PIETRANTONI CGIL SUI PIANI INTEGRATI E SVILUPPO DELLA CITTA'

Tonino Pietrantoni, Cgil Rieti

Nel 2009 la CGIL partecipò, con altre sigle sindacali, ai lavori del gruppo di lavoro per il recupero delle aree industriali ed allora sottoscrisse, unitamente a CISL e UIL, un documento con il quale si esprimeva una favorevole condivisione all’iniziativa.

Oggi, essendosi completamente modificata la prospettiva complessiva, la CGIL è preoccupata per lo sviluppo socio – economico del territorio che risulterà fortemente condizionato e subordinato dalla proposta di attivare programmi integrati diffusi fino ad esaurire le possibili, probabili risorse strategiche di territorio, ancora utilizzabili.

Le recenti prese di posizione d’alcuni esponenti politici, impongono una seria ed attenta riflessione.Primo fra tutti, ad allertare le forze sociali è stato il coordinatore del gruppo di lavoro aree industriali dismesse, consigliere Paolo Tigli il quale, in un’articolata nota, manifesta non poche perplessità in ordine al contenuto della proposta dell’assessorato all’urbanistica del Comune che pare non risulti aderente allo studio rimesso dal gruppo e condiviso dal Consiglio Comunale.

La CGIL ritiene quindi necessario poter esaminare la nuova proposta, di più ampia portata, assumendo interamente cognizione di ciò che si andrà a produrre in termini di lavoro e occupazione, tenuto conto che le risorse che si andranno ad investire, rappresentano l’intero patrimonio disponibile e non solo limitate aree già destinate all’industria, oggi dismesse.

Il territorio reatino, nel quale, alla crisi che attanaglia l’intero paese, si è pesantemente aggiunta una situazione locale già critica, non può permettersi sperperi, né di orientare le risorse a vantaggio di solo pochi, non mirando invece alle attività ad utilità ripetuta, che vanno necessariamente ricercate e favorite.

La catena produttiva, deve essere privilegiata e messa nella giusta relazione con il sistema servizi, i quali hanno, tendenzialmente, una sempre più ridotta capacità d’assorbimento.

Risulterà positivo, la realizzazione di nuove e moderne strutture per ospitare servizi e funzioni pubbliche, cosi come le attività ludiche e culturali ma non si potrà prescindere dal favorire insediamenti, capaci di produrre reddito e occupazione stabile che miri a recuperare l’imponente perdita di posti di lavoro degli ultimi anni e a garantire un futuro alle nuove generazioni ormai costrette ad abbandonare il territorio.

Per la CGIL è indispensabile avere un quadro completo di ciò che la proposta contiene per consentire la valutazione del ritorno, a medio e lungo termine, degli investimenti.

Alcune scelte, infatti, potrebbero favorire, anche in eccesso rispetto alle risorse locali, solo qualche settore, con conseguenti ricorsi ad energie esterne, per attività di breve durata anche se intensa.Le manifestazioni d’interesse che a seguito di bando sono state rappresentate, sono già di per sé una preoccupazione quando, ad esempio, si propone di trasformare le destinazioni d’aree o fabbricati in edilizia residenziale, in sostituzione di destinazioni o previsioni di pubblico interesse che, diversamente, tendono a favorire l’occupazione.

L’utilizzo da parte dell’assessorato di strumenti non tradizionali, anche se da accogliere positivamente, necessita di una progettazione con previsioni a carattere generale e soprattutto con un piano strategico che coniughi, insediamenti, occupazione, creazione di reddito da reinvestire nel territorio.

La C.G.I.L., come gran parte dei cittadini con i quali si hanno quotidiani contatti, si chiede, quale sia la relazione, anche temporale, fra il P.R.G. che dovrebbe contenere le previsioni di sviluppo socio-economiche del territorio ed i Programmi Integrati che, di fatto, incidono e coinvolgono la sostanza dello stesso Piano Regolatore.

Insomma il nostro Si alle idee di sviluppo proposte dal gruppo di lavoro non possono e non debbono essere intese come carta bianca agli interessi speculativi che invece vanno ricondotti agli interessi dell’intera collettività territoriale per dare a Rieti il ruolo di Comune capoluogo della provincia. Per questo chiediamo di sospendere l’approvazione  dei piani  integrati e riaprire un tavolo di informazione e di confronto serio e senza pregiudizi.