LO STABILIMENTO COMIFAR CHIUDE A FEBBRAIO

Stabilimento Comifar di Rieti

La direzione della Comifar, gruppo multinazionale di distribuzione di farmaci, ha annunciato che il centro distributivo di Rieti verrà chiuso entro il prossimo febbraio.

"Comifar, gruppo multinazionale di distribuzione del farmaco − scrivono Enrico Turchi (Filcams Cgil) e Pietro Feliciangeli (Uiltucs Uil) − ha da anni un centro distributivo a Rieti che occupa 19 dipendenti più un indotto di una decina di corrieri che portano farmaci nelle farmacie del territorio provinciale”. Un anno fa la direzione della Comifar comunicò alle organizzazioni sindacali la decisione di chiudere il centro di Rieti. La risposta dei sindacati e dei lavoratori consentì di mantenere sul territorio di Rieti questo importante presidio, inducendo la Comifar a non chiudere il centro con l’impegno sia delle farmacie pubbliche (ASM) sia di quelle private di dare il giusto valore commerciale alla presenza di un fornitore in loco e alla qualità del servizio ai cittadini.

“Di li a pochi mesi − sottolineano i due sindacalisti − purtroppo gli iniziali impegni sono venuti meno e sono venuti meno proprio dalla parte di un’azienda pubblica l’ASM.

Filcams Cgil, Uiltucs Uil e la RSA Comifar di Rieti ritengono “profondamente sbagliata la scelta della Comifar di chiudere il centro di Rieti e lo ribadiranno oggi in occasione dell’incontro tra coordinamento sindacale del gruppo Comifar e dirigenza aziendale, riservandosi tutte le iniziative, anche di lotta, in difesa del centro”. Ciò detto sottolineano “le responsabilità di chi ha vanificato lo sforzo di tutto un territorio per mantenere a Rieti un importante insediamento che, tanto per dare un’idea, sottrarrà, in totale, al territorio poco meno di 90 mila euro di stipendi al mese e metterà in profondo disagio trenta famiglie”.

“Chi ha operato scelte in ASM − concludono Turchi e Feliciangeli − deve sapere che il risultato di è la chiusura di un importante presidio medicale su un territorio frastagliato come quello della provincia di Rieti, e la messa in mobilità (licenziamento) di 19 persone più una decina di lavoratori dell’indotto. Se ne assuma la responsabilità e, se crede, si preoccupi di cercare di rimediare. Almeno ci provi”.