NON SI DEVE CANCELLARE IL PASSATO CON UN COLPO DI SPUGNA

AntrodocoHo letto alcuni giorni fa la notizia che ad Antrodoco, con un originale – ahimé! – il cambio di denominazione, lo storico ponte della Cona di Antrodoco da domenica prossima sarà intitolato a Melvin Jones, l’ideatore dei Lion’s Club.

In nome della globalizzazione un altro pezzo di Storia locale se ne va e fra breve si perderà la memoria dell’esistenza, nei pressi del ponte, di una immagine votiva che “proteggeva” ponte e strada, e davanti alla quale gli antichi antrodocani si segnavano tornando a casa e partendo.

 Quel nome era una traccia, una sopravvivenza di qualcosa di molto più antico e caro alla memoria locale. Una piccola cosa, certo, ma di piccole cose è fatta la Memoria locale, di piccole cose che confluiscono in altre maggiori confluendo, con nuovi numerosi passaggi, nella Storia con S maiuscola.

Forse gli amministratori di Antrodoco non hanno letto Braudel e nulla sanno (forse) degli insegnamenti degli Annales.
Il guaio è che non conoscono nemmeno le norme che regolano le intitolazioni delle strade e dei luoghi (compresi i ponti!) e specialmente quella parte di esse che riguardano i toponimi e le intitolazioni più antiche. In base alle mie informazioni, non mi risulta, infatti, che sia mai stato richiesto il parere (obbligatorio) a una ben individuata istituzione culturale.

Non solo, ma dovrebbe essere un punto fermo il concetto che per centinaia di anni ha regolato lo scandire delle città e dei paesi e cioè che i nomi antichi non si toccano e che le intitolazioni moderne vanno localizzate nei nuovi quartieri.

Solo così paesi e città non sacrificano la loro memoria ma la arricchiscono.
Per questo motivo esattamente un secolo fa il mai dimenticato Angelo Sacchetti Sassetti ebbe il coraggio, lui mangiapreti, di opporsi persino alla Massoneria (alla quale apparteneva) e di dimettersi da consigliere comunale per non cambiare il nome di via San Francesco in via Francisco Ferrer, dal nome dell’anarchico massone appena fucilato a Barcellona.
Ad Antrodoco (ma anche altrove!) si usa invece mettere una pietra (possibilmente tombale) sul proprio passato, quasi ci si vergognasse di esso.

                                                                                 Andrea Di Nicola