Orvinium, città scomparsa degli aborigeni in Sabina

Dionigi di Alicarnasso è l’unico autore antico a parlare dell’antica città di Orvinium in Sabina con queste parole: “Orvinio, quaranta stadi (7,3 km) da Mefula, città illustre e grande quant’altra mai in questa regione. Si possono ancora vedere le fondamenta delle mura, alcune tombe di stile molto arcaico e i recinti con più sepolture che si estendono su tumuli molto alti. Vi si trova anche un antico tempio di Minerva (Atena), edificato sulla sommità”.

La mancata localizzazione di questo insediamento ha fatto in modo che il paese di Canemorto in Sabina ne abbia reclamato l’origine, cambiando nome in Orvinio, pur non avendo nulla a che vedere con questa antica città sabina.

Dionigi riporta la posizione di Orvinium a circa 7 km di distanza da Mefula (Fara in Sabina, loc. Monte S. Martino), in direzione di Montopoli, nel cuore della Sabina. Proprio a Montopoli in Sabina recenti scavi hanno permesso di rinvenire sul colle di Volpignano (e sul prospiciente Colle Ballone) un importante villaggio protostorico ed arcaico, paragonato ai maggiori centri sabini di questo periodo, come Cures ed Eretum. Questo insediamento, ancora in corso di scavo, è rimasto anonimo e soltanto oggi è stato accostato con l’introvabile Orvinium.

L’abitato risale alla media e tarda età del Bronzo fino alla successiva età del Ferro. In epoca arcaica si assiste invece alla formazione di un centro egemone e di controllo dell’intera area compresa tra il Tevere, il Farfa ed il fiume Galantina. Il precoce sviluppo urbano sarebbe all’origine del nome stesso di Orvinium (da urbs).

Dionigi inoltre riporta la presenza di tombe a tumulo (non numerosissime peraltro in Sabina), così come effettivamente sono presenti in zona. Non lontano da Montopoli, nella frazione di Colonnetta, spicca la presenza di un tumulo di proporzioni imponenti, noto come “Tumulo di S. Pietro”, alto circa 25 metri e dal diametro di 40 metri, di cui si tramandano notizie del rinvenimento di armi in ferro (foto). Attorno alla base sono stati rinvenuti una scodella dell’VIII secolo a.C. e materiali ceramici in stile orientalizzante. Si attende comunque che dal sito provengano ulteriori elementi, attraverso una campagna di scavo.

La città antica era dislocata sulle alture di Colle Volpignano e Colle Ballone, ma sembra che prevedesse anche altre “postazioni” a controllo del territorio di Montopoli, poste lungo le vie di transumanza (ovvero Colle S. Maria, Ponte Sfondato e Granari), da dove provengono altre attestazioni di vita protostoriche. Le necropoli, infine, posizionate sia a nord che a sud dell’abitato circoscrivono un’area veramente vasta soggetta al controllo di questa città, compatibile con la descrizione di Dionigi.

Il ruolo di Orvinium come centro egemone degli Aborigeni sembra andare perduto con l’arrivo dei Sabini e con la fondazione della nuova capitale Cures.

Tratto dal volume di Christian Mauri “La Sabina prima dei Sabini, gli Aborigeni e l’età del Bronzo. I santuari romani in opera poligonale”, edito dalla Aracne editrice nel 2018.
Christian Mauri