POSTI LETTO SPDC DEL DE LELLIS, CISL E UIL: QUANTO AFFERMATO DALLA AUSL NON E' VERO

Ospedale De Lellis Rieti

Apprezziamo i toni estremamente garbati con cui il direttore generale della Asl Gabriele Bellini ha inteso rispondere ad alcuni nostri interrogativi relativamente allo smantellamento dei posti letto in atto presso il reparto Diagnosi e cura del De Lellis (Spdc) diretto dal dottor Roberto Roberti. Ciò nonostante non possiamo non evidenziare che quanto affermato non risponde a verità.

VEDIAMO INSIEME IL PERCHE:

1) Secondo il manager Bellini “ non esiste nessuna intenzione da parte dell’Azienda di ridurre i posti letto in Spdc dalla programmazione regionale. Quanto è stato deciso è riconducibile ai lavori, non ancora ultimati, effettuati nel reparto. Proprio perché non ancora ultimati è necessario ed opportuno  mantenere l’attuale livello di occupazione del reparto al fine di garantire l’appropriatezza del trattamento, la qualità delle cure ed adeguata dignità alla persona”. 

NIENTE DI PIU FALSO!
In data 10 marzo 2010 in un documento ufficiale interno all’Azienda il dottor Roberti, responsabile del Dipartimento di salute mentale Asl scrive:

 “In riferimento all’evento del 25 agosto 2005 (si riferisce all’incendio divampato all’interno del Spdc), sono stati effettuati dei cambiamenti nel reparto, tra i quali, la formulazione di protocolli. I posti letto sono bloccati a n. 8 unità e tutt’ora la disposizione è valida. Si specifica –continua Roberti nella nota- che la decisione di portare il reparto da 12 ad 8 posti letto, è stata stabilita per poter gestire meglio il reparto e non è collegata esclusivamente alla conclusione dei lavori di messa a norma del reparto”.

DELLE DUE L’UNA.
O il dottor Roberti opera all’interno del Dsm autonomamente, senza alcun controllo da parte della direzione generale, o quest’ultima, sottolineando che “non esiste alcuna intenzione di ridurre i posti letto dalla programmazione regionale” afferma il falso! Che non sappia Bellini, la mano destra quello che fa la mano sinistra?  

2) Secondo il manager Bellini “non esiste nessuna intenzione da parte della dirigenza Asl di ridurre i posti letto in Spdc  (attualmente ne sono rimasti 8) dalla programmazione regionale”. 

NIENTE DI PIU FALSO!
Nel ricordare che la programmazione regionale di cui parla Bellini prevede per  la provincia di Rieti (decreto n°43/08) un numero di posti letto in Spdc di almeno 14 unità vorremmo capire con quale criterio il direttore generale della Asl si lancia in dichiarazioni di questo genere, quando viceversa un suo dipendente, il dottor Roberti, non solo evita di comunicare alle strutture  di competenza afferenti l’assessorato alla sanità della Regione Lazio la decisione, peraltro arbitraria, di diminuire i posti letto a prescindere dai lavori di sistemazione del reparto ospedaliero, ma sostiene, sottoscrivendolo “che tale decisone non spetta al dottor Roberti, in quanto primario dell’Spdc, ma alla direzione, in quanto organo competente”.

Avete capito bene, Roberti si rende protagonista di decisioni discutibili in grado di stravolgere l’attività dell’Spdc, ma quando si tratta di assumersi la responsabilità di comunicare quanto attuato alla Regione Lazio, sostiene che le responsabilità sono della dirigenza Asl.  

3) Riguardo al trasferimento di pazienti reatini in strutture extraterritoriali (vedi casa di cura Sorriso del mare di Formia) che non solo provoca disagi ai malati e ai propri  familiari, ma produce un aumento della mobilità passiva, pagata da tutti i cittadini, il manager Bellini precisa  che  “nessun paziente in acuzie psichiatrica  residente nella provincia di Rieti è stato trasferito in analoga struttura esterna”.  

NIENTE DI PIU FALSO!
Il paziente in questione esiste davvero. Dimesso dal reparto del De Lellis è stato inviato presso la struttura di Formia e con esso un’altra paziente, sempre ricoverata presso il reparto reatino. In barba alla mobilità passiva! Ma non è tutto. Dopo due giorni di degenza nella casa di cura Sorriso del mare, per disturbi del comportamento, viene inviato presso l’Spdc dell’ospedale di Formia che oggi ha chiesto il trasferimento del paziente a Rieti per competenza territoriale. Competenza che non viene concessa per mancanza di posti letto nel reparto ospedaliero reatino (8 pazienti già degenti come da disposizione di Roberti).

A Rieti ci sono varie strutture riconducibili al Dsm che avrebbero la possibilità di accogliere questi pazienti. Il Girasole e il CTR ad esempio, ciò nonostante l’Azienda continua ad utilizzare il trasferimento fuori provincia per risolvere i problemi. 

Ultima riflessione sulla durata dei lavori nell’Spdc. Secondo il direttore Bellini “la gestione attuale dei posti letto deve necessariamente tenere conto dei lavori nel reparto, che non sono ancora terminati in quanto sono in fase di completamento attività e collaudi della scala d’emergenza”.  Secondo il nostro modesto parere, all’interno di un ospedale i lavori di ristrutturazione, ampliamento e ammodernamento, seppure necessari, non possono durare mesi (in questo caso sono oltre 7), come in una qualsiasi altra struttura. Ne va del buon andamento delle attività sanitarie e del livello di assistenza riservato ai ricoverati.