Ma chi comanda in città?

Più passano giorni, più si ha l’impressione di essere precipitati nel caos. Camminando per la città, leggendo i giornali e osservando ciò che accade a Rieti, sorge prepotente una domanda: ma chi comanda in città?
L’episodio dei paletti di via Cintia di ieri, è servito solo a ribadire questo non ordine, questa confusione, questo stato nel quale tutti comandano affinché nessuno comandi. La ztl ha tirato fuori tutto il peggio da tutti i reatini: dagli amministratori, totalmente incapaci di pianificare una strategia o un piano basato sugli studi dei flussi di traffico, ai cittadini, chiusi nella volontà di difendere ciascuno i propri interessi senza guardare a quelli della collettività.
Poi dirigenti e funzionari comunali, seduti sulle loro posizioni, arroccati sulla logica del “minimo sindacale”, ovvero quel principio per il quale non si fa un passo in più di quello richiesto dal contratto e, di conseguenza, non si fa niente perché non si commettano errori colossali.
Infine i commercianti, da anni impegnati in una caccia alle streghe che li portasse ad individuare i colpevoli della fuga dai loro negozi, non sono stati mai capaci di fare autocritica e capire che, se oggi la gente va a fare acquisti altrove, non è certo soltanto per la mancanza di parcheggi in centro storico.
In un quadro così deprimente, si è persa la bussola. Tutti urlano, tutti sbraitano, nessuno parla e nessuno decide. Ciò che è accaduto in via Cintia, ha dimostrato che a Rieti nessuno comanda, ma tutti comandano. Un gruppo di commercianti ha alzato la voce e, in meno di due ore, è stato in grado di far fermare i lavori.
Il messaggio, bruttissimo, che è stato fatto passare è uno solo: se una legge, una decisione o un regolamento non vanno bene, basta che qualcuno alzi la voce e si cambia. E adesso? Chi sarà il prossimo ad alzare la voce? Quale sarà la prossima modifica cittadina imposta da chi non gradisce qualcosa? Intanto prendiamo atto del blocco dei paletti di via Cintia. Con buona pace degli operai, spediti ieri mattina a fare un lavoro che hanno svolto in parte: montati cinque paletti, sono stati costretti a rismontarli. Del resto, si sa: fare e disfare è pur sempre lavorare.
Una situazione che sarebbe grottesca, non fosse altro che quel “fare e disfare” lo hanno pagato tutti i reatini. Ecco. Forse ai reatini non è ancora chiaro chi comandi in città, ma dovrebbe cominciare ad essere chiaro a chi questo caos e questa indecisione pesano, gravemente, sulle tasche di tutti.