OPPOSIZIONE IN REGIONE LAZIO: CON IL PIANO POLVERINI A RISCHIO 12 MILA POSTI DI LAVORO

Centro salute mentale a Rieti

“Con il piano di riordino presentato dalla Polverini si perderanno nel Lazio 6-7mila posti di lavoro e considerando l’indotto, si arriverà a 12mila.

L’allarme sui gravi rischi occupazionali non viene solo dai sindacati, ma è stato confermato anche dalle stime di Confindustria.

Sono cifre spaventose – ha detto il capogruppo del Pd, Esterino Montino –  che costituiscono 4 volte il numero dei lavoratori espulsi dall’Alitalia.

Sono numeri che descrivono il dramma in arrivo, i cui contorni sono noti  a tutte le categorie, che però non hanno avuto ascolto dalla Giunta regionale.
Fino ad oggi, hanno trovato solo un muro di chiacchiere. Con la nostra iniziativa di oggi il quadro è
più chiaro".

Il dato è emerso oggi nel corso dell’incontro organizzato dal Pd e dall’opposizione in Consiglio regionale con le forze sociali, sindacali e datoriali del Lazio impegnate nel settore sanitario.

Nel corso della riunione sono state sollevate obiezioni di merito e di metodo sulla riorganizzazione ospedaliera della Polverini e in particolare è stata sottolineata la mancata concertazione prima della stesura del Piano con i rappresentanti dei territori, i sindacati, le associazioni dei medici e degli imprenditori che lavorano da anni nel comparto della sanità.

“La Polverini e la maggioranza non ascoltano nessuno – ha detto il capogruppo di Sel Luigi Nieri – lo abbiamo fatto noi dell’opposizione per capire le osservazioni di chi conosce nel dettaglio i bisogni del territorio. Ne è emerso un quadro drammatico”.

Il nostro è un giudizio unanime su un piano confuso del quale non si capisce neanche il senso di marcia – ha detto Giulia Rodano, consigliere dell’IdV – Chiediamo la revoca del decreto e l’apertura immediata di un tavolo di confronto”.

All’incontro, oltre ai rappresentanti dell’opposizione in Consiglio regionale, erano presenti delegati di Cgil, Cisl e Uil, Anaao, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Aiop, Confindustria sanità, Federlazio, Agc, Legacoop, Aris e Confcooperative”.