Nei giorni scorsi agenti della Squadra Mobile della Questura di Rieti hanno arrestato un cittadino nigeriano per il reato di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Gli investigatori, impegnati nei servizi finalizzati al contrasto dei reati in materia di sostanze stupefacenti e della criminalità diffusa, hanno individuato un sospetto movimento di tossicodipendenti nel quartiere reatino di Campomoro ed hanno attuato una serie di appostamenti e pedinamenti che hanno evidenziato come un cittadino straniero fosse solito incontrare i suoi clienti all’interno del parco pubblico VI giugno 1944, per rifornirli di stupefacenti.
Gli Agenti della Polizia di Stato hanno quindi approntato un servizio finalizzato a reprimere l’attività illecita ed hanno accertato che lo straniero abitava poco distante, nello stesso appartamento già teatro, negli anni scorsi, di analoghi episodi di spaccio da parte di extracomunitari, stroncati dalla Squadra Mobile reatina.
L’uomo è stato quindi pedinato fino al parco pubblico dove si è incontrato con un pregiudicato reatino al quale ha ceduto un involucro, prontamente recuperato dai poliziotti, contenente due dosi di eroina.
Lo straniero è stato, quindi, immediatamente bloccato mentre faceva rientro nella sua abitazione ed identificato per un cittadino nigeriano di 26 anni, che è stato sottoposto a perquisizione personale, estesa all’appartamento, che ha consentito di rinvenire e sequestrare ulteriori 32 dosi di eroina, per un peso complessivo di oltre 20 grammi, una piccola quantità di hashish, nonché materiale destinato al confezionamento delle dosi da spacciare e oltre 700 euro in banconote di vario taglio, probabile provento della sua attività illecita. L’uomo è stato pertanto arrestato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha disposto la traduzione presso la locale Casa Circondariale.
Nell’ambito del procedimento penale instauratosi nei suoi confronti, l’eventuale responsabilità penale verrà accertata dal Giudice.
Il presente comunicato si trasmette al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato che, in considerazione dell’attuale fase di indagini preliminari, è da presumersi innocente fino a sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza.