PESCA, INTERROGAZIONE IN COSIGLIO PROVINCIALE DI COSTINI E SALINI SU DIVIETI E SOCIETÀ ITTICA

Trota

“Vogliamo sapere quale sia stato il costo dell’operazione ‘Società ittica’ per la Provincia e quali siano gli intendimenti dell’ente rispetto al futuro di questa società, visto che è stata inserita tra quelle che hanno stabilizzato gli lsu dell’amministrazione provinciale”.
A chiederlo sono i consiglieri provinciali del Pdl, Felice Costini e Manuel Salini, in un’articolata interrogazione indirizzata al presidente Fabio Melilli, nella quale si contestano i provvedimenti presi dall’ente in materia di pesca.

“Il decreto presidenziale n. 17131/3739 del 2003 – proseguono – ha disposto la sospensione dell’esercizio della pesca professionale nelle acque del lago del Salto, al fine di preservare le specie presenti, auspicando uno studio delle criticità emerse nell’equilibrio dell’ecosistema lacustre. La Regione ha delegato alle Province la regolamentazione di tale materia, consentendo di inibire, per brevi periodi, la pesca di alcune specie, al fine di permetterne il ripopolamento”.

“Nel 2004 – ricordano Costini e Salini – nasceva la Società ittica provinciale, con un 60 per cento di azioni di proprietà della Provincia e il 40 della cooperativa pescatori Valle del Turano e del Salto, con un capitale sociale di 200mila euro. La stessa Società ittica ha aperto un mutuo di centomila euro per dare inizio alle attività, ma nel 2008 la cooperativa è uscita dalla Società poiché non si era dato inizio alle attività, e si era quasi completamente esaurito il fondo sociale. Successivamente, a seguito di un ricorso al Tar formulato dall’Anci, motivato dalla mancata risposta della Provicia  alla richiesta di riapertura della attività di pesca professionale delle acque nel nostro territorio, l’ente provinciale veniva condannato dal Tribunale amministrativo”.

“In seguito – spiegano i consiglieri provinciali del Pdl – attraverso determina dirigenziale veniva sospesa fino al termine del 2011 la pesca di professione e fino al completamento del ciclo vitale delle specie ittiche, facendo riferimento alle conclusioni dello studio del società Graia srl, studio commissionato dalla Provincia stessa”.

“A questo punto della vicenda – concludono – chiediamo di conoscere i motivi per i quali si è deciso di incaricare la società  Graia srl di Varese, preferendola ad esempio all’Istituto Ittologico dell’Arsial, deputato ufficialmente a questo tipo di studi. Inoltre, occorrono chiarimenti sul perché si sia disposta la chiusura della sola pesca di professione e non anche la pesca sportiva, considerato che la motivazione di tale chiusura era il ripopolamento delle specie ittiche, e sul perché si è deciso di inibire la pesca di tutte le specie e non solo di alcune, così come previsto dalla legge.
Infine, gli otto anni di inibizione sono da ritenersi un periodo eccessivamente lungo, considerato che non è dato sapere cosa sia stato fatto in questi anni per il monitoraggio e il ripopolamento delle acque”.