Passa da Rieti “Destinazione Italia”, il piano del governo Letta per rendere più attraente il nostro Paese ai grandi investitori internazionali. Alessandro Fusacchia, classe 1978, al momento forse il più brillante dei nostri cervelli in fuga, è uno dei tre super esperti della task force voluta dal premier per redigere il rapporto divenuto ormai uno dei principali punti di forza dell’esecutivo, rapporto sul quale Enrico Letta punta per invertire la tendenza che vede i grandi investitori internazionali sempre più lontani dal nostro Paese (l’Italia intercetta solo l’1,6% degli investimenti mondiali). A dirla tutta, è proprio ad Alessandro Fusacchia che si deve la paternità di Destinazione Italia, è lui che ha avuto l’intuizione della necessità, per il nostro Paese, di politiche, strumenti e riforme capaci di attrarre investimenti. Sempre a lui si deve il nome del rapporto stesso ed il metodo innovativo che permetterà di concentrare il lavoro del governo con le posizioni delle amministrazioni, dei cittadini e delle imprese.
35 anni, fino a non molto tempo fa sconosciuto alla maggior parte dei suoi concittadini, Fusacchia era balzato agli onori della cronaca lo scorso anno quale coordinatore del gruppo di lavoro dell’allora ministro per lo Sviluppo economico del governo Monti, Corrado Passera. Il suo nome di Fusacchia era poi circolato sui media locali come possibile candidato del Pd per la corsa alla poltrona di primo cittadino.
Rumors immediatamente smentiti dall’interessato evidentemente in tutt’altre faccende affaccendato. Dopo essere stato fino ad aprile 2013 Consigliere per gli affari europei, i giovani, e l’innovazione del Ministro dello Sviluppo Economico, il nostro giovane concittadino è attualmente Consigliere del Ministro degli Affari Esteri, Emma Bonino, per conto della quale segue la diplomazia economica e l’internazionalizzazione.
Proprio nelle stanze della Farnesina è nata l’intuizione di “Destinazione Italia”, così come il nuovo metodo di lavoro che caratterizza il rapporto. Il gruppo di 3 consulenti (Fusacchia per la Bonino, Fabrizio Pagni per il premier Letta e Stefano Firpo per il ministro Zanonato) vi hanno lavorato intensamente per tuta l’estate in collaborazione con diversi ministeri e con centinaia di esperti, consulenti e professori universitari in grado di poter dare un contributo alla stesura del complesso documento di politica economica.
Dopo essere stato adottato dal Consiglio dei ministri lo scorso 19 settembre, Destinazione Italia sarà ora oggetto di una consultazione pubblica che permetterà a cittadini, imprenditori, amministratori locali e a tutti i portatori d’interesse di dire la loro: apprezzare, criticare, dare un contributo, ognuno potrà farlo dal suo esclusivo punto di osservazione.
Ma che cos’è Destinazione Italia e come nasce l’idea di redigere questo rapporto?
Il nostro Paese è ormai divenuto una palude di norme, autorizzazioni ed ostacoli burocratici, nella quale regna una totale incertezza normativa, fiscale, amministrativa e politica. Un posto decisamente non attraente per chi, investendo importanti capitali, non chiede altro che stabilità e certezza delle regole. Ed ecco che allora i soldi fuggono altrove, su piazze più stabili, dove fare le cose è più semplice, meno costoso e dove è possibile incardinare su regole certe un programma di medio periodo.
Destinazione Italia nasce per questo, per far tornare il nostro Paese ad essere un luogo in cui poter investire. D’altra parte è fuori discussione, e ad ognuno di noi piace ricordarlo, che il made in Italy, e in generale la cosiddetta “domanda Italia”, attrae consumatori in ogni angolo del mondo. Ma portare l’Italia nel mondo non basta, e non è bastato fino ad ora, a preservare le nostre aziende e i nostri posti di lavoro. E’ necessario che il Paese si apra a capitali (finanziari ed umani) capaci di creare occupazione e ricchezza sul nostro territorio.
Nella sua prima fase, quella che il governo metterà in consultazione e che è stata definita la versione 0.5, il Rapporto conterrà una cinquantina di misure in tema di fisco, lavoro, giustizia civile, ricerca, valorizzare degli asset, politica di promozione del territorio. Tutte misure in coerenza con i documenti programmatici di finanza pubblica e con il quadro economico e finanziario definito dalla Legge di Stabilità. Al termine della fase di consultazione, che durerà tre settimane, si arriverà alla definizione della versione 1.0 che sarà poi valutata dal Consiglio dei Ministri.
Alessandro Fusacchia lascia intravedere ricadute positive anche per il nostro territorio, ricco di grandi opportunità, ma privo dei necessari capitali in grado di metterle a regime nell’ottica di un piano di sviluppo locale integrato. “Rieti – ha affermato Fusacchia al Messaggero– può divenire un laboratorio a cielo aperto nel quale le numerose risorse, strategicamente organizzate, possono diventare elementi di un progetto di sviluppo”. E chissà che Rieti non possa rappresentare il luogo simbolo dal quale possa partire una nuova stagione di investimenti stranieri stavolta non più attratti dagli illusori benefici dell’assistenzialismo statale che fu, ma da un sistema di regole certe e di condizioni favorevoli che Destinazione Italia avrà saputo creare e dalla ripristinata fiducia degli investitori.