Movimento 5 Stelle: il ricatto del Jobs act per i 124 lavoratori di Gala

Solsonica Rieti

Nell’Italia della “nuova politica” renziana, 124 dipendenti specializzati che lavorano in un settore strategico per il Paese, quello dell’energie rinnovabili, vengono licenziati: questa è la storia di Gala e degli ex lavoratori Solsonica, in provincia di Rieti.
Gala si affaccia nel mondo Solsonica (controllata Eems, entrambe in concordato) alla fine del 2014, avviando contatti preliminari per la loro integrazione. Segue, quindi, un’offerta vincolante con la quale la società subentrante viene ritenuta in grado, dagli organi giudiziali, di poter acquisire e di portare a termine sia il concordato di Eems che quello di Solsonica.
Con questa offerta Gala ottiene due risultati: accedere più rapidamente nel segmento MTA di Piazza Affari, dove Eems è già quotata, ed entrare nel settore dei servizi, diversificando rispetto al semplice “trading” di elettricità. Arriviamo al 10 aprile 2015, quando i lavoratori e l’azienda subentrante raggiungono un accordo nel quale le parole “Jobs Act” non vengono mai riportate tantomeno pronunciate, benché la “riforma” del lavoro fosse vigente. Dunque, i dipendenti sono certi di essere riassorbiti in regime di continuità aziendale.
A distanza di un anno, accade però qualcosa di poco chiaro che nel giro di due settimane stravolge negativamente la vita di 124 famiglie: in prossimità della scadenza della cassa straordinaria, il primo aprile 2016, il giudice Francesca Vitale, che guida la terna di commissari incaricati di occuparsi delle procedure fallimentari di Solsonica, non concede la cassa in deroga per ulteriori tre mesi. I 124 ex dipendenti Solsonica ricevono lettera di licenziamento e Gala chiede ai lavoratori un accordo nel quale si prevede il reintegro (entro dicembre 2017), ma questa volta col “Jobs Act”, dato che a seguito del licenziamento si interrompe la “continuità aziendale”.
Tutto studiato a tavolino? Ci auguriamo di no, ma il dubbio sorge spontaneo visto che dalla firma dell’accordo del 10 aprile 2015 l’attività produttiva è stata fortemente rallentata, al punto che i lavoratori minacciarono di annullare il primo accordo che prevedeva proprio la ripresa delle attività produttive entro il mese di aprile.
Poi, come per miracolo, nell’agosto 2015, entra in scena la tedesca Recom-Solarcon gli organi di stampa che riportano notizie incoraggianti come questa: “Oggi Gala-Tech srl ha annunciato la sottoscrizione di un contratto annuale da 27 milioni di euro (…) questo significa che a settembre sarà riavviata la produzione con un impegno a ciclo continuo pari a 7 megawatt al mese“.
Purtroppo però, annunci a parte, dei 7 mega/mese neanche l’ombra e gli “operai della linea di produzione” hanno continuato a lavorare a “regime ridotto”, ovvero con una rotazione di un solo mese all’anno. Nel frattempo il Giudice Vitale, ha concesso a Gala la proroga di 3 mesi per l’acquisizione di Solsonica, portandola da fine ottobre 2015 a fine gennaio 2016. Cosa che, secondo Gala, contribuisce a giustificare il ritardo dei progetti.
Alibi che sembrano inverosimili, visto che non stiamo parlando di un’azienda qualsiasi, ma della Gala SpA (controllore di Gala-Tech srl), ovvero di una delle prime società italiane per la fornitura di energia elettrica, aggiudicataria, ad esempio, dell’appalto di energia verde ad Expo 2015, per un valore di 18,5 milioni euro.
Inoltre Gala SpA alla fine del 2014, si è aggiudicata anche tutti i lotti della convenzione “Energia Elettrica 12” (EE12), attraverso bando Consip, che le ha praticamente consegnato il “monopolio” dell’energia elettrica venduta a tutte le pubbliche amministrazioni.
Tuttavia, riguardo quest’ultimo aspetto, è in atto un contenzioso tra Consip SpA e Gala SpA la quale si è trovata in difficoltà a causa del crollo del prezzo dell’energia, indicizzato da Consip sulla base dei costi energetici globali, e per questo ha chiesto di vedersi riconoscere un aumento del prezzo applicato alle amministrazioni, minacciando perfino l’interruzione della fornitura.
In soccorso della Gala Spa è arrivato un emendamento alla Legge di Stabilità per il 2016 della deputata Elisa Simoni (Pd), lontana parente del premier Renzi (i loro nonni sono cugini), che prevede, qualora la quotazione del petrolio salga di almeno il 10%, che la stessa società possa ottenere la revisione dei prezzi. Un provvedimento ad “aziendam” che costerà 100 milioni di euro ai contribuenti e contro il quale il Movimento 5 Stelle si è opposto fermamente, presentando anche degli “abrogativi” nel decreto “Milleproroghe“.
Ci sono altre coincidenze, come quella di Patrizia De Rose, moglie di Filippo Tortoriello, patron di Gala, alta funzionaria di Palazzo Chigi, o quella di Tortoriello che recluta nel Cda Gustavo Piga, ex presidente della Consip. Poiché si tratta di soldi pubblici, una maggiore trasparenza e l’assenza di ogni potenziale conflitto d’interessi sarebbe quanto mai dovuto.
Di recente la Gala-Tech si è candidata nel bando del Mise per il rilancio del Sistema Locale del lavoro di Rieti, messo a punto da Invitalia per sostenere iniziative imprenditoriali. Per questo, ha presentat un accordo di programma che prevede investimenti pubblici da 3,3 milioni di euro ed agevolazioni per 1,9 milioni, in cambio dell’occupazione di 79 addetti.
In conclusione, a tutti noi è ben chiara l’importanza di questa realtà industriale che grazie ai suoi occupati e al suo indotto rappresenta un elemento portante dell’economia reatina in questa fase di difficoltà. E’ così che si trattano gli addetti di un settore considerato strategico? Certo, dal Governo fossile degli scandali petroliferi non possiamo aspettarci molto altro. 
Chiediamo però a Palazzo Chigi e ai vertici di Gala Spa la riassunzione immediata dei 124 Lavoratori e vigileremo affinché ciò avvenga in continuità al rapporto di lavoro pregresso con Solsonica evitando perciò ogni tipo di “ricatto occupazionale” legato al “Jobs Act”.
Movimento 5 Stelle