Nuovo appuntamento su Rietinvetrina con LA RUBRICA DI ANGELITA, a cura delle volontarie del Centro Antiviolenza Angelita di Rieti. L’articolo di oggi è a firma della presidentessa, Silena D’Angeli:
Grandi passi sono stati fatti in Italia, ma ancora nel 2022 occorre parlare di società equa e paritaria che vada a compensare quel gender pay gap che persiste in tutti i Paesi ed in tutti i settori impedendo la piena realizzazione in ambito lavorativo. Le posizioni degli uomini e delle donne devono essere equiparate costantemente.
Tuttavia, nonostante per anni siano state sminuite le attitudini e le competenze per la partecipazione ai processi decisionali, economici,politici ed amministrativi, ultimamente è in atto una vera e propria inversione di tendenza.
Non si possono negare i progressi fatti nel nostro Paese. Anche a livello locale siamo orgogliosi di avere donne ai vertici della Procura, Questura ed Asl.
Svanito invece il sogno di una candidata a Sindaco al Comune di Rieti.
Sarebbe stato un segnale di enorme cambiamento e di svolta. A livello nazionale è stata eletta Marta Cartabia come prima Presidentessa della Corte costituzionale dopo 71 anni. Al Parlamento Europeo le donne rappresentano circa il 41%, , mentre in quello italiano, alla Camera dei Deputati le donne rappresentano circa il 36% ed al Senato il 35,3.
Attualmente in Italia alcune cariche presidenziali sono ricoperte da donne quali ELISABETTA CASELLATI , prima Presidentessa del Senato in 71 anni;
ELISABETTA BELLONI , prima donna Segretaria generale del Ministero degli Esteri in 71 anni e GABRIELLA SAMPALMIERI SANDULLI, prima donna a capo dell’Avvocatura dello Stato in 86 anni.
Possiamo fare anche altri nomi muovendoci Oltreoceano, dove nel 2020, con BIDEN è stata eletta KAMALA HARRIS come la prima vicepresidente donna e la più alta funzionaria pubblica nella storia degli Stati Uniti, nonché la prima vicepresidente afroamericana e la prima asiatica americana.
Al dipartimento di polizia di New York è stata nominata Keechant Sewell .
Fa riflettere però il fatto che nomi e numeri al femminile in Italia continuino a suscitare scalpore e certe nomine enfatizzate da riflettori mediatici alimentino ulteriormente la catena degli stereotipi.
Seppur quindi è innegabile che gran parte dei ruoli apicali siano ancora occupati da uomini, qualcosa sta cambiando ed il motore di nuovi cambiamenti è indubbiamente femminile. E’ concreta la consapevolezza che solo rivendicando una parità effettiva potrà definirsi superato quel gap che tanto ostacola il percorso delle donne verso la leadership. Spesso infatti,ricoprire posizioni apicali non implica necessariamente una pienezza di poteri ed una libertà di esercitarli.
Per questo le rivendicazioni femminili passano dal voler ottenere il riconoscimento di posizioni ai vertici di merito di competenze di carriera, ma altresì dal poter esercitare pienamente i poteri connaturali una colta raggiunta l’apice.
Nonostante i progressi compiuti l’Italia si registra una forte ritardo di genere nel mercato del lavoro. I divari sono misurati in partecipazione, opportunità di carriera e retribuzione. Basti pensare che in Italia lavora 1 donna su 2, c’è un’alta percentualità di contratti part time e quindi scarsa possibilità di carriera, solo il 28% dei manager sono donna.
Considerati gli altri modelli dei 3 Paesi del Nord Europa (Islanda, Norvegia e Finlandia) guidati da premier donne , molto dovrà essere fatto e mi auguro che la lotta alle disuguaglianze ed alla disparità a livello economico continueranno ad essere uno degli argomenti principali del dibattito pubblico nazionale.
Il Centro Antiviolenza Angelita è attivo h24 al numero 377 6979546.
Via delle Stelle, 24 Rieti