Nell’attesa della dettagliata risposta scritta alla mia interrogazione sui permessi a costruire rilasciati in applicazione della cosiddetta legge “Nicolazzi”, mi pregio accettare la disponibilità al dialogo, sottintesa nell’articolo dell’Ass. Costini di giovedì 16 ultimo scorso, chiarendo a mia volta che abbiamo diversa visione sull’argomento in se e sul contesto che lo contiene.
I dubbi del sottoscritto credo siano legittimi perché legittimati da atti e affermazioni in questi anni di Urbanistica, che lasciano intravedere una gestione quantomeno non organica, non corretta e credo di poter dire sul filo della legalità, salvo approfondimenti.
Non si può, infatti, tenere il piede in due, tre, quattro staffe contemporaneamente, e operare con la logica della “carta vince, carta perde”, usando questo o quello strumento secondo i casi.
All’approssimarsi di nuove regole, scattano strani meccanismi che guarda caso “stimolano” l’attività propositiva di tanti cittadini vogliosi di applicare la vecchia (quella che sta per essere sostituita). Così prima dell’adozione del nuovo P.R.G. furono rilasciate oltre cento concessioni a costruire in tempi insolitamente rapidi, con forti dubbi sul rispetto di norme e procedure. Oggi, alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo P.R.G. si rilasciano dubbi permessi, e guarda caso, ne sono stati richiesti molti altri della stessa specie.
La legge “Nicolazzi” è datata 25/03/1982 e quindi validamente in vigore da quasi trenta anni. Il ricorso contemporaneo di tanti cittadini, in tempi abbastanza sospetti, ad una norma di cui non cessa la validità, efficacia ed effetti, fa sorgere dubbi, peraltro alimentati dalle affermazioni dello stesso Assessore Costini, in ordine alla particolare attenzione in merito al relativo esame.
I cittadini, ci si chiede, sono stati folgorati contemporaneamente, o c’è stato un passa parola o qualche suggerimento per intraprendere la strada del permesso attraverso la Nicolazzi? Da queste e molte altre considerazioni che si potranno fare, viene da chiedere all’Assessore Costini ed alla maggioranza tutta: “Al nuovo P.R.G. ci credete o no?”. Se non ci credete, come appare dalle molte discutibili ed estemporanee iniziative assunte e in corso, perché insistere ad approvarlo a colpi di maggioranza, senza neanche definirne i contorni, senza in pratica, (come richiesto in Consiglio Comunale dall’opposizione) avere carte e documenti completi, per garantire una visione chiara leggibile a tutti. Perché non annullarlo e iniziare, senza perdere tempo, a predisporne uno nuovo.
Forse perché anche su questo “tavolo”, definito datato e superato, dallo stesso Assessore Costini, c’è qualche pietanza da consumare per poi imbandirne altre. La vicenda di “Via Turilli” (e non è la sola), è sintomatica di un “modus” preoccupante. Affermare oggi che gli uffici debbano fare alcune non ben chiare verifiche sulle nuove istanze, è singolare. Intanto, ogni volta, (sempre più spesso) si propone di iniziare con un nuovo comportamento, senza nulla dire sul passato (cioè ieri), sia per quanto riguarda le responsabilità politiche, sia per altre responsabilità, ove ci fossero (come sembra per ammissioni implicite). La legge “Nicolazzi”, consente, in forma assolutamente residuale di accedere a limitatissime richieste di costruire (come chiaramente formulate dalla norma), mentre le normali condizioni presuppongono, l’attivazione di altri strumenti vincolanti, che questa maggioranza ha omesso di adottare da troppo tempo.
Anche qui il dubbio purtroppo, che non si tratti di distrazione o ignoranza delle disposizioni, perché sarebbe troppo grave, ma, della precisa volontà a non voler correttamente disciplinare e programmare (cosa non meno grave). La discrezionalità, peraltro non concessa, fa comodo ma non è a mio avviso legittimamente percorribile. Le condizioni per ricorrere all’applicazione della legge “Nicolazzi” sono due (vedi art. 6, comma 3, lettera b, legge 25/03/1982, n° 94) e nel nostro caso non sono in alcun modo riscontrabili, anche se nel dettaglio saranno gli uffici preposti a chiarire, mentre la politica s’interroga sulla disattesa programmazione, causa della deregulation e della deriva che ha delegittimato le prerogative degli amministratori.
Non sapendo a quale disegno tutto ciò corrisponda non resta che chiedere, perché si è consentito di realizzare ed a chi, in Via Turilli, come a Piani Poggio Fidoni ed altrove, in zone prive di pianificazione, costruzioni che trasformano sensibilmente il territorio. Si tratta di capire se la politica ha indirizzato o non ha adeguatamente seguito, ciò che altera inadeguatamente e irreversibilmente il territorio, creando fra l’altro oltre a disservizi e costi, inquietudine sociale e il malumore di chi a fronte di autorizzazioni “pesanti” si vede negare o contrastare puntigliosamente modeste richieste (l’urbanistica troppo attenta agli interessi dei “giganti”, come ho affermato in un mio recente intervento in consiglio comunale).
La giusta organizzazione urbanistica si determina seguendo e rispettando la disciplina che i vari strumenti contestualmente definiscono nel rispetto delle relative norme, per non creare “figli e figliastri”.
Nell’attesa di ricevere la preannunciata (peraltro obbligatoria) risposta formale ed ancora convinto della buona fede (che però rischia di essere continuamente messa in dubbio), auguro buon lavoro all’Assessore Costini, restando a disposizione per un proficuo confronto “politico”.