PDL, IMPERATORI: IL PD VUOLE CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE PER ELIMINARE IL PREMIO DI MAGGIORANZA

Consigliere Imperatori

L’attuale dibattito sulla legge elettorale è un falso problema, in quanto con il sistema a collegi uninominali, sono sempre i partiti a scegliere i candidati e soprattutto al sud le mafie torneranno ad essere decisive.

I giochi li aveva aperti Bersani, subito seguito dalla stampa dei cosiddetti “poteri forti”: votare sì, ma solo dopo aver cambiato la legge elettorale. E subito il segretario del Pd si è messo al lavoro per gettare le basi di un eventuale governo tecnico che tenesse fuori Pdl e Lega, al solo scopo di modificare, e alterare, le regole del gioco per permettere anche a chi è minoranza nel Paese dal dopo guerra ad oggi di governare.

E’ vero che per due volte negli ultimi 14 anni la sinistra è andata al potere, ma è stata favorita proprio da una legge elettorale che ribaltava l’equilibrio politico del Paese: non a caso, in termini proporzionali ha sempre raccolto meno voti del centrodestra. Di fronte alla reazione degli esponenti del Pdl, che hanno ribattuto a Bersani proprio quest’ovvietà (volete cambiare la legge per vincere non avendo i numeri e per mettere all’opposizione permanente chi invece i numeri ce li ha da sempre)

Il punto è: ogni legge è perfettibile, ma è paradossale che si attacchi a testa bassa proprio quella che riflette alla perfezione gli equilibri politici del Paese. Si tratta di un proporzionale puro, con sbarramento (al 4% se non sei in coalizione, al 2% se sei in coalizione) e premio di maggioranza che garantisce rappresentatività e governabilità, impedisce l’eccessiva frammentazione parlamentare, non altera il voto della maggioranza degli italiani. E allora? Allora vuol dire che chi tanto disperatamente vuole intervenire normativamente ha uno scopo che certo non è quello di migliorare la legge.

Si vuole cacciare Berlusconi e poiché, numeri alla mano, non possono sottrargli elettori si cerca di far pesare in modo diverso i voti, cosicché chi è maggioranza si trovi improvvisamente all’opposizione. E’ questo il piano in atto, il progetto di Bersani e compagni, ma non solo: un governo tecnico solo per il tempo necessario a portare a termine il progetto di 3 lustri: eliminare Berlusconi dalla scena politica. E poiché non ci sono riusciti per via giudiziaria, provano a farlo per via normativa.

Ecco perché la legge elettorale è così presente nel dibattito politico, come se i cittadini si cibassero di porcellum o mattarellum, e non vedessero l’ora di vedere la loro busta paga incrementata dal vademecum del perfetto elettore. Ecco perché nessuno si preoccupa di economia e degli italiani. Perché sono già partite le grandi manovre, in vista di un possibile ritorno alle urne, per sottrarre proprio al popolo ciò che l’articolo 1 della Costituzione dispone in maniera che più chiara non si può, il nostro diritto di scegliere chi governa.

Il Pd, molto semplicemente, trovando proseliti a sinistra ma non solo, cerca la solita scorciatoia: invece di riorganizzarsi, di cercare i voti, di entusiasmare gli elettori, di regalare un sogno agli italiani, di dare una svolta riformista, sta studiando il mezzo per sottrarre questi valori e pregi a chi li ha da sempre: Silvio