NUOVE SCOPERTE PALEONTOLOGICHE IN SABINA

Le grotte a Poggio Nativo

Lungo un costone travertinoso del Pleistocene medio inferiore, nel territorio del comune di Poggio Nativo, si aprono una serie di ripari e piccole grotte che vennero indagate dal 1984 al 1987 da parte dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana sotto la direzione di Eugenia Naldini Segre e Italo Biddittu.

Un paio di queste cavità restituirono materiale protostorico riferibile sia al neolitico che ad una cultura del bronzo antico a cui si da il nome di “Civiltà Appenninica” (1700-1200 ca. a.C.). Questa denominazione venne introdotta per la prima volta dal paletnologo Rellini che dimostrò la presenza, lungo tutta la penisola italiana, di un’uniforme cultura la cui economia era basata sull’agricoltura e su un tipo di allevamento in parte transumante ed in parte sedentario.

Le recenti indagini avviate dal Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio a partire dal 2012, hanno permesso di ampliare i dati sullo sfruttamento di questa zona della Sabina da parte delle comunità preistoriche.

Dopo un lungo lavoro di disostruzione attraverso uno stretto passaggio all’interno di un’altra cavità presente lungo il costone che non aveva sino ad oggi restituito alcun materiale archeologico, gli speleologi sono riusciti a percorrere diversi metri e ad accedere in un paio di ambienti dove sono stati rinvenuti diversi frammenti ceramici protostorici. Si tratta per la maggior parte di un tipo di ceramica ad impasto fine decorata ad intaglio e a punteggio riferibile alla cultura appenninica e altri frammenti molto più antichi di epoca eneolitica in un periodo cioè di transizione tra le industrie litiche del neolitico e la nascente metallurgia dell’età del bronzo.

Come ha sottolineato Cristiano Ranieri, archeologo e presidente del Gruppo Vespertilio, si tratta di una scoperta molto importante per il territorio sabino. Questa grotta infatti, come le altre presenti lungo il costone, è probabile sia stata utilizzata come luogo di culto e/o di sepoltura, ed i dati ottenuti a seguito dell’esplorazione contribuiranno a chiarire il popolamento della Sabina durante la preistoria. Della grotta è stato effettuato il rilievo in dettaglio e la documentazione fotografica.