L'ANTROPOLOGO MARIO POLIA INCONTRA GLI ALUNNI DEL LICEO CLASSICO

Mario Polia

Nell’ ambito del progetto “Memoteca – Le radici profonde non gelano”, martedì mattina 31 maggio 2011 l’antropologo prof. Mario Polia incontrerà gli alunni del Liceo Classico Marco Terenzio Varrone di Rieti.

Il progetto, elaborato dall’associazione culturale “Terra dei Padri” e sostenuto dal Comune di Rieti e dal Consiglio regionale del Lazio, prevede lo studio e la diffusione del patrimonio della cultura popolare attraverso la formazione e il contributo attivo degli studenti delle scuole medie superiori e la raccolta di materiale grazie a lunghe e minuziose indagini condotte sul campo col coinvolgimento diretto dei protagonisti della cultura rurale e popolare di un tempo: agricoltori-pastori, artigiani, massaie, amatori o studiosi “specializzati”, come detentori e ambasciatori degli insegnamenti e della visione del mondo lasciata loro in consegna dai padri.

La volontà è quello di creare un sistema di trasmissione di informazioni tale per cui, “l’essere ed il saper essere” legato anche alla forza del passato della nostra terra, non sia privilegio di figli e nipoti di questi “testimoni della storia”, ma un’opportunità per un ambito più vasto di persone interessate, in modo da sostanziare una vera coscienza dell’identità e delle tradizioni.

"I profondi mutamenti sociali e culturali avvenuti negli ultimi sessanta anni – dichiarano i responsabili di Terra dei Padri – hanno alterato la fisionomia di quella che, una volta, era chiamata “cultura popolare”.

I mass-media, soprattutto la televisione, hanno avuto un ruolo rilevante nello sviluppo della deculturazione: l’impatto dei programmi televisivi è stato ed è dominante sui bambini e sui giovani, ma anche adulti ed anziani non hanno più l’opportunità, o peggio non sentono più l’esigenza di raccogliersi insieme al resto della famiglia, la sera, ma si ritrovano davanti al televisione. Tutto questo ha determinato nei bambini la quasi totale assenza di interesse per la fiaba, i racconti e la cultura tradizionale in generale. Alla voce dell’anziano si sostituisce quella dello speaker televisivo.

Il recupero e la valorizzazione del nostro folklore e perciò fondamentale perché il patrimonio culturale della società rurale, agricola e contadina, con la scomparsa degli ultimi depositari di quanto resta del suo patrimonio originario, non sparisca nel nulla.

Lo studio del patrimonio della cultura popolare è l’unico modo efficace per penetrarlo e intenderlo, è l’unico modo corretto d’approccio per chi non proviene per nascita dalla cultura rurale, ma soprattutto non l’ha vissuta dal di dentro quand’essa era ancora pienamente vigente".

Con la lezione del prof. Polia di martedì mattina si chiude la prima fase del progetto che ha visto gli studenti del Liceo Classico impegnati in una seria di incontri formativi, compresa la visita al museo demo-antropologico di Leonessa, propedeutici al lavoro sul campo che inizierà nel corso dell’estate. 

Ai partecipanti verrà consegnata una dispensa tecnica redatta dal prof. Polia e il libro, da lui curato assieme all’antropologa peruviana Fabiola Chávez Hualpa, “Rustica Musa. L’espressività dei contadini e pastori dell’Appennino sabino” che costituirà uno strumento fondamentale per gli studenti nel loro lavoro di ricerca.

Il materiale raccolto e conservato attraverso tradizionali o innovativi sistemi di intervista e testimonianza, oltre ad essere oggetto di studi e pubblicazioni, andrà a costituire una sezione permanente della biblioteca comunale di Rieti in vista di un possibile e auspicabile progetto museale sulle tradizioni popolari.