prendere spunto per investire queste risorse. E’ una questione di scelte”.

Così nella nota Postribù